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martedì 28 febbraio 2017

La vicenda umana

La vicenda umana,  4                                 


La vicenda umana 1
La vicenda umana n. 2

La vicenda umana n. 3

12)
La Storia scorre sempre e passa di mano in mano, ma a pagare i prezzi più alti dei conseguenti cambiamenti continuano ad essere coloro che dalla Storia sono gli esclusi.
La Storia dei deboli mentre scorre si rivela sempre come priva di strutture e proprio quando li esclude essi si ritrovano aggregati inspiegabilmente alle forze che hanno determinato il loro amaro destino di esclusione.

13)

Alcuni anni fa', dopo il crollo del muro di Berlino sotto le cui macerie rimase ciò che restava del marxismo di stampo comunista, alcuni studiosi parlarono di fine della Storia (post- Storia) immaginando che ormai all'affermazione definitiva della democrazia occidentale non vi erano più ostacoli e contrapposizioni.

Cosi non e' stato.
Sono effettivamente venute meno le contrapposizioni di stampo ideologico ma sono iniziati, o meglio sono continuati i conflitti di stampo economico e di potenza nazionale che da sempre condizionano la Storia dell'umanità.
Lo stesso autore de "La fine della Storia e l'ultimo uomo" ebbe a correggersi e scrivere  che in effetti " La fine della Storia sarebbe stata molto triste, molto noiosa":  Fukuyama.


14)

No, la Storia non e' arrivata a nessun capolinea, anche perchè essa oltre che occuparsi dei grandi eventi ha da interpretare pure la cronaca ed ha inoltre da sistematizzare il prima che annuncia il dopo.

La Storia dovrà spiegare fra qualche tempo perchè mai i nostri figli avranno ambiti di libertà più ristretti e possibilità economiche più ridotte di noi che ci siamo gloriati di aver contemplato i "diritti dell'uomo". 
Dovrà appunto spiegare dove la nostra generazione abbia sbagliato rispetto al sorgere dei "nuovi poveri", alla prima generazione della modernità che non ha visto migliorare la propria condizione rispetto ai padri. La generazione che fino a 40 anni di età -almeno in Italia- resta disoccupata.

15)
Gli storici nei loro prossimi studi dovranno ancora mettere in luce perché mai l'uomo occidentale, immerso nell'abbondanza di cibo e di luci, proprio adesso che è in condizione di scrutare l'Universo più lontano e di immaginare il come e il quando sbarcare su nuovi pianeti avverte -improvvisamente- una forte avversione (paura ?) per il nuovo e il diverso che viene apportato da uomini provenienti da altre terre, già da lui sfruttate, dello stesso pianeta.

Fabiano Antoniani, Dj Fabo. Il caso che in queste ore è finito su tutti i media

Quando è in gioco il mistero della morte di un uomo, il primo atto di rispetto sarebbe quello di tacere. Così, davanti a quella di Fabiano Antoniani, (in arte Dj Fabo), il giovane uomo di 39 anni rimasto cieco e tetraplegico a seguito di un grave incidente stradale avvenuto nel 2014, il più serio commento sarebbe il silenzio.
...
(Così inizia un articolo su Avvenire del palermitano prof. di Storia e Filosofia Giuseppe Savagnome)

Il silenzio -come sappiamo- non c'è stato e sul Blog, astenendoci da qualsiasi giudizio e valutazione morale, riteniamo di dover riportare per stralci il testo  di una sorta di testamento di addio. 

 testo autobiografico inedito consegnato 
all’associazione Luca Coscioni dal ragazzo 
che ieri ha scelto di morire in Svizzera.


«Io, Fabiano Antoniani, Dj Fabo, nato a Milano il 9 febbraio 1977, all’età di sette anni, frequento la scuola di musica per imparare a suonare la chitarra. Da bambino spesso suono come primo chitarrista e partecipo a numerosi saggi. Visto il talento, i miei genitori mi costringono a frequentare il Conservatorio di Milano, villa Simonetta, ma a causa del mio comportamento ribelle vengo espulso»

«Da sempre lavoratore, appena diplomato da geometra, inizio a lavorare per svariate aziende. Per otto anni lavoro con la mia seconda passione, il motocross, e mi occupo del reparto commerciale del team supermotard Daverio (durante le competizioni più importanti, mondiale ed italiano) e contemporaneamente lo pratico come sport».

«a causa di un incidente durante una gara, sono costretto ad abbandonare il mondo del motocross». Contemporaneamente, in questi anni, «mi trasferisco, nei periodi estivi, ad Ibiza per un periodo di studi in cui ricomincio a lavorare con la musica più moderna. Forse a causa della magica influenza dell’isola, forse per vocazione subito mi rendo conto che il mio unico e vero posto è dietro la consolle! È così che in un momento, ringraziando gli studi di musica del passato, la mia musicalita’ e le numerose conoscenze di dj set, in poco tempo inizio a suonare un po’ ovunque».

