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martedì 17 novembre 2015

François Hollande: «La Francia è in guerra»

Maggiore sicurezza = Restrizioni alle libertà costituzionali

In tutt'Europa dopo gli attentati di Parigi è caccia ai terrristi e la Francia avvia massicci attacchi aerei contro l'Isis in Siria. 
Per le strade di Parigi da venerdì notte
risuona un pò ovunque
il canto della Marsigliese.
E fa sempre un certo effetto,
specie se a cantarla sono il
Presidente della République,
 i ministri, i deputati, i 
senatori.

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 La volontà da parte di Hollande di
mostrare nessuna esitazione
nell’uso della forza è stata rafforzata
dall’annuncio che, mentre le «frappes»,
i raid, continueranno contro le basi dell'ISIS
in Siria, la portaerei Charles De Gaulle
sarà inviata nel Mediterraneo orientale
in modo da triplicare la capacità
operativa dell’«Armé» rispetto a quella attuale. 
François Hollande ha inoltre chiesto un intervento unitario da parte dell'Unione europea rivolgendosi ai partners «in base all'articolo 42.7 del trattato dell'Unione che prevede che quando uno Stato è aggredito tutti gli Stati membri debbano dargli solidarietà di fronte all'aggressione».


Hollande, intervenendo davanti al parlamento ha ancora annunciato lo stato di emergenza per tre mesi. «Per far fronte alla minaccia dei terroristi dobbiamo cambiare la nostra Costituzione», ha aggiunto. Ha chiesto una modifica all’articolo 16 per attribuire maggiori poteri al presidente della Repubblica in caso di «grave e immediata minaccia alla Nazione» e all’articolo 36, secondo cui lo stato di assedio non può protrarsi per oltre 12 giorni.

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