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sabato 29 ottobre 2016

Economia. Nel mondo globalizzato ... la democrazia


Il neo-liberismo e l'apice della diseguaglianza

L'impegno per contrastare la diseguaglianza economica e  sociale conduce ed implica accentuate polemiche e non raramente e' sfociato in passato nelle violenze guidate dalle ideologie.
 E' la Storia che dimostra come in epoca moderna e contemporanea la lotta dei poveri per conseguire condizioni umane sia quasi sempre finita in conflitti e situazioni di violente oppressioni.
1) La rivoluzione francese pose come basi la liberta', l'eguaglianza e la fraternita' ed invece fini' dando luogo a fenomeni di terrore e di stermini umani.
2) La rivoluzione russa del 1917 pose come basi la fine delle divisioni in classi sociali ed invece fini' dando luogo alla peggiore dittatura che abbia avuto l'umanita'.
Due rivoluzioni bagnate dal sangue e dallo sterminio di decine di milioni di esseri umani.

La violenza non ha comunque sempre caratterizzato l'impegno per l'eguaglianza degli esseri umani . E' il caso attraversato dall'Italia dai primi anni sessanta fino ai primi anni settanta. Furono i primi governi di centro-sinistra che conformemente all'operato di quanto facevano in tutta Europa le forze socialdemocratiche impressero nel segno dell'eguaglianza una significativa contrazione alla diseguaglianza giovandosi dell'accentuata crescita economica di allora.

Ai nostri giorni i livelli di diseguaglianza stanno raggiungendo livelli "storici" sia fra le differenti nazioni che all'interno dei singoli stati.
Con l'affermarsi della rivoluzione neo-liberista promossa da Ronald Regan e da Margaret Thacher la diseguaglianza crescente impostasi dagli anni novanta ad oggi interroga -adesso- gli economisti se essa non cominci a costituire una minaccia diretta per la stabilita' del sistema.

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