StatCounter

sabato 19 novembre 2016

Cristianesimo. Storie, ricorrenze, fatti, personaggi ed Ecumenismo di oggi n. ''002

"I beni che hai sono frutto di 
rapina, se non tua dei tuoi avi"

                                                                         Giovanni Crisostomo
^^^^^^^^^^^^^^

«Peccare non è solo non fare 
 il male, ma anche non fare il bene»

Pier Paolo Pasolini: 

004)
L'anno della misericordia sta per chiudersi. Eppure sono tanti quelli che si chiedono Misericordia di cosa, per cosa ?

Ingiustizia originale 
della ricchezza
Ma per favore, ditemi: da dove 
vi derivano le vostre ricchezze? 
Da chi le avete ricevute? "Dai 
miei nonni, tramite mio padre". 
Ebbene, sareste capaci di 
risalire a ritroso lungo la storia 
della vostra famiglia, e 
dimostrare che quanto 
possedete, lo possedete 
secondo giustizia? La verità è 
che non ne siete capaci. 
Il principio e la radice sono 
sempre, per forza, l'ingiustizia. 
Perché? Perché in principio 
Dio non fece ricco uno e 
povero un altro, né prese 
uno e gli diede grandi 
giacimenti auriferi, privando 
un altro dei benefici derivanti 
da questo rinvenimento. 
Nossignore. 
Dio pose al cospetto di tutti 
la medesima terra. E com'è 
che di questa, pur essendo 
comune a tutti, tu ora ne 
possiedi ettari ed ettari, e 
quell'altro neanche una zolla? 
"Li ho ereditati da mio padre!", 
mi replichi. "E lui, a sua volta, 
da chi li aveva ricevuti?". 
"Dai suoi antenati". In realtà, 
è necessario che risaliamo ad 
ancor prima, giungendo fino al 
principio... Ma supponiamo che 
la ricchezza di cui ora tu disponi 
non sia frutto di ingiustizia, né 
di qualsivoglia rapina, e che tu 
non sia in alcun modo responsabile 
di quel che ha rubato tuo 
padre. In questo caso, ciò 
che possiedi è comunque 
frutto di rapina, per quanto non 
sia stato tu a rubare. Ma ancora:
 supponiamo poi che non sia stato
neppure tuo padre a rubare, ma 
che il suo denaro sia come 
d'improvviso scaturito da un punto
della terra che nemmeno 
conosciamo. Ci è sufficiente 
perché possiamo dire che la 
ricchezza è buona? No di certo. 
Voi mi replicherete: "Ma 
neppure per dire che è malvagia!".
 Non è malvagia solo se tu non 
sei avaro e ne dai ai bisognosi. 
Molto bene: e non è forse male 
che uno solo possegga quelli che
 sono beni del Signore e che uno 
solo goda di quanto è comune?
 Non dice infatti la Scrittura:
 "Del Signore è la terra 
e tutto quanto contiene" (Sal 24[23],l)?
Perché, se quel che possediamo 
appartiene al comune Signore, 
allora appartiene anche a quanti 
sono suoi servi, che è il caso nostro. 
Ciò che è di Dio, è tutto comune. 
Non ti rendi conto che questo 
stesso è l'ordine stabilito nelle 
grandi case? A tutti si dà la 
medesima razione di cibo, 
poiché esce dai granai del padrone.
La dimora del signore è aperta 
nella stessa misura a tutti i 
servitori. Comuni sono pure 
tutte le realtà dell'impero: le 
città, le piazze, i passeggi, non 
sono forse cose comuni a tutti?
 E non ne partecipiamo tutti in 
eguale misura?