«Mi licenzio da un contratto a tempo indeterminato a Milano, ma ormai capisco che il mio posto è altrove. Per lavoro, passione e amore negli ultimi anni riesco a dividermi tra l’Italia e Goa, dove lavoro e vivo mantenendomi con la musica, scoperta per caso in uno dei viaggi più indimenticabili della mia vita (India) capisco che il mio posto e il mio futuro sarebbero stati in quel Paese. Mi trasferisco per otto mesi l’anno con la mia fidanzata e riconosco finalmente me stesso, dopo aver indossato numerosi abiti che mi andavano stretti». 
In India «inizio ad avere un nome e successo, mi cercano spesso per suonare nei locali più importanti». Ma purtroppo, in uno dei rientri in Italia, «dopo aver suonato una sera in un locale di Milano, tornando a casa, un rovinoso incidente mi spezza i sogni e la mia vita», racconta ricordando il giorno in cui divenne cieco e tetraplegico. 
Dj Fabo parla ancora di sé come di un «giovane adulto sempre vivace e vero amante della vita».

«Non riesco a fare a meno degli amici per esserne al centro trascinandoli con me. Generoso forse un po’ insicuro quando si tratta di scelte importanti da fare da solo. Vittima spesso della mia stessa vivacità, facilmente mi annoio, pronto a gettarmi per primo nelle situazioni più disparate. Un trascinatore. Incapace di sopportare il dolore sia fisico che mentale. Preferisco stare solo ora che non poter vivere come prima. Vivo oggi a casa di mia madre a Milano con una persona che ci aiuta e la mia fidanzata che passa più tempo possibile con me. Mi portano fuori ma spesso non ne ho voglia. Le mie giornate sono intrise di sofferenza e disperazione non trovando più il senso della mia vita ora. Fermamente deciso - conclude - trovo più dignitoso e coerente, per la persona che sono, terminare questa mia agonia». 
Da qui il contatto con l’Associazione Luca Coscioni, «una realtà che difende i diritti civili in ogni fase dell’esistenza dei cittadini. Compreso il diritto sacrosanto di morire. 
Grazie. 
Fabiano Antoniani».

^^^^

Hanno detto ... ...

MASSIMO GRAMELLINI, giornalista e scrittore
Secondo una teoria non priva di fascino, tendiamo a detestare quelle persone che ci restituiscono l'immagine dei nostri difetti come in uno specchio. D'Alema che accusa Renzi di arroganza è un caso di scuola insuperabile. Ma gli investigatori della psiche umana potrebbero dedicarsi con analogo profitto all'esame di quella di Matteo Salvini. 
Renzi che sale sul carro ci farà fare la
fine della Grecia?

“Io non mi fermo!” - il dinamismo di Renzi
è esaltato dalla graziosa tunichetta con
greca (sic) con stampe d
i binari e strade.

Non si sa dove vuole andare,
ma niente può fermarlo,
la biga non segue neanche
la curva del vaso: va a dritto e
decapita i cavalli.

L'impresa non richiederebbe loro neanche troppo tempo. Ieri, nel suo quarto d'ora d'odio quotidiano, la Le Pen barbuta se l'è presa con il truccatore italiano che aveva appena vinto l'Oscar, Alessandro Bertolazzi, colpevole di avere dedicato il premio agli immigrati. «Ipocrisia al potere! Facile fare i buonisti col portafoglio pieno», è stato il suo arguto commento. Ora, lo spirito del tempo impone di attaccare chiunque abbia successo, poiché per il fatto stesso di averlo è un privilegiato in combutta con l'establishment della grammatica. Se però volessimo dare retta alla teoria dello specchio, scopriremmo che Salvini non intendeva criticare il premio Oscar, ma se stesso. 
Rifletteteci un attimo. Nessuno può mettere in dubbio che Salvini sia un privilegiato. Uno che non ha mai lavorato un minuto in vita sua e viene pagato dai contribuenti per non combinare nulla, dato che al Parlamento europeo non si fa vedere quasi mai, forse per timidezza, e trascorre le giornate a scagliarsi contro quella stessa Europa che gli passa un generosissimo stipendio. Il classico esempio di ipocrisia al potere, direbbe Salvini di Salvini. 
Facile fare i razzisti col portafoglio pieno.


Richiesta informazioni e precisazioni.

Qual è la Scadenza per Rottamare le Liti fiscali?

Il termine per poter aderire e ottenere l’agevolazione fiscale è fissato al 31 marzo 2017, insieme a quello per l’adesione alla rottamazione delle cartelle di Equitalia.

lunedì 27 febbraio 2017

Contessa Entellina. Non esistono voci per esternare il malessere

 In un'altra regione d'Italia sarebbe già stato chiuso il traffico automobilistico e sarebbero stati avviati con procedura d'urgenza gli interventi manutentivi e di ripristino, ma qui siamo in Sicilia dove lo stile di vita continua ad essere quello contadino, specie all'interno nelle zone dove i politici non si fanno mai vedere e i mezzi di informazione governativa Rai e carta stampata non sanno cosa venire a fare. Le strade qui possono franare e nessuno si preoccuperà mai di nulla.

Da Contessa per raggiungere in macchina la frazione di Piano Cavaliere sta diventando un atto di coraggio in quanto il fondo stradale della "provinciale" non è -da parecchio tempo- compatto e in più punti, a cominciare da subito prima e subito dopo il centro vendita Benanti -in c.da San Calogero- e poi dopo aver superato Cozzo Finocchio in direzione di Piano Cavaliere il dissesto idrogeologico sta via via causando frane che se non immediatamente riprese isoleranno il borgo dal paese ed il paese dai centri limitrofi dell'agrigentino e del trapanese.

