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venerdì 10 novembre 2017

Banche. I partiti le hanno saccheggiate, poi col denaro pubblico risanate, adesso -alla vigilia delle elezioni politiche- cercano i responsabili: non li troveranno, ovviamente.

Dalla Commissione d'Inchiesta sulle banche sta emergendo uno scontro tra CONSOB e Banca d'Italia. Proprio ciò che serve al Paese per dare fiducia.
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I crack bancari di ‘Banca Veneta’ e ‘Banca Popolare di Vicenza’ sono imputabili a Bankitalia e a Consob, istituzioni preposte alla vigilanza che non hanno funzionato e adempiuto ai loro compiti. 
Ma le responsabilità sono da attribuire solamente agli uomini che non hanno saputo vigilare o alle norme, e quindi alla politica, che quelle norme ha costruito proprio per non farle funzionare ?

Adesso ognuno dei rappresentanti dei "partiti" che hanno ... goduto individua un responsabile diverso e il Presidente della commissione d’inchiesta parlamentare sul sistema bancario e finanziario, Pier Ferdinando Casini non riesce a dire altro che: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”.

La verità è che dove un tempo sedevano personaggi dello spessore di Luigi Einaudi, Guido Carli e i personaggi formatisi in altri tempi, oggi stanno mezze cartucce, in linea con i nostri giorni.

Sorprende che miliardarie vere e proprie ruberie siano avvenute ma finora nessuno dei responsabili sia finito nelle patrie galere.
Sorprende che i giornaloni (Corriere della Sera, La Repubblica ...) che da almeno quindici anni sono stati i giornali portavoce di certi partiti politici non riescano ancora a dedicare "inchieste" e denunce "vere" sulla problematica. 
Già !!! 

Eppure "La Stampa" di Torino riferisce di una nota della Vigilanza di Bankitalia che nel 2009, al termine delle due ispezioni condotte sulla Popolare di Vicenza, informa il governatore Mario Draghi dei problemi emersi e ancora irrisolti sull'istituto guidato da Gianni Zonin. Sottolineando tra questi il prezzo delle azioni troppo elevato rispetto alla redditività della banca. E come il suo allineamento a valori più congrui avrebbe causato problemi all’istituto, con evidenti ricadute sulle vendite di azioni da parte dei soci e di conseguenti rischi per la stabilità della banca.  

La nota, firmata dagli stessi ispettori che avevano condotto le verifiche di controllo del 2009, sottolinea anche come nonostante i correttivi adottati su richiesta della Vigilanza permangano una serie di squilibri.

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