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martedì 31 gennaio 2017

Economia. Nel mondo globalizzato ... la democrazia

La crescita economica

Il concetto di crescita economica ha connotazioni valutative per i politici, gli economisti e per i giornali che provano a renderne conto all'opinione pubblica.
Se, ad esempio, si afferma che l'economia è cresciuta del 4% è palese che in ogni settore della società si diffonde grande soddisfazione nel dirlo, mentre se si è in recessione  perché l'economia decresce dell'1% è ovvio che l'allarme diffonde imbarazzo in una intera nazione.
Quando un governo riesce a registrare crescite elevate del Prodotto Interno Lordo (PIL) è segno che -con competenza- riesce ad applicare una politica economica efficace. Quando l'economia decresce i governanti non assumono mai la responsabilità e rilasciano dichiarazioni individuando le cause nei precedenti governi, nei cicli sfavorevoli, nello sfavore degli organismi internazionali e magari nel fato.
I paesi europei, l'Italia soprattutto, dalla crisi del 2007-2008 non sono riusciti a venire fuori definitivamente. In Italia -come da una quasi tradizione delle classi politiche- si prova ad accendere i motori della crescita con una unica terapia: l'indebitamento pubblico. E siccome i motori non si sono ancora accesi ... stiamo per accostarci alla situazione della Grecia, dove sono stati posti in vendita i porti, gli aeroporti e pure i millenari monumenti storici per far fronte al debito.

Prescindendo dalle facili valutazioni politiche, in questa rubrica ci limiteremo alle considerazioni prettamente economiche.

ll PIL si misura in denaro e gli organi internazionali come l'OCSE e la stessa ONU dal secondo dopoguerra si sono adoperati a rendere omogenei i criteri del relativo calcolo.
Il PIL non è altro che il valore di tutti  beni ed i servizi prodotti nell'arco di un anno.  
(segue)   

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