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venerdì 22 maggio 2015

Da La Sicilia

















Lo scenario
Lo scenario, qualora le Srr (Società di regolamentazione dei rifiuti) non fossero in grado di subentrare agli Ato, sarebbe il blocco delle attività di raccolta. Per scongiurare questa eventualità, il governo regionale a più riprese ha chiesto al ministero dell'Ambiente il commissariamento, ma finora Roma ha risposto picche. L'alternativa potrebbe essere che dal primo luglio ciascun Comune decida di operare in regime d'emergenza, ricorrendo sempre all'articolo 191. Ciò significa che ogni sindaco dovrà "cantare messa" coi soldi a disposizione, se è il caso, rinunciando (di fatto un licenziamento) ai netturbini oggi in servizio. Questi i motivi che hanno spinto i sindacati di categoria, Fp-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, ad annunciare ieri lo stato d'agitazione del personale e l'avvio delle cosiddette procedure di raffreddamento. Preludio ad uno sciopero in tutte le province dell'Isola. «Due governatori, cinque assessori regionali, tré capi dipartimento, a più di cinque anni dalla legge di riforma - spiegano i segretari Claudio Di Marco, Dionisio Giordano e Pietro Caleca non hanno raggiunto gli obiettivi prefissati: ovvero spazzare via il vecchio sistema dei degli Ato e sostituirlo con uno nuovo in grado di realizzare il ciclo integrato dei rifiuti in ambiti territoriali ben definiti, attraverso le Società di regolamentazione dei rifiuti». Risultato? Gli Ato, veri e propri carrozzoni, continuano a produrre debiti (oltre un miliardo di euro); i commissari liquidatori non riescono più a recuperare neanche un euro dalle casse dei Comuni ed i commissari di nomina regionale ad essi affiancati stentano a garantire la continuità del servizio. Insomma, un cane che si morde la coda. Anche perché, alla base, i Comuni non riescono a reperire i fondi per la raccolta dei rifiuti. Resta infatti alta l'evasione e l'elusione. Una giungla di società e di sigle per un sistema confuso e arretrato. Ne la nuova Giunta sembra avere le idee chiare per trovare una soluzione della tassa sull'immondizia. A complicare le cose, secondo i sindacati, è stata la legge 3 del 2013 (voluta dal governo Crocetta), che restituisce ai Comuni in forma singola o associata la possibilità di svolgere il servizio con i cosiddetti Aro (Ambiti raccolta ottimale). «Questa norma ha sancito il "de profundis' per il settore dei rifiuti - aggiungono Di Marco Giordano e Caleca - creando una frammentazione, tra l'altro, non contemplata dalle normative nazionali e comunitarie, con la conseguenza di favorire il riproporsi delle ditte del malaffare».
La ricetta dei sindacati

Uscire dallo stallo è difficile, ma non impossibile. I sindacati suggeriscono un paio di mosse: un decreto "blocca Aro", l'immediato passaggio dei dipendenti degli Ato alle Srr (circa 3.500 su ur totale di 11 mila operatori ecologici impiegati nel settore rifiuti) e l'approvazione dei cosiddetti piani d'ambito. «Impegni già assunti dall'assessore Contraffatto ai tavoli di trattativa, che non devono restare lettera morta - concludono i tré sindacalisti Se il governo regionale non interverrà con autorevolezza ed immediatezza si determinerà il default del sistema dei rifiuti».

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