StatCounter

domenica 31 maggio 2015

Contessa Entellina. E' tempo di prime comunioni e di cresime

 A Contessa solo chi è duro di cuore o non è sensibile alle melodie musicali e corali non avverte le suggestioni delle diverse culture che si fondono nell'unitario linguaggio eterno che evoca il divino.

 Oggi nella Chiesa della Favara ad un consistente gruppo di giovanotti e giovinette è stato somministrato nel clima magico dei canti elevati dal numeroso e ben amalgamato Coro parrocchiale, dal delegato eparchiale Don Vincenzo Cosentino, il sacramento della Cresima.

 Il delegato eparchiale Don Enzo Cosentino, nel corso dell'omelia, ha fra l'altro preannunciato la prossima cessazione dell'Amministrazione Apostolica del Cardinale Paolo Romeo, con allusione alla vestizione prossima (28 giugno) del neo Eparca di Piana degli Albanesi Giorgio Demetrio Gallaro.

Il parroco, padre Giorgio Ilardi, ha da parte sua preannunciato che domenica prossima saranno somministrate le prime comunioni ai ragazzi che hanno completato il ciclo di catechismo. 
  
.

Con le immagini ... ... è più facile

Oggi gli italiani di 7 regioni eleggono i loro rappresentanti

Suggerisce Vittorio Zucconi, giornalista,:
Votiamo per gli onesti! Diamo anche a loro l'occasione per diventare disonesti.

sabato 30 maggio 2015

L'Occidente, il post-moderno della dimenticanza, gli altri --n.5--

Pigliando spunto da quanto accade tutt'attorno al Mediterraneo, stiamo riflettendo sui perchè, sulle radici dei fatti e soprattutto sui comportamenti dell'Occidente.

11 Settembre
Storia
15) All'indomani del tragico 11 settembre su tutti i Media (dai libri ai giornali...) si fece un gran parlare del pericolo di una civiltà opposta alla nostra, a quella Occidentale, e che in odio ai nostri ideali (valori) di
-pace,
-tolleranza
-libertà
agitava gli stendardi di una nuova Guerra Santa, nel nome di Dio.
Per un pò molti sostennero che in Occidente si era "tolleranti" rispetto a qualsiasi visione del mondo, che si era laici, disponibili verso qualsiasi religione o civiltà. 
Eppure, ad un anno da quei fatti su tutti i Media si riempirono pagine e pagine per far sapere che l'Occidente, dalla Casa Bianca sino al Foglio di Giuliano Ferrara, autodefinitosi ateo devoto, si era diffuso un fervore religioso. Bush stesso dopo una gioventù disordinata fece sapere al mondo che egli era un "rinato". 
I media riempirono la testa di milioni di persone che essendo l'Occidente governato da "rinati", sulla misura dei Bertoni-Berlusconi, dei Marcello Pera etc. la guerra in Afganistan, la guerra contro il Male, sarebbe stata inevitabilmente vinta.
E' accaduto in quella fase storica che l'Occidente ha strumentalizzato la religione a fini politici. 
L'Occidente in quella fase storica non differì, in nulla, dal fondamentalismo islamico.


Gli errori dell'Occidente.
Anche questo è Occidente !
16) Nonostante la sconfitta del 1990/91, Sadam Hussein era rimasto alla guida dell'Iraq.
Nel clima di Guerra Santa evocato da Bush contro l'Asse del Male cosa fà nel 2003 l'Occidente, tutto l'Occidente  ?
Attacca il paese più laico del Mondo Arabo, il paese (forse l'unico) nel cui governo sedevano pure i cristiani, l'Iraq.
Per quale ragione ?
Quando i politici si affidano al fondamentalismo e allo spirito da "guerra santa", e questo era l'Occidente di quegli anni guidato da Bush, non è difficile giustificare le guerre:  
timori (poi rivelatisi infondati) su un suo ipotetico tentativo di dotarsi di armi di distruzione di massa, presunto appoggio al terrorismo islamico (mai confermato) e l'oppressione dei cittadini iracheni con una dittatura sanguinaria.