La circostanza è preoccupante di per sè e appare ancora più allarmante perchè poche e fievoli sono le voci di denuncia e di protesta per lo stato di abbandono di quest'angolo di Sicilia. 
Le forze giovani e migliori di Contessa sono tutte emigrate, il paese è definito infatti "paese di pensionati". 
II politici locali danno la sensazione che la questione li riguardi semplicemente nella misura in cui devono segnalare gli eventi alle istituzioni provinciali (non ritengono -così pare- che guidare la comunità implichi per loro molto di più in termini di impegno civico), quelli regionali non sanno dove stia geograficamente Contessa Entellina, quelli nazionali hanno il problema di garantirsi il diritto al vitalizio e di evitare conseguentemente l'interruzione della legislatura: questa appare essere l'unico loro interesse nell'immediato.  

Il dramma della situazione è che pure la strada provinciale per Campofiorito versa in condizioni disastrose. 
Viene da chiedersi: "possibile che nessuno provi vergogna per la trascuratezza in cui versa la nostra zona ?".   
La Chiesa di Piano Cavaliere





Hanno detto ... ...

Tanti e vari sono
i punti di vista 
CARLO ALBERTO TREGUA, drettore de Il QdS
Governare significa fare le riforme, accorpando gli assessorati al Turismo e ai Beni culturali, redigendo Piani capaci di creare occupazione
Il Presidente della Regione si dovrà occupare di infrastrutture con una legge che incentivi le ristrutturazioni antisismiche.
I giornali regionali hanno il compito di chiarire agli elettori questo scenario per capovolgere l’attuale grave situazione socio-economica.

RICCARDO NENCINI, segretario Psi
Un ottimo esempio di falsificazione della storia è l'intervista di Veltroni su Repubblica. 
La sinistra italiana condensata nel berlinguerismo. 
Eccolo lì il difetto di sempre. Guardarsi l'ombelico.

MATTEO RENZI, già premier
"Possono chiedermi di rinunciare alla poltrona, ma non di rinunciare ad un ideale"
"Possibile che il problema della sinistra italiana sia io?"
"Conosco mio padre e conosco i suoi valori".

VITTORIO FELTRI, direttore di Libero, giornale di dx
Ma è normale che i democratici non abbiano digerito lo scorno della sconfitta e continuino a protestare per tentare, sia pure invano, di mandare a casa l'avversario repubblicano e sostituirlo con un loro amico. Ciò che invece è incomprensibile è l'atteggiamento ostile degli italiani nei confronti di Trump. Non c'è tivù e non c'è commentatore che perdano occasione per strapazzare Donald, trattandolo quale usurpatore e nemico della democrazia.

Libri. Arte e medicina in Sicilia, un volume di Marchese sarà presentato l'1 marzo alla libreria Novecento


Antonino Giuseppe Marchese,
medico e
studioso di Storia.

Recentemente scomparso,
viveva a Giuliana dove ha
realizzato una vasta biblioteca
con testi
di storia siciliana.

Il volume: "L'immagine artistica della medicina in Sicilia" di Antonino Giuseppe Marchese, edizioni d'arte Kalos, sarà presentato mercoledi 1 marzo alle ore 18 presso la Libreria Novecento (Via Siracusa 7/a).
    All'incontro intervengono la professoressa Rita Cedrini e il professor Massimiliano Marafon Pecoraro della Universita degli Studi di Palermo; introduce il professor Roberto Lagalla.

      Il volume ricostruisce in un percorso cronologico, accompagnato da un suggestivo corredo iconografico, le testimonianze del legame fra arte figurativa e medicina prodotti in Sicilia dalla preistoria al XX secolo. Il binomio medicina-arte nell'Isola prende infatti l'avvio dai graffiti preistorici dell'Addaura, pregni di significati simbolici magico- medici-religiosi, per arrivare ai novecenteschi visionari disegni di Bruno Caruso dedicati agli alienati del manicomio di Palermo, passando per i templi greci di Asclepio, le terme romane e gli hospitalia medievali. La medicina nella sua accezione greca di teckne iatrike, ovvero L'arte lunga di ippocratea memoria, si intreccia armoniosamente in questo libro con l'arte intesa come prodotto estetico-antropologico dell'ingegno umano nella terra di Empedocle, anello di congiunzione tra il pensiero medico- filosofico dei Pitagorici e la medicina razionale di Ippocrate. 
(ANSA).
   

Contenzioso Tributario. Nel mese di marzo andranno in discussione alcune pratiche di Contessa Entellina su TARSU/2008

Si litiga meno col Fisco: nel 2016 il numero delle cause intentate dai contribuenti è sceso di oltre il 10%. Ne scrive ItaliaOggi.

