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domenica 26 marzo 2017

Hanno detto ... ...

La parola
come un figlio
AGNESE MORO, figlia dello statista Aldo Moro assassinato

La vita è come un elastico, vai avanti avanti avanti ma in qualsiasi momento puoi tornare indietro’’.

Creare una rubrica (sui giornali) significa unire tempo e grandezza. 
“Bisogna trovare il modo di non tradirla, mantenere il significato del proprio ragionamento in quello spazio editoriale, e consegnare il testo definitivo entro il giorno stabilito. 
Un lavoro apprezzato? Nessuno può saperlo con precisione ed in particolar modo l’autrice. Il ‘pezzo’ pubblicato sul giornale non riceve risposta, il riscontro, quindi, se piace, o meno. E quando lo stesso giornale non lo pubblica, si arriva ad avvertire la sensazione simile a quella che capita quando un tuo figlio non viene apprezzato da altri”.
“Ricordare stanca  e per circa dieci anni non sono riuscita a leggere una sola riga scritta da Aldo Moro, perché lui era così vivo in quei testi ed io stavo troppo male. Mio padre mi mancherà sempre. È parte di me’’. 


Lei da pochi anni ha scelto di incontrare e perdonare quelli che hanno messo fine all’esistenza del papà. Ora i ricordi di quando era vivo sono tornati, con l’effetto dell’elastico, in una veste nuova e meno dolorosa: “È come se si fosse spezzata una spirale d’odio che ha riguardato non solo le persone coinvolte, ma anche quelle che sono venute dopo”. 
“La vostra generazione (ndr. de govani) si sta convincendo di contare poco, o nulla, ma anche solo scrivendo si può sovvertire questo luogo comune e contare di più".

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