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mercoledì 6 dicembre 2017

Il pianeta senza una vera mediazione politica rischia di polarizzarsi: da un lato ricchissimi e dall'altro .....

Leggiamo sui giornali di oggi -6 dicembre- che diciotto milioni di persone nella nostra Italia sono a rischio povertà o di esclusione sociale e corrispondono al 30% della popolazione residente. 
Si tratta delle ultime stime Istat sul 2016, contro il 28,7% dell’anno precedente. Numeri che, scrive l’Istituto, vedono gli obiettivi prefissati dalla Strategia Europa 2020 “ancora lontani: la popolazione esposta a rischio di povertà o esclusione sociale – precisamente pari a 18.136.663 individui – è infatti superiore di 5.255.000 unità rispetto al target previsto”.

Si accresce la disparità nella società italiana
I giornali, i partiti politici governativi, addebitano tutto ad una crisi che tuttavia gli altri paesi europei hanno già superato e lasciato alle spalle. 
Persino il paese più coinvolto nella crisi, la Grecia, naviga con percentuali di crescita non disprezzabili anche se ancora fatica.
La scena italiana è in verità occupata -ovviamente- dalla crisi economica che non riesce a superare i livelli ante-declino del 2006/2007 ma soprattutto dall'inadeguatezza della classe dirigente che nessuno, in verità, sa classificare se sia di "destra" o di "sinistra" essendo sostanzialmente i-n-a-d-e-g-u-a-t-a, o come si sarebbe detto in altri tempi incompetente.

Accanto alle difficoltà economiche non è difficile scorgere peraltro che la società italiana è spiritualmente malata, con i politicanti incompetenti ossessionati (a) dalla crescita che non riescono ad agganciare e (b) dai consumi materiali che ci hanno portato al saccheggio delle risorse disponibili e soprattutto all'espansione delle diseguaglianze denunciate dall'Istat.
A proposito delle diseguaglianze ciò che chiunque può constatare è che ne 1990 la differenza retributiva fra un dirigente ed un impiegato qualunque (allora si definiva di "concetto") era di 5 a 1.
Il progresso tecnologico ha eclissato
sia la fascia operaia che il ceto medio.

Se degli operai in quanto classe sociale conoscevamo
la scomparsa, la novità che l'Istat ci presenta adesso è
che nel nostro paese pure la piccola borghesia segnala

(finora pilastro socio-economico e politico del sistema)
è  tracollata.
Col liberismo, l'ideologia fatta propria da alcune forze politiche pure della Sinistra (come il Pd), quel rapporto è divenuto adesso nelle aziende a partecipazione pubblica 40/50 a 1.
In pratica meno funziona il sistema (che sappiamo in crisi) è più la dirigenza i-n-c-o-m-p-e-t-e-n-t-e  guadagna. E' il trionfo dell'ingiustizia che si fa pagare ai meno fortunati.

Se la Sinistra politica non torna a fare la Sinistra è ovvio che la Destra imporrà sempre più la sua logica, che è quella dell'egoismo. 
L'inversione di rotta oltre che politica deve essere pure di rinascita spirituale, nel senso che deve avvalersi oltre che della tradizione cristiana della solidarietà anche della psicologia, dell'economia, dell'evoluzionismo e delle ulteriori nuove visioni. 
In pratica nel terzo millennio devono potersi incrociare le prospettive delle scienze con le antiche saggezze e con le religioni, fino a riuscire a coniugare la dignità di ciascun uomo con la capacità di sostenibilità che il "sistema" o meglio ancora che il "pianeta" riesce ad offrire.
Prendere consapevolezza di questo facile  assioma significherebbe essere già sulla via della liberazione dell'uomo.

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