StatCounter

lunedì 12 febbraio 2018

Elezioni nazionali. Nel meridione si decide con logiche poco politiche: o la rabbia o il clientelismo

Da un articolo de IL SOLE 24ORE estrapoliamo due brani. Il primo spiega il meccanismo su cui si regge la legge elettorale (il Rosatellum), da cui prendiamo atto che il 4 marzo non esiste sulla scheda una vera possibilità di voto di preferenza, il secondo brano, con occhio specificatamente a quanto accaduto pochi mesi fa in Sicilia, lascia intendere come l'esito possa differire se l'elettore sceglie un simbolo (a prescindere dal personaggio proposto dalla lista) oppure -come capita da sempre nel Meridione- prevale l'attrazione per l'amico (le clientele di sempre).

LA NUOVA LEGGE ELETTORAE
Tra le regole del sistema elettorale con cui si voterà il 4 marzo ce n’è una che può fare la differenza: quella che impedisce l’espressione di un voto disgiunto. Come è noto, gli elettori potranno votare un candidato uninominale e una lista proporzionale collegata a quel candidato, potranno votare anche solo il candidato o solo la lista ma non potranno votare un candidato uninominale e una lista non collegata a quel candidato. In altre parole, se piacciono sia il candidato di collegio che il partito non ci sono problemi. Se, invece, piace il candidato ma non il partito o la coalizione collegati a quel candidato l’elettore si trova davanti a un dilemma perché non può dividere il suo voto. Appunto: non può votare in modo disgiunto. Naturalmente lo stesso dilemma si pone se piace il partito e non piace il candidato. In questi casi come si comporteranno gli elettori? Votano l’uno o votano l’altro? Danno la precedenza al candidato o al partito?

L'ESPERIENZA ULTIMA
col voto disgiunto alle regionali siciliane  
Il voto nelle recenti elezioni regionali in Sicilia offre la possibilità di spiegare meglio questa ipotesi. In Sicilia il candidato-presidente del Movimento, Giancarlo Cancelleri, ha preso il 35% dei voti mentre la lista M5s ne ha ottenuto solo il 27%. In Sicilia c’è il voto disgiunto. Molti elettori del M5s hanno votato Cancelleri, che in questo caso rappresentava il marchio 5 stelle, ma non hanno votato la lista 5 stelle. Hanno preferito votare altre liste con altri candidati più conosciuti. 
Il sistema elettorale ha consentito loro di esprimere contemporaneamente rabbia e voglia di nuovo, votando Cancelleri, e di conservare vecchi legami, votando l’uno o l’altro dei candidati nelle liste del centro-destra. Voto disgiunto e voto di preferenza hanno permesso questo comportamento. Il Rosatellum non lo consente. E questo potrebbe fare la differenza il 4 marzo. Proiettando i dati delle regionali sui 19 collegi siciliani del Rosatellum alla Camera, si vede che con i voti presi dai candidati alla presidenza della regione il M5s vincerebbe 6 seggi, il centro-destra 9, con 4 in bilico. Invece, con i voti presi dalle liste il M5s ne vincerebbe uno, il centro-destra 17, e uno sarebbe in bilico. Si noti che in nessun caso il centro-sinistra otterrebbe alcun seggio.

Nessun commento:

Posta un commento