Mezzojuso. E' carnevale

A Mezzojuso, il paese di origine arbëresh a pochi chilometri da Palermo è festa. In paese il carnevale è davvero carnevale. La rappresentazione de "il mastro di Campo" raccoglie grande folla nella piazza principale del centro abitato, che da sempre -per carnevale- fa di Mezzojuso un dei più vivaci centri del palermitano. 
La vicenda di "i mastro d Campo"  è ambientata nel  primo decennio del Quattrocento ed ha come protagonista, appunto, il Mastro di Campo, un personaggio il cui volto è coperto da una maschera rossa.
E' innamorato della Regina, e non trascura nulla per conquistarla. 

Partito Democratico. Renzi ha riscritto in peggio il diritto del lavoro, Veltroni fa ridere asserendo che in Italia la Sinistra abbia padri comunisti

La Sinistra in Italia
e nel mondo è stata sempre ed ovunque
socialdemocratica
(bisognerebbe mandare a scuola
il buonista Veltroni) 
A) Il segretario del Pd Matteo Renzi di ritorno dalla California ha lanciato l’idea di un “lavoro di cittadinanza”, per fare fronte alla disoccupazione dilagante che -nella nostra Sicilia- comincia ad essere lo stato ordinario della gente.
Ettore Petrolini avrebbe gridato “Bene, bravo, bis”. 
E' strano che, durante la sua presidenza del Consiglio, Renzi in materia di diritto del lavoro ha solamente riscritto l'intera materia in modo regressivo (dal Job act ai licenziamenti facili ai voucher). 


B) In una intervista al fondatore de “la Repubblica”, Eugenio Scalfari, Walter Veltroni, (uomo che aspira ad essere considerato un'anima bella), uno dei fondatore del Partito democratico, costituito tra ex democristiani ed ex comunisti col pepe di qualche socialista in cerca di sedie, ha ricostruito l’esperienza storica della sinistra italiana dal ‘900 sino ai giorni nostri. 
Walter ha mostrato di quanta supposizione arrogante sia ammantata la "cultura" di tanti ex comunisti. Ex.
Per questo signore la sinistra in Italia ha posseduto un solo filone, il "filosovietico  Pci di Togliatti" divenuto miracolosamente meno filo sovietico con Berlinguer, grazie alla “questione morale”, depurata --ovviamente- dal lato oscuro dei copiosi finanziamenti sovietici e dei rapporti con le coop rosse.
Per il buonista Veltroni in Italia non sono mai esistite (al di fuori dei bravi comunisti) i socialisti. I socialisti non hanno mai meritato nulla per il Walter nazionale. Sono stati fantasmi inutili ed inconcludenti i vari Andrea Costa, Filippo Turati, Giacomo Matteotti, Bruno Buozzi, Carlo Rosselli, Pietro Nenni, Giuseppe Saragat, Riccardo Lombardi, Giacomo Brodolini, Sandro Pertini, Francesco De Martino (di Bettino Craxi manco a parlarne!), solo per citare alcune delle personalità del socialismo italiano. 
Forse sarebbe stato meglio per Walter dire che costoro non avrebbero mai dovuto esistere.

Verso la Pasqua. Cosa i cristiani intendono

Nell'Occidente cattolico e protestante la festa del Natale è sentita e vissuta come la festa principale dell'anno sia sotto il profilo religioso che, forse soprattutto, sotto il profilo consumistico. Per quello che ancora oggi viene chiamato l'oriente cristiano la festa delle feste è invece sempre rimasta la Pasqua, celebrazione religiosa e di popolo interpretata come celebrazione della vittoria sulla morte operata da Cristo risorto dai morti, che ha risuscitato insieme a sè tutto il genere umano.
Per i primi cristiani la risurrezione di Cristo fu un fatto assolutamente indiscutibile e di portata assoluta che san Paolo senza esitazione scriveva ai suoi destinatari: "Ma se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede".   

Oggi a Contessa, e nel territorio di quei paesi che già è stato caratterizzato dalla presenza dell'Eparchia bizantina di Sicilia, comincia a decorrere il periodo di quaranta giorni che precede la "settimana santa"; periodo di quaranta giorni durante il quale le comunità cristiane sono chiamate a verificare se stesse sotto l'aspetto religioso.




domenica 26 febbraio 2017

Dissero ... ...

«È più facile essere un eroe che un galantuomo.
Eroi si può essere una volta; galantuomini si deve essere sempre»,
Pirandello

Politica in smarrimento. Chi ieri predicava l'unitarismo oggi ... ...

Chi avrebbe mai immaginato quarant'anni fà
che D'Alema sarebbe finito in Dp ?

Hanno detto ... ...

GIOVANNI PEPI, condirettore del Giornale di Sicilia
Vanno emergendo tante stranezze. Grandi città hanno meno disabili rispetto a piccoli comuni. Negli ultimi anni, poi, abbiamo avuto un aumento progressivo di persone da assistere. Quasi fossimo stati colpiti da un flagello di misura biblica. Il sospetto di alcuni (o molti) imbrogli viene. Lo stesso Presidente della Regione, Rosario Crocetta, intervenendo ieri ad un convegno, parlava, senza mezzi termini, di dati falsi. Sono necessari accertamenti rapidi e rigorosi. Li abbiamo chiesti. Li chiediamo e li chiederemo. Fino a quando non avremo risposte. Dietro un falso disabile c’è un vero misfatto, Perché si ruba l’assistenza dovuta ai disabili veri. E si truffa su sofferenze e dolori. Ma dietro ogni falso c’è una catena di omissioni e compiacenze che deve essere colpita. Un percorso ricco di istanze, commissioni, visti, autorizzazioni, visite che prevede pressioni, favori, attenzioni, e anche molto di peggio, ad ogni passaggio. Si faccia sul serio. Sappiamo come vanno le cose, in Sicilia e altrove, al riguardo. Si prevedono controlli e si nominano i controllori per garantire ai nominati vantaggi di retribuzione e di carriera. Ma poi nessuno prevede o attua, per i controllori che non controllano, le sanzioni dovute. E così le politiche per tutelare i deboli favoriscono i forti. I tanti marpioni e furbi di ogni risma. Ma non può durare così.