Crisostomo Giovanni in
Omelia 12 sulla prima 
Lettera a Timoteo
La misericordia dall'origine del mondo ai nostri giorni entra anche -sopratutto- nell’uso dei beni del nostro mondo, essa ha a che fare con l'economia, con la ricchezza, oltre che con lo Spirito, la Bellezza ed il Sorriso.
Il Vangelo di Luca denuncia che il figlio (il cristiano) che accumula ricchezze si  divide, 
si allontana, dal Padre e dai fratelli, infatti passa subito a chiarire come tutti dovremmo comportarci.
Dovremmo imitare quell'amministratore sapiente  (cap. 16, 1-9) che  prima era disonesto, perché si appropriava di ciò che non era suo, quindi e' diventato saggio ed ha immediatamente saputo cosa fare per uscire dal vicolo cieco in cui era venuto a trovarsi: 
se il suo Signore dona e perdona tutto a tutti, anche lui comincia un po’, almeno un po', ed in seguito ... magari tutto, a donare e per-donare.
Questa è la volontà di Dio, del Dio cristiano, nell’uso dei beni, per essere accolti nelle dimore eterne.

005)
La Misericordia. Cosa e' se non disponibilita'  e condivisione ?
I giusti (i benpensanti) pensano che ciò che ci salva è la nostra bravura nell'acquisire beni con cui meritarci l'apprezzamento sociale e quello  di Dio, altrimenti il rischio e' la perdita della considerazione fra la gente e la condanna e punizione di Dio.
Questo atteggiamento è un insulto a Dio, gli attribuiamo infatti l'immagine diabolica che tutte le religioni hanno e che sono nate per tenerlo buono.
Il Dio cristiano non è questo.
Sta qui la difficile conversione dalla Legge (che valorizza il merito) al Vangelo (che valorizza la disponibilità); conversione che dura tutta la vita e aiuta a capire che nel Cristianesimo viviamo di grazia, se no è una vera disgrazia vivere. E' una vera disgrazia vivere per competere e superare l'altro in ricchezza, presunzione, rilievo sociale.
Paradiso e inferno si giocano qui (in questa terra) a cominciare dall'uso dei beni. Tutte le guerre, tutte le lotte, tutte le ingiustizie, tutte le menzogne, tutte le schiavitù, tutti gli abomini che il bel mondo ci propina attraverso la cronaca giornaliera sorgono per l'uso dei beni, perche' vogliamo essere padroni, vogliamo averne sempre di più.
Non piove certo dal cielo il mondo che  viviamo. L'economia che oggi e' globale dipende da noi, o meglio da pochi di noi che decidono per noi.
Gli immigrati che vengono a lavorare per noi in Italia ed in Europa e che pagando i contributi ci consentono di ricevere dall'Inps le pensioni di vecchiaia noi, tanti di noi, li trattiamo male. Pensiamo che vengono a toglierci qualcosa ed invece da secoli siamo stati noi a togliere loro tutto. Pure la dignità di uomini (colonialismo).
Se solo aprissimo gli occhi riusciremmo, saremmo capaci di  trattarli da umani.
La grazia di cui parla il Vangelo è  l'amore, la gratuità, la bellezza, il dono, la misericordia, la gioia.

006)
La bellezza nella Liturgia bizantina e' custodita ed esaltata mirabilmente.
Quel Dio che al contrario di come molti pensano stia in una regia dove viene adulato da angeli che gli offrono oro e splendori e che starebbe sempre pronto a punire e maledire chi gli manca di rispetto e' al contrario l'amore, la gratitudine, la bellezza, il dono, la misericordia, la gioia, che -dipendenti da noi- vorrebbe stare sempre fra noi.
Queste situazioni felici ora ricordate la Liturgia bizantina li richiama sullo sfondo della "bellezza" che volutamente essa si propone di mostrare. Essa vuole farci  intendere che "Dio coesiste con l'uomo, nell'uomo". 
Ecco perche' tutti gli uomini possiedono "dignita'", compresi i mascalzoni ed ovviamente i poveri che vivono degli scarti delle nostre società liberiste e gli immigrati che fuggono le guerre messe in campo dalle nostre società liberiste.

Nessun commento:

Posta un commento