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giovedì 13 agosto 2015

Libere riflessioni per chi ipotizzava di possedere la superioorità religiosa e di dover (per autorità) sradicare l'identità cultural-religiosa bizantina

Ci era stato preannunciato che Mons. Gallaro fosse un grande canonista. Ne fummo contenti tutti noi laici, molto più del clero confusionario che ben conosciamo. 
Per noi laici canonista in un certo senso ha a che fare con "uomo della legalità", uomo rispettoso delle regole.

Quale delusione, quale sconforto, quale conferma che in questa terra di Sicilia il rispetto delle regole resta il sogno, la meta mai raggiungibile.

Ci siamo detti: se il grande canonista fa carta straccia delle regole della Chiesa esiste -in profondità- un virus che opera in tutti i siciliani e che coinvolge tutti, "da u papa a u sbirru" come si dice ancora oggi nelle campagne. 
Rispettare le regole non è cosa che noi siciliani sappiamo fare, non ci riusciamo. Sembrerebbe così, ma esistono nonostante l'illegalità diffusa siciliani integri. 

Mons. Gallaro, sin da prima di essere ordinato -29 giugno- con l'episodio di Mezzojuso ha mostrato di strafregarsene (o forse di ignorare) i 723 articoli che compongono i canoni deliberati a Grottaferrata e avallati da Prefetti e Prelati latini di Santa Romana Chiesa.

Il comportamento di Mons. Gallaro mi ricorda i giorni, quando da responsabile del personale di una azienda convocavo le rappresentanze sindacali per concordare con esse le nuove modalità di lavoro e adeguarle alle norme legislative. C'era, volta per volta, un sindacalista che non condivideva per principio quel tipo di incontri e quando gli ricordavo che certe operazioni erano richieste dalla "legge" egli gridava, "quale legge e legge, qui dentro la legge sono io, sono sindacalista".
Mons. Gallaro sembra proprio quel sindacalista, sindacalista che però nella sostanza -lo conoscevo- era una brava persona. 
Mons. Gallaro sembra dire, "ma quale canone e canone, qui il vero cannone sono io".

Così non è e non potrà essere. 
Mons. Gallaro si adoperi a fare il Pastore, somministri a tutti il contenuto del Vangelo, a bizantini, latini, non credenti e non praticanti; non credenti che vanno diventando molto più numerosi dei credenti. 
Rispetti le regole e non faccia il siciliano di turno.

Ha ricevuto il mandato di latinizzare ciò che è fattibile ?
Non vogliamo crederci. Se così fosse non ci meraviglieremo: la storia degli arbëresh è piena di incontri/scontri con prelati romani ottusi di mente, gente che nel "diverso" vede il maligno ed il nemico.
Mons. Gallaro disattenta, con intelligenza, chi gli ha dato simili stupidi mandati.

In Sicilia il mondo di coloro che disattendono le leggi è in forte riduzione, la legalità conquista spazi. 
Nella Chiesa il rispetto dei "canoni" di contro è fortemente disatteso. Immenso è il numero dei sacerdoti che predicano bene e razzolano non male, bensì malissimo al punto che in percentuale superano i normali cittadini; razzolano pure alla maniera delinquenziale, usando denaro pubblico o delle comunità religiose disinvoltamente, offendendo ed umiliando il prossimo, facendo carta straccia, appunto, dei canoni ed infine non credendo alla salvifica Parola del Vangelo.
Lavori su questo versante, lasci stare la Cultura, la Storia, le Tradizioni meravigliose della Chiesa di Piana degli Albanesi. Essi non tollerano manipolazioni o interpretazioni strumentali.
Trovi il modo di convertire gli ottusi che gli hanno -eventualmente- suggerito di perseguitare la comunità a cui è stato inviato.

Vuole essere Pastore di tutti ? E' suo dovere esserlo.
Ebbene si vesta dei prescritti (dai canoni) paramenti bizantini e con autorevolezza ed umiltà nello stessa tempo insegni la Parola a tutti, soprattutto ai non credenti. 
Per questa ragione, in altra occasione, ho suggerito da quest Blog al Vescovo veniente di vivere più nelle piazze, nei circoli, nelle sezioni di partiti, nelle realtà lavorative ed associative. 
Vada a cercare le pecore smarrite e che non lo riconoscono più come loro pastore. 
Lasci stare i prelati "ottusi ed ignoranti" che temono il diverso, lasci stare i fanatici che si dicono latini o greci e non hanno mai dato attuazione ad una sola espressione della Parola. 
Non insegua costoro perchè essi odiano,  o non capiscono la Storia la Cultura e la Tradizione bizantina. Riesca a distinguere fra fanatici irrecuperabili e amanti della propria Cultura e della propria Identità che sono aperti verso tutti.