MAURO DEL BUE, direttore di Avanti !
Gli scissionisti del Pd si sono dati l’ennesimo nome anonimo, scollegato da storie e da identità: é nato il Movimento dei democratici e dei progressisti, che ricorda vagamente le definizioni di stampo terzinternazionalista. Come quel giornale del Cominform che si chiamava “Per una pace stabile e una democrazia popolare”. Ma in realtà era strettamente collegato al mondo del comunismo reale. 
Mancano i nomi che rappresentano anime, fedi, memorie. I nomi che non si intendono rinnegare. Dunque è urgente riprendere parole come socialista, radicale, laico, liberale, ambientalista. Oggi é quanto mai necessario.
Nomima sunt consequientia rerum”, dicevano i latini, e per questo dobbiamo, se vogliamo camminare insieme, dare contenuti al nostro cammino. 

GIANFRANCO PASQUINO, intellettuale e politologo
“Renzi non ha nessuna cultura politica. Ha un punto di partenza che è grossomodo una piccola galassia democristiana nella zona da cui viene e che gli è servita per conquistare voti e poi per giungere fino alla Segreteria del Partito Democratico. 
La distinzione destra-sinistra continua ad esistere in maniera chiarissima. Naturalmente ognuno poi la può coniugare come vuole, però quello che è sicuro è che gli elettori delle democrazie europee sanno benissimo come collocarsi sul continuum destra-sinistra. Se si definiscono di sinistra si collocano nei pressi del polo di sinistra e se si definiscono di destra si collocano nei pressi del polo di destra. Una parte di loro si colloca presso il centro e una parte piccola, forse il 15 o al massimo il 20%, dice che ormai destra e sinistra non esistano più e quindi si colloca al di sopra.
I miei criteri sono sostanzialmente due, più un’aggiunta. Sono di sinistra coloro che pensano che le diseguaglianze non siano accettabili e che un governo e una società debbano operare per ridurle, soprattutto ponendo in essere una condizione di eguaglianza di opportunità per tutti i cittadini. Sono di sinistra coloro che pensano che il mercato sregolato produca non solo diseguaglianze, ma anche ingiustizie e questi ritengono sia necessario dare delle regole al mercato, garantendo una competizione equa (in inglese dicono fair), e che debba essere indirizzato a conseguire obiettivi collettivi e non soltanto arricchimenti personali. La coda è che oggi sono spesso di sinistra coloro che pensano che questi valori debbano essere concretizzati a livello europeo, mentre quelli di destra sono diventati “sovranisti” anche se secondo me dovremmo semplicemente definirli “nazionalisti egoisti”.
“Il Governo Renzi non ha fatto politiche di sinistra: ha creato una situazione nella quale sono state tolte alcune possibilità, più che diritti, ai lavoratori; sono state realizzate situazioni non buone nel settore della scuola; sono state date delle mance, si pensi ai famosi 80 euro o adesso i 500 euro per i giovani. Queste non sono politiche di sinistra perché in realtà costituiscono solo dei tentativi di acquisire una parte di elettorato senza operare alcun tipo di distinzione all’interno dello stesso, tra i meritevoli e i non, individuando coloro che ne abbiano realmente più bisogno. 
Semplicemente la sinistra, quella parte di partito che oggi sembra abbia deciso di uscirne, ritiene che con quelle politiche non si produca una società migliore, non si crei uno scenario che consenta all’Italia di procedere effettivamente verso il raggiungimento del PIL dei paesi virtuosi. Dove vadano non lo so, ma presumo che certe volte le scissioni diventino inevitabili soprattutto quando il segretario del partito disprezza le opinioni diverse dalle sue, non conceda nulla, non vada nella direzione che viene suggerita da una parte importante del partito, sostenendo di essere lui quello al quale spetta decidere tutto. In un partito nessuno decide tutto e nemmeno la maggioranza perché ci sono sempre dei limiti anche al suo potere decisionale, consistenti nel rispetto della minoranza e forse nella valorizzazione delle sue idee. Tutto il resto lo vedremo perché a questo punto è difficile prevedere quanto si radicherà la parte c.d. scissionista e così via. Lo vedremo”.

