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mercoledì 9 settembre 2015

Lettera di Zef Chiaramonte inviata al Direttore di "Osservatorio di Balcani e Caucaso"

Gentile Direttore,
per motivi tecnici non sono in grado di rispondere in "commenti", tuttavia non voglio che passi il momento favorevole per commentare e "illuminare" l'articolo relativo alla chiesa di Dhermi in Albania, da Voi pubblicato nell'ultimo numero dell'Osservatorio.
La tesi relativa all'aspirazione occidentale degli Albanesi non è affatto una chimera, indipendentemente dalla voga politica odierna.
La chiave di tutto sono gli Arbereshe, quegli albanesi rifugiatisi in Italia, soprattutto dopo la caduta dell'Albania in mano ai turchi ottomani.
L' appartenenza alla tradizione rituale bizantina e alla confessione romana della regione illirica risale ai primi secoli del Cristianesimo e si spezza solo nel 732 a causa della crisi iconoclasta.
Lo stesso fenomeno -tradizione bizantina e appartenenza romana- si riscontra in Italia meridionale e in Sicilia.
Nel 732 l'imperatore Leone III Isaurico, in rotta col Papa di Roma che si era schierato con gli "iconofili", stacca le tre regioni - Illirico, Calabria e Sicilia - dalla dipendenza romana e le lega a Costantinopoli.
Mentre Sicilia e Calabria rientrano nell'osservanza romana con la "reconquista" normanna, l'Illirico, e quindi l'Albania, rimarrà legato a Costantinopoli.
Il ricordo di Roma e l'aspirazione "occidentale" del popolo e della chiesa albanese, si riconfermano col Concilio di Firenze, con la personalità di Scanderbeg e della sua famiglia, e sono testimoniate tutt'ora dalla posizione delle eparchie italo-albanesi - Lungro (CS) e Piana degli Albanesi (PA).
Proprio dalle comunità bizantine italo-albanesi proveniva quel Nilo Catalano sepolto a Dhermi, che, insieme tanti altri basiliani cattolici, teneva desto questo ricordo per tutto il XVII secolo.
Aggiungo che, trovandomi in questi giorni in Albania, ho riscontrato nei paesi di Germeni e dintorni, chi si dice "ortodosso con Mosca" e chi "ortodosso con Roma".
Qui è chiaro che "ortodosso" vuol dire appartenente al rito bizantino, ma, mentre Mosca sostituisce Costantinopoli, perché in mano turca, resta vivo il ricordo e l'aspirazione a Roma.
Aggiungo, infine, che proprio in considerazione di questo DNA albanese, sempre diretto verso l'occidente, Mons. Theofan Stilian Noli, nel voler creare una chiesa autonoma albanese - oggi Chiesa Ortodossa Autocefala d'Albania-, l'avrebbe voluta sul modello della chiesa italo-albanese.
Ringrazio per l'attenzione e saluto cordialmente,
Prof. Zef Giuseppe Chiaramonte

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