Chi non accoglie i paramenti dei diversi (dei greci, nel nostro caso) è segno che "odia", "disprezza" l'a-l-t-r-o
Per accogliere la Parola non necessitano i paramenti latini.
Noi arbresh in ogni dove, in Germania, a Torino, a Roma, a Palermo ascoltiamo la Parola dei prelati latini, vestiti coi loro paramenti latini, senza nemmeno accorgerci che essi vestono alla latina.
Qui, a casa nostra, nella Eparchia bizantina riconosciuta dai Papi, io penso, che abbiamo diritto canonico  di vedere  il nostro clero e soprattutto il nostro Pastore vestito come Storia bizantina, Cultura bizantina e Tradizione bizantina sanciscono. 
Vestito alla bizantina non solo nelle nostre Chiese, pure in quelle di altro rito. Egli è il Vescono dell'Eparchia bizantina che si reca nelle chiese bizantine ed in quelle latine. Non è un Vescovo senza nè carne nè ossa che si intende e si adopera nelle metamorfosi. 
Non è un uomo privo di identità che va girando. 
E' e deve essere un Vescovo con identità bizantina che diffonde (lo dicono i canoni) la conoscenza dell'espressione cristiana bizantina.
Stia sicuro, noi bizantini conosciamo l'identità romana molto meglio di moltissimi romani. Non serve in Italia che pure il Vescovo bizantino vesta alla latina. In noi richiama la ridicolagine del folklore, inaccettabile per chi crede.

Voglio provare a capirLa, anche su altri versanti. 
Lei è sottoposto alle pressioni dei prelati ottusi e dei fanatici, che in quanto fanatici non sono credenti del Vangelo ma del loro protagonismo.
Lei però è Pastore, non è un politico che deve raccogliere i consensi. 
Rispetti la legge, rispetti i canoni. I canoni sono figli, espressione della Bolla e non delle bolle di sapone, che gli ottusi le propongono. I canoni sono stati varati dopo che il Papa e le Congregazioni competenti le hanno passate al setaccio.

Ponga fine alla ridicola vicenda prima che i comitati spontanei si compongano su tutte le realtà eparchiali.
Prima che il caso da locale diventi continentale, nell'Europa che si scristianizza di ora in ora e con Lei che caccia via i cattolici-bizantini per il gusto di offendere l'operato dei predecessori che -al contrario di ciò che Lei mostra di pensare- sempre sono stati ligi alle prescrizioni della Chiesa di Roma.

Un cattolico
che vive senza porsi problema alcuno
il rito greco e quello latino 
ma che ritiene assurdo 
oltraggiare
Storia, Cultura e Tradizioni 
^^^^^^^^^^^^
Da laico che vive la legalità come regola di vita, mi consentirà di pubblicare, giorno dopo giorno, su quest Blog, un articolo dei canoni di Grottaferrata.
Se dovesse sentirsi offeso, da canonista quale è, le consiglio di non leggere il Blog.
Comincio con quelli che più direttamente La riguardano e che sono già stati pubblicati. 
Sono quelli che La qualificano -ai nostri occhi di non studiosi del diritto canonico- come una persona non rispettosa delle regole.
Ciò che Le sfugge è che Piana degli Albanesi non ha un Vescovo birituale. Piana è, e desideriamo che resti, una Eparchia bizantina con al suo interno fedeli romani, ed in futuro potrebbe avere pure copti, caldei etc.
La preghiamo di entrare nel nostro contesto culturale. 
Noi non siamo melkiti, sottoposti ai lunghi tempi all'omologazione. 
Da noi chi vuole passare al rito latino non necessita prima dell'ammollo temporale dei finti orientali. 
Da noi chi lo desidera diventarci ci passa senza alcun processo temporale di latinizzazione più o meno guidato.
Siamo molto indipendenti su questo fronte, noi. 

-art. 544-
-§ 1: Il vescovo "è moderatore, promotore e custode di tutta la vita liturgica nell'eparchia a lui affidata" (CCEO ca. 199, par. 1). 
"A lui spetta celebrare in tutta l'eparchia le sacre funzioni che, secondo le prescrizioni dei libri liturgici, devono essere da lui celebrate solennemente" (CCEO ca. 200).
-§ 2: Nell'Eparchia di Piana degli Albanesi, nella quale sono presenti anche fedeli ascritti alla Chiesa latina, il vescovo eparchiale di rito bizantino, pastore a cui è affidata anche la diretta ed ordinaria cura pastorale dei fedeli ascritti alla Chiesa latina, celebrerà le sacre funzioni per questi fedeli osservando il proprio rito orientale, salve che vi siano diverse disposizioni impartite dalla sede Apostolica, conformemente a quanto prevede il CCEO (ca. 674, par. 2).


-§ 3: Tutti i fedeli saranno istruiti al riguardo sulla corretta comprensione dell'identità rituale bizantina dell'eparchia.  

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