QUANDO MANCA LA FANTASIA:


-Partito Demcratico
-Democratici e Progressisti

Esiste il dubbio che vogliano
semplicemente pigliare in
giro gli elettori
(gli uni e gli altri)
L’alternativa di sinistra si può costruire nel momento in cui si abbia una cultura politica di sinistra e si recuperino dei valori storicamente appartenenti alle grandi socialdemocrazie; quando si abbia una visione del welfare che sia in grado di consentire a tutti di avere assistenza, previdenza, una formazione culturale adeguata e un lavoro dignitoso. Se non si va in questa direzione, si perde un grande pezzo di quella che è stata la sinistra in questo continente. Una prospettiva di sinistra la si costruisce attorno a una politica economica diversa, che comunque contenga aspetti keynesiani cioè di intervento dello Stato in molte attività che sono utili alla collettività e che magari sono sottovalutate dai privati. Naturalmente tutto questo sapendo che ci sono delle costrizioni anche a livello europeo. Dopodiché gli accordi programmatici si possono fare comunque, anche senza costituire un gruppo parlamentare specifico. Continuo a pensare che sia utile avere un Governo che funzioni e che si debba andare ad elezioni solo nel 2018, però queste sono contingenze. Credo che il punto più rilevante consista nella necessità di ricostruire una cultura politica adeguata, all’altezza delle sfide europee, internazionali e naturalmente anche italiane. Di questo vedo poco e quindi capisco perché Renzi vince, perché detenga il potere politico nonostante non possieda la cultura politica per vincere”.
ANTONIO MAGLIE, collaboratore della Fondazione Pietro Nenni
Il nome, ...: “Articolo 1 – Movimento democratici e progressisti”. A parte la difficoltà dell’eventuale acronimo, A1MDP che sembra quasi il codice di un nuovo motore o dell’ultimo modello di televisione ultra-hd, bisogna dire che solleva qualche dubbio e qualche perplessità questo affollato biglietto da visita. Soprattutto svela una sorta di fobia nei confronti di un aggettivo.
Tutto bene per l’articolo 1: quasi il titolo di un programma da riempire di contenuti, partendo da un quesito che a sinistra da tempo non ci si pone più, cioè come realizzare nel concreto quella “Repubblica democratica fondata sul lavoro”. Per ora, l’abbiamo fondata stabilmente sul non lavoro o sul lavoro sottopagato o sull’indifferenza nei confronti del lavoro o sull’idea che all’interno dei costi di produzione l’unico realmente flessibile (anzi, comprimibile) sia proprio quello legato al lavoro (pensiamo alla Apple: nel prezzo di vendita all’ingrosso di un iPhone la remunerazione per l’attività svolta dai lavoratori incide nella misura dell’otto per cento).
Per carità, nessuno di noi pensa da tempo che il salario sia una variabile indipendente. Ma il fatto è che nel tempo è stato rovesciato il concetto illustrato a metà degli anni Settanta da Riccardo Lombardi quando affermava che era necessario mettere al servizio del lavoro tutte le variabili economiche; oggi, al contrario è il lavoro che viene messo al servizio di tutte le variabili economiche e questo, va detto con estrema sincerità, non solo sotto il governo Renzi perché, poi, qualcuno (anche tra i fuoriusciti) ha consentito la nascita e la permanenza a palazzo Chigi dell’esecutivo presieduto da Mario Monti.

sabato 25 febbraio 2017

Contessa Entellina e la cultura. Due autori da leggere

Se nel portato della "cultura" dobbiamo interpretare e vedere il dispiegarsi di un insieme 

--di valori, 

--di simboli, 

--di concezioni, 

--di modelli di vita e di comportamento, 

--e di ciò che caratterizza il modo di vita di un gruppo sociale 

dovrebbe essere davvero interessante leggere -per noi contessioti- due recenti libri pubblicati, uno da un antropologo, che è vissuto fra noi, a Contessa Entellina, alcuni decenni fà e che conosce bene indole e sentimenti della nostra terra, Anton Blok, antropologo olandese di fama mondiale, e l'altro da uno dei maggiori scrittori italiani attuali, Carmine Abate,  nato in una famiglia di origine arbëreshë, il quale dopo essersi laureato in Lettere all'Università di Bari si è trasferito ad Amburgo, in Germania, presso il padre emigrato.

Due autori differenti fra loro per interessi e modalità di espressione, ma entrambi in condizione di dire a noi contessioti moltissimo sul nostro modo di essere. 

Blok in più pubblicazioni ha ragionato su origini e comportamenti sociali in uso in quest'angolo di Sicilia entro cui noi contessioti viviamo.
Abate è autore di numerosi romanzi e racconti di successo fra i più premiati negli ultimi decenni.
I temi affrontati nelle sue opere di narrativa sono il ricordo delle tradizioni culturali di origine delle piccole comunità arbëreshë e  l'incontro con le popolazioni che risiedono dove più forte è l'emigrazione del Meridione. 

I racconti di Abate, emigrato da giovane in Germania per motivi di lavoro, sono frutto dell'esperienza diretta dell'autore. In alcune sue opere, specialmente nella raccolta di racconti intitolata "Il Muro dei Muri", viene dato rilievo a quello che è il vero nemico della società, il razzismo, la barriera più grande che esiste al mondo e che cerca di dividere gli uomini, motivo d'incomprensione e d'incomunicabilità tra questi ultimi. 

Quali i libri di questi due autori che, lo ripetiamo, diversi fra loro sono in condizione di trasmettere a noi contessioti tanto sul nostro essere ?

