StatCounter

venerdì 18 agosto 2017

Hanno detto ... ...

GIANFRANCO PASQUINO, politologo 
La questione vera è che nel Pd non esiste cultura politica, anzi è un partito che è nato avendo abbandonato le culture politiche.
Ci avevano raccontato che il Pd nasceva dalla contaminazione del meglio delle culture politiche del Paese, quella cattolico- democratica e quella marxista- gramsciana. Si sono dimenticati la cultura socialista, e non a caso nessun socialista è entrato nel Pd. Ma dove sarebbe oggi questa contaminazione con cui ci hanno ammaliato? 
Qualcuno oggi sa dire quale sia la cultura politica del Pd? Io credo nessuno sia in grado.
Chi si sente di sinistra elabora la sua posizione in riferimento ad alcuni valori. Ci si può dire di sinistra se si è laici; se si pensa, come scriveva Norberto Bobbio, che le disuguaglianze debbono essere contenute e ridotte; se si crede che un Paese debba garantire a tutti i cittadini uguaglianza di opportunità non solo in ingresso, ma in ogni passaggio della vita, dalla scuola al lavoro. 
Si è di sinistra, insomma, se si ha come cardine la giustizia sociale.

Io concordo sul fatto che la scissione sia un male per ogni partito, ma nel caso del Pd ritengo che sia stata resa inevitabile e che sia addirittura giunta tardivamente. Attenzione, non penso che le scissioni risolvano problemi, ma ritengo anche che, quando esse avvengono, il gruppo dirigente del partito abbia l’obbligo di chiedersi che cosa è stato fatto per evitarle. Invece ricordo che nel Pd gli atti di dissenso venivano castigati, anzichè affrontati con risposte politiche.

La socialdemocrazia tedesca di Willy Brandt. La sinistra italiana ha fatto di tutto per farsi del male da sola e arrivare nelle condizioni in cui versa oggi. A partire dall’estremo conformismo del Pci e dall’eccesso di personalizzazione del Psi.

ROMANO PRODI, ex premier
"Le Ong? Credo sia indispensabile la regolamentazione ma il salvataggio delle vite umane non deve essere messo in secondo piano". 
"Le migrazioni sono incontrollate perchè frutto della guerra in Libia, che doveva durare solo poche settimane ed invece sta durando più della seconda guerra mondiale. Non bastano gli accordi tra i governi occorre coinvolgere con un accordo le 20 tribù libiche che detengono molto potere, ma anche qui non vedo una seria volontà di nessun politico europeo".

Nessun commento:

Posta un commento