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mercoledì 24 febbraio 2016

Valle Belice. L'infinita ricostruzione

GIORNALE DI SICILIA

 I sindaci torneranno, nei prossimi mesi, a incontrare il Ministro delle infrastruitture, perché il rischio è quello che la ricostruzione rimanga un'incompiuta. 
Max Firreri PARTANNA 
··· Sono gli sgoccioli, le ultime somme, che chiudono una partita iniziata nel 2013. I paesi della Valle del Belice respirano ora una boccata di ossigeno nella lunga e affannosa questione legata alla ricostruzione post-terremoto '68 nel Belice. 
Sono stati firmati ed emessi i mandati di pagamenti relativi alla somma residua del finanziamento ottenuto con la legge dello Stato 228/2012. Si tratta di 28 milioni di euro che erano rimasti vincolati presso la Regione Siciliana per lo sforamento del Patto di stabilità nel 2015. La somma originariamente stanziata è stata di 45 milioni di euro sia per le opere pubbliche che l'edilizia privata. 

Lo Stato - tramite il Ministero delle infrastrutture - erogò nel 2013 la somma di dieci milioni di euro. Dei 35 milioni residui trasferiti alla Regione, 8 milioni vennero erogati dagli uffici regionali, gli altri sono rimasti bloccati. Ora lo svincolo e le somme che stanno per arrivare nelle casse dei 21 comuni. «Abbiamo motivo di ritenerci soddisfatti del lavoro fin qui svolto che, nonostante il lungo lasso di tempo intercorso, oggi vede concludersi una vicenda sulla quale siamo stati incalzanti, trovando e suggerendo alle istituzioni, le soluzioni tecnico giuridiche che hanno portato alla soluzione finale» spiega Nicola Catania, sindaco di Partanna e coordinatore dei comuni del Belice. 
Ma la questione della ricostruzione rimane un capitolo aperto. Perché l'arrivo di queste ulteriori somme non chiude la partita aperta qualche anno dopo il terremoto. Mancano ancora ulteriori somme per completare la ricostruzione, sia per quanto riguarda le opere pubbliche che l'edilizia privata. 
Ma, di contraltare a una questione non chiusa, c'è oggi la necessità dei comuni di assicurare la manutenzione di opere pubbliche costruite coi soldi della ricostruzione. Ma mancano i fondi e gli enti si trovano in difficoltà. La partita della ricostruzione non è, dunque, chiusa. «Il lavoro del coordinamento - dice ancora Catania - non si è fermato al semplice sblocco del finanziamento, ma è in atto una forte ed intensa interlocuzione con le istituzioni tutte per evitare di far cancellare dall'agenda dello Stato e della Regione la questione ricostruzione legata al nostro territorio». 
I sindaci torneranno, nei prossimi mesi, a incontrare il Ministro delle infrastrutture, perché il rischio è quello che la ricostruzione rimanga un'incompiuta. «L'attività - dice ancora Catania - riguarda solo il soddisfacimento dei diritti acquisiti, ma anche a creare gli strumenti necessari per rientrare a pieno titolo fra quei territori che si candidano prioritariamente all'utilizzo produttivo dei fondi strutturali 2014-2020». 

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