Si tratta di due libri usciti nelle librerie in questo 2017. Quello di Blok attualmente non si trova in versione italiana.

Verosimilmente a Contessa conosciamo più Blok che Abate ma è tuttavia utile una più precisa loro presentazione.

Chi è Carmine Abate

Carmine Abate nasce nel 1954 a Carlizzi, un paese della Calabria. Emigrato da giovane ad Amburgo, oggi vive in Trentino. Come narratore, ha esordito in Germania con Den Koffer und weg! (1984). Ha pubblicato due libri di racconti, Il muro dei muri (1993) e Vivere per addizione e altri viaggi (2010). 
Abile poeta e saggista, Abate è anche autore di diversi romanzi. Si tratta de Il ballo tondo (1981), La moto di Scanderberg (1999), Tra due mari (2002). 
Il suo romanzo La Festa del ritorno (2004) ha ricevuto il premio selezione Campiello, ed è stato ristampato nel 2014. Nel 2012 pubblica La collina del vento, aggiudicandosi un altro premio Campiello. I suoi libri, vincitori di numerosi premi, sono tradotti in Francia, USA, Germania, Olanda, Grecia, Portogallo, Albania, Kosovo, Giappone e in corso di pubblicazione in Arabo. 
Chi è Anton Blok
Oggi egli è professore emerito di antropologia culturale all'Università di Amsterdam. 
Ha insegnato all'Università Radboud di Nijmegen ed è stato visiting professor presso le Università del Michigan, l'Università della California, Berkeley, e Yale. I suoi libri più noti sono La mafia di un paese siciliano (1974), e una raccolta di saggi critici sull'onore e violenza (2001).
A lui il Comune di Contessa Entellina ha conferito la cittadinanza onoraria. 
Nel recente libro "Radical Innovators - The Blessings of Adversity in Science and the Arts, 1500-2000" Blok  getta nuova luce sulla vita e sulle geniali innovazioni dei pionieri che hanno rivoluzionato la scienza e l'arte e la cultura tutta nel corso degli ultimi cinque secoli, e mette in rilievo come le avversità in cui si imbatterono piuttosto che impedire la manifestazione del loro talento sono state fondamentali per il successo nel raggiungimento dello scopo che si erano proposti.

Finanze Pubbliche. In Italia ... il parassitismo



Rapporto alla Corte dei Conti: il fratello del ministro degli Esteri da dirigente non ha mai firmato un atto

LA REPUBBLICA

Il più pagato è quello che lavora di meno. Il più giovane ed il meno qualificato. L’ascesa da supermanager in Poste di Alessandro Alfano - laurea triennale in economia conseguita a 34 anni – è tutta una contraddizione. Ne sono certi anche i finanzieri del gruppo valutario che nei giorni scorsi hanno depositato alla Corte dei Conti (il pm è Massimo Perin) l’informativa finale sul caso dell’assunzione di “Alfano jr”, 41 anni, fratello dell’attuale ministro degli Esteri Angelino Alfano. Alfano jr è il più pagato tra i dirigenti del suo stesso livello. In media percepisce il doppio dei suoi colleghi. Quando è stato assunto in Postecom, nel 2013, ha firmato un contratto da 160 mila euro lordi. All’epoca i due suoi omologhi, più anziani, con più esperienza e curriculum – una sua collega ha una laurea in architettura al Politecnico di Milano col massimo dei voti - percepivano 90 e 80 mila euro lordi l’anno. 

Il fatto però è che l’ascesa irresistibile di Alessandro non si è certo fermata in Postecom. E nonostante risulti che non si sia certo distinto per la mole di lavoro - zero documenti firmati da parte del supermanager - Alessandro nel giro di 4 anni, passando da Poste Tributi è approdato nel 2016 direttamente in Poste. Ad ogni passaggio lo stipendio è lievitato fino a toccare quota 200mila euro lordi. Anche in questo caso i suoi sette colleghi, tutti più anziani con qualifiche da ingegneri, dottori in legge e con più anni di esperienza guadagno meno del fratello del ministro. Qui la forbice va da un minimo di 81 mila euro lordi per il più giovane, classe ‘71 laurea in ingegneria civile conseguita a 28 anni,  a un massimo di 120 mila euro lordi l’anno per un altro dirigente sempre ingegnere di 55 anni.

Insomma niente a che fare con i 41 anni di Alessandro,  la sua laurea triennale conseguita a 34 e il mega stipendio lordo da 200 mila. Ma le anomalie non finiscono qui. Nell’informativa finale si legge che Pierangelo Scappini, responsabile risorse umane di Poste, incalzato dai finanzieri sul perché Alfano jr non firmasse documenti che ne attestassero un’effettiva attività lavorativa manageriale, ha risposto che “l’attività di un dirigente non si traduce in documenti firmati ma in decisioni o contributi”. In sostanza disposizioni vocali. Ed è sulle presunte indicazioni che Alfano jr doveva dare ai suoi sottoposti che si pone un altro interrogativo. E sì, perché Alessandro quando era maxi dirigente in Postecom aveva sotto di lui un unico dipendente. Impiegati che poi sono aumentati nel tempo, fino ad arrivare ai 39 che adesso il fratello del ministro dirige in Poste.         

