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domenica 20 agosto 2017

Economia. Nel mondo globalizzato ... la democrazia

                                        La politica keynesiana di piena occupazione (II)
Nel 1936 Keynes pubblica Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta, la cui idea di fondo è che l'offerta crea la propria domanda, come già in qualche modo asseriva la legge degli sbocchi di Say.
Keynes dimostra che i costi di produzione trovano sempre la copertura finanziaria, ma esistono ostacoli alla piena occupazione.
Egli mette a nudo come gli economisti classici abbiano errato nell'immaginare che la disoccupazione involontaria sia dovuta alla bassa domanda dei consumatori; essa è invece direttamente connessa al basso livello degli investimenti.

Mentre la disoccupazione volontaria è una situazione di equilibrio nel breve termine tra prezzi, produzione e salari,  nulla esclude che essa possa consolidarsi nel medio e lungo periodo. In questa circostanza la disoccupazione non è dovuta alla volontà, scelta, o al "costo marginale" dei lavoratori bensì alla carenza di investimenti. Questa situazione non tarderà ad incidere negativamente sul livello dei prezzi e dei salari.
Keynes punta a dimostrare che il sistema economico che crea disoccupazione è un sistema in disequilibrio. Rileva quindi che i lavoratori non hanno identici obiettivi se alcuni sono occupati ed altri disoccupati, e da queste premesse constata che il livello degli investimenti (determinato dalle aspettative degli operatori) e la spesa pubblica (influenzata dalla politica monetaria e fiscale) concorrono insieme a fissare il livello dei consumi e quello dell'occupazione.
Keynes osserva l "sistema" come un medico studia ed analizza il corpo umano.
Egli con la "Teoria generale dell'occupazione..." non tenta di spiegare le cause della disoccupazione m il persistere nel breve periodo.  Sua è la nozione di "domanda effettiva" a cui reagiscono gli operatori economici, essendo questi sensibili non solo al prezzo a cui possono vendere ma anche alla quantità che il mercato richiede e/o offre. Da qui i lavoratori in situazione di possibile disoccupazione modulano gli obiettivi di consumo futuri. Tutto sulla base delle informazioni in circolo. Questo adattamento dei lavoratori (del mercato) nn fa altro che influire sulla domanda effettiva.  

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