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domenica 4 dicembre 2016

Economia. Nel mondo globalizzato ... la democrazia

Il Keysenismo archiviato da Regan
sarà definitivamente seppellito da Trump ?

Donald Trump, nuovo Presidente degli Usa,  sulla carta e' un repubblicano e per chi ama la Storia il ricordo corre inevitabilmente al novembre 1980 quando un altro repubblicano conquisto' la Casa Bianca: Ronald Regan.
Allora come adesso verosimilmente la svolta nella politica del gigante americano lascerà i segni su tutto il pianeta. 
In entrambi le circostanze i repubblicani per vincere le elezioni presidenziali hanno puntato inizialmente sull'orgoglio nazionale per poi, realmente modificare il corso dell'economia.
Trump pare -dagli uomini di governo di cui sta circondandosi- che punterà in politica economica sul protezionismo e però alla base del quadriennio agiterà sul piano più prettamente politico il nazionalismo. 
Come avvenuto con Regan a prendere piede -con la presidenza Trump- sarà sopratutto un nuovo stile di governo dell'economia. 

Quando Regan si insediò alla Casa Bianca, l'inflazione aveva raggiunto livelli vicini al 20% annuo e -allora- sulla spinta di economisti ultraliberisti (Milton Friedman) egli capovolse il quadro teorico e pratico del keynesismo che in America dominava sin dagli anni del New Deal (anni trenta del Novecento). 

Gli effetti immediati della svolta reganiana furono la lotta all'inflazione e la riduzione drastica delle spese sociali e dei posti di lavoro. 
L'inversione di tendenza -rispetto al keynesismo- fu perseguita per lungo tempo, in realtà per tutti gli anni di governo di Regan, e prese il nome di reganeconomics (= riduzione del ruolo dello stato in economia).

La riduzione della pressione tributaria si accompagnò alla crescita degli armamenti per fronteggiare l'Unione Sovietica, allora definita l'impero del male.
Da uomo forte quale volle apparire, Regan licenzio' in massa i controllori di volo che avevano scioperato.
Ebbe inizio quella che fu definita la "deregulation" (= tendenziale cancellazione di tutti i vincoli sindacali, amministrativi, contabili e fiscali gravanti sulle aziende) e l'abbattimento delle aliquote fiscali sui redditi alti.

A questa politica di rilancio capitalistico (rilancio delle forze naturali) fece eco, dall'altro lato dell'Atlantico il leader conservatore inglese Margaret Thatcher. 
Pure per lei il primo bersaglio da abbattere furono le centrali sindacali che vennero sconfitte fra il 1979 ed il 1985 dopo lunghissimi scioperi ed estenuanti trattative e l'avvio di una deregulation che in Gran Bretagna ebbe parecchie roccaforti da dover espugnare, molte di più che nella realtà Usa.

Sia per Regan che per la Thatcher la base di azione fu -quindi- l'orgoglio nazionale usato però solamente come strategia comunicativa, il vero bersaglio è stato lo "stato sociale".

La nuova stagione che ancora 
stiamo vivendo: il neo-liberismo
La liberta' dell'individuo, la selezione naturale dei migliori aprirono quella che fu definita la stagione degli yuppies: il neo-liberismo.
Neo liberismo che le successive amministrazioni "democratiche" negli Usa (Clinton, Obama) non riuscirono più a contenere e che anzi hanno provato ad imporre all'intero pianeta.

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