Sicilia. Troppi disabili: A Giarre +3.500% in 2 anni, Licata supera Palermo e Catania

Boom disabili


A Licata, nella provincia di Agrigento, che conta 61mila abitanti ci sono 144 disabili gravissimi, quasi il 30% in più di quelli registrati a Palermo, dove i casi sono 102 nonostante una popolazione di 770 mila abitanti, e a Catania (376mila abitanti) con 133 persone in gravi condizioni. 
E se a Gela (Cl) non ci sarebbe neppure un disabile su 120 mila abitanti, a Partinico (Pa), che di residenti ne ha 75mila, i casi gravissimi sono 151. 
Non solo. 
A Giarre (Ct) in due anni i casi sono aumentati del 3.500 per cento, a Partinico del 978,6 per cento, a Bivona (Ag) del 640 per cento, a Mazara del Vallo (Tp) del 512,5 per cento, a Messina del 400 per cento.
    Su questi numeri, di cui l'ANSA è venuta in possesso attraverso il dipartimento Famiglia della Regione siciliana, il governo di Rosario Crocetta ha deciso di aprire una istruttoria per fare luce su quelle che considera presunte anomalie alla luce di dati disomogenei.
(ansa)

Contessa Entellina. Il Centro Culturale Parrocchiale prova ad aprire varchi culturali ... ... di Calogero Raviotta

Centro Culturale Parrocchiale
“Non chiacchiere in circolo”ma iniziative concrete

Dal 2002 opera a Contessa Entellina il Centro Culturale Parrocchiale (CCP), struttura finalizzata a favorire la crescita religiosa, sociale e culturale dell’intera comunità locale: luogo di incontroaperto a tutti, (giovani e adulti, uomini e donne, casalinghe e pensionati, studenti e lavoratori, ecc.), dove si può socializzare e trascorrere il tempo libero.
Locali del Circolo Culturale Parrocchiale,
in piazza, a Contessa Entellina
Tenendo presente sia l’esperienza maturata in 15 anni di attività sociale (circolo tradizionale) e culturale (convegni, dibattiti, corsi, seminari, mostre, pubblicazioni, ecc.), sia l’orientamento emerso recentemente, nel corso di tre incontri aperti al pubblico (2, 10 e 14 gennaio 2017), il CCP ha avviato una riflessione, anche col contributo di idee di nuovi aderenti e nuovi collaboratori, per aggiornare nel 2017 la sua organizzazione e la sua attività per meglio attuare i suoi scopi istituzionali.
Dal 28 gennaio è stato avviato, nella sede del Centro (piazza Umberto I) un corso di lingua inglese, organizzato e svolto gratuitamente dalla prof. Anna Fucarino ogni sabato alle ore 17,30, iniziativa accolta con molto interesse da numerosi “studenti”, giovani, adulti e anziani.
Sono in corso di definizione altre iniziative culturali proposte dai partecipanti alle predette riunioni informative (convocate da papas Nicola Cuccia, Presidente del Centro), con particolare riferimento a:
-  visite guidate per conoscere il territorio di Contessa (flora, fauna, sentieri, feudi, edifici rurali, abbeveratoi, ecc.)
-   visite guidate nel centro storico per conoscere il patrimonio culturale locale
-   corso base per usare il computer
-   costituzione di un coro per appassionati di canti della tradizione popolare arbreshe, siciliana e italiana
-   corso per conoscere e praticare tradizionali attività tipiche artigianali e casalinghe (cucina, ricamo, dolci, maglia, uncinetto, ecc.), oggi molto ignorate o per conoscere (attrezzi, fotografie, testi, ecc.) antichi mestieri oggi scomparsi
-   corso per imparare a leggere ed a scrivere l’arbëresh (lingua materna trascurata)
-  destinazione di una bacheca della sede del Centro per esporre temporaneamente fotografie, documenti, composizioni poetiche, ecc. di interesse locale.

Saranno prese in considerazione altre proposte, la cui fattibilità è naturalmente legata all’impegno, alla disponibilità ed alla competenza del proponente.
Per lo svolgimento della sua attività il Centro si avvale delle prestazioni gratuite dei suoi aderenti e collaboratori.
Il CCP nel 2017 curerà,in collaborazione con l’Associazione “Nicolò Chetta”, la celebrazione di due anniversari di interesse locale:
- evento storico per i contessioti: 500 anni (1517 – 2017) del primo atto di assegnazione in affitto per nove anni dei feudi Serradamo e Contesse agli Albanesi di Contessa (la concessione in enfiteusi sarà data nel 1520 e soltanto nel 1521 la comunità di Contessa verrà notevolmente incrementata da un notevole numero di famiglie provenienti dall’isola greca di Andros).
- evento di interesse della comunità sia civile che religiosa: 50° anniversario della morte di tre sacerdoti contessioti (1967 – 2017): padre Lorenzo Tardo (jeromonaco della Badia Greca di Grottaferrata, studioso di musica bizantina), papas Jani Di Maggio (parroco e docente a Contessa), papas Matteo Sciambra (parroco a Palermo e docente universitario).          (Centro Culturale Parrocchiale I)