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sabato 9 settembre 2017

Hanno detto ... ...

GIULIO TREMONTI, già ministro della Repubblica
se lo dice Tremonti: "L'Italia ha una classe dirigente discutibile".

LUIGI MARCONI, senatore pd
"Se gli sbarchi si sono dimezzati nel mese di agosto, dove sono finiti quei tanti che non si sono affidati agli scafisti per attraversare il Mediterraneo?".

Ah questa poi. Leggete qua, sbobinatura fedelissima: «Bisogna prendere atto di una verità sacrosanta, di cui sono parte interessata. Il consenso sulla paura... se si cerca il consenso con la paura si possono ottenere voti a tre giorni, a un’elezione, ma poi si va a casa. Io ne sono testimone, io che ho fatto una politica sulla paura e ne ho pagato le conseguenze. Sulla paura delle manette... la paura, diciamo così, sono tutti criminali... la paura... chi non la pensa come me è un delinquente... poi alla fine, oggi come oggi, avviandomi alla terza età mi rendo conto che bisogna rispettare le idee degli altri». E già basterebbe.  

E invece non basta: «Io porto con me una conseguenza: ho fatto l’inchiesta Mani pulite con cui si è distrutto tutto ciò che era la Prima repubblica. Il male, e ce n’era tanto con la corruzione, ma anche le idee, perché sono nati i cosiddetti partiti personali, i Di Pietro, i Bossi, i Berlusconi, sono partiti che durano quanto una persona e io, personalmente, prima di mettere gli occhi al cielo, vorrei rendermi conto che non basta una persona...». Ecco, era Antonio Di Pietro, l’altro giorno a L’Aria che tira su La7. Lui, il pm della rivoluzione giudiziaria e il leader dell’Italia dei valori. Be’, niente male. Ci sono voluti tanti anni, ma va bene così. Si potrebbe guardare all’indietro, a tutto quello che è successo, all’immane disastro, ma sarebbe una fatica penosa e sterile. Il problema è un altro: che se si guarda in avanti, ai nuovi rivoluzionari della purezza, nemmeno queste parole gli saranno d’ammonimento.  

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