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domenica 3 dicembre 2017

Economia e Politica. Il potere non è più in mano delle istituzioni democratiche

Viviamo un tempo pericoloso sotto più aspetti: politico, socio-economico, ecologico etc.
Il mercato globale, figlio dell'ideologia liberista affermatasi nel periodo Regan-Thatcher, in realtà non è un vero e proprio mercato fisico, materiale, ma è una rete di macchine programmate a partire da un valore unico ed assoluto -il dio denaro- che esclude qualsiasi altro valore o riferimento. 
Per intenderci meglio, precisiamo che il sistema di economia globalizzata (dentro cui troviamo paesi dichiaratamente capitalisti come gli USA e paesi di finto comunismo come la Cina, paesi prosperi come la Germania e paesi miseri come il Sudan) ha escluso per sua intima essenza ogni dimensione  etica del "mercato".  

Questa nuova economia arricchisce in maniera senza precedenti nella storia dell'umanità una ristretta élite globale di speculatori e nel suo procedere inarrestabile mette e continuerà a mettere a repentaglio il benessere socio-economico della popolazione a livello mondiale. Le diseguaglianze sociali infatti si vanno aggravando, la democrazia assume sempre più significati semplicemente formali, il contesto ambientale entro cui viviamo assume sembianze sempre più sgradevoli.
I governi di tutti gli Stati hanno perso il controllo economico-finanziario dei loro paesi che in precedenza  serviva per impostare ed avviare iniziative di rilancio e sviluppo. 
Adesso gli Stati -grandi e piccoli- necessitano del sostegno della finanza internazionale che, come accennato, impone paletti (in termini di costo: debito pubblico; ed in termini di indirizzi strategico-operativi: sottrazione di sovranità).

Il vero potere di governo da pochi decenni in qua è passato -in buona sostanza-  dalla politica alla finanza.
Questa nuova situazione spiega perchè di politica oggi si occupano i "senza mestieri" ed i "ciarlatani".  Spiega pure il dilagare della corruzione.

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