 Oggi i media gridano contro il jihadismo islamico, contro il fondamentalismo di quel mondo. Ma quel mondo verosimilmente lo abbiamo modulato noi, noi che un giorno siamo tolleranti e nell'altro giorno affidiamo i destini dell'Occidente agli atei-devoti di entrambi le sponde dell'Atlantico. 
Anche questo è Occidente !
Interrogativi
17) Sarebbe bene che l'Occidente si ponga le domande che Bernard Lewis propone-impone al mondo musulmano: come si è arrivati a questo ? 
Si interroghi l'Occidente ! 
Spieghi perchè tutti i regimi laici (sia pure autoritari) del mondo arabo (Gheddafi, Sadam ... Assad )  sono stati contrastati e al loro posto si preferiscono i prevedibili caos e Isis ?  
Chi trae benefici dall'attuale caotico scenario ?

Uomini, fatti, eventi. Come li ricordiamo oggi

30 Maggio

Il 30 maggio 1778 muore a Parigi, all’età di 83 anni, François-Marie Arouet, più noto con lo pseudonimo di Voltaire.

E’ l’autore che, nella coscienza culturale settecentesca, così come in quella posteriore, meglio rappresenta i caratteri, gli ideali e i limiti dell’Illuminismo francese.
In lui, scrittore estremamente fecondo che sperimenta tutti i generi letterari convivono il filosofo, lo storico, il politico, il poeta e il romanziere. 

Tutte queste attività sono accomunate da uno spirito critico che oscilla tra la garbata ironia e il sarcasmo più corrosivo, soprattutto rivolto alla Chiesa cattolica (“schiacciate l’infame” era uno dei suoi motti) e ai pregiudizi in generale, che impediscono all’uomo di pensare con la sua testa servendosi della propria ragione.
Il problema che Voltaire principalmente si pone è l’esistenza di Dio, conoscenza fondamentale per giungere ad una giusta nozione dell’uomo. 
Egli vede la prova dell’esistenza di Dio nell’ordine superiore dell’universo, infatti così come ogni opera dimostra un artefice, Dio esiste come autore del mondo e, se si vuole dare una causa all’esistenza degli esseri, si deve ammettere che sussiste un essere creatore. Dunque Dio esiste e sebbene si trovino in questa opinione molte difficoltà, le difficoltà che si oppongono all’opinione contraria sono ancora maggiori.



Uno dei suoi maggior nemici fu la Chiesa cattolica; egli infatti tenta di demolire il cattolicesimo per proclamare la validità della religione naturale. La sua fede nei principi della morale naturale mira ad unire spiritualmente gli uomini al di là delle differenze di costumi e di usanze. Proclama quindi la tolleranza contro il fanatismo e la superstizione (che stanno alla religione come l’astrologia alla astronomia) nel Trattato sulla tolleranza (1763). Per liberare le religioni positive da queste piaghe è necessario trasformare tali culti, compreso il cristianesimo, nella religione naturale, lasciando cadere il loro patrimonio dogmatico e facendo ricorso all’azione illuminatrice della ragione.




Dal cristianesimo Voltaire accetta l’insegnamento morale, ovvero la semplicità, l’umanità, la carità, e ritiene che voler ridurre questa dottrina alla metafisica significa farne una fonte di errori. Più volte infatti, elogiando la dottrina cristiana predicata da Cristo e dai suoi discepoli, addebiterà la degenerazione di questa in fanatismo, alla struttura che gli uomini hanno dato alla chiesa.
In generale Voltaire ha rappresentato l’Illuminismo, con il suo spirito caustico e critico, il desiderio di chiarezza e lucidità, il rifiuto dei pregiudizi e del fanatismo superstizioso, con una ferma fiducia nella ragione, ma senza inclinazioni eccessive all’ottimismo e alla fiducia nella maggior parte degli individui.
A questo riguardo è esemplare il romanzo satirico Candide (1759), ove Voltaire si fa beffe dell’ottimismo filosofico difeso da Leibniz. Egli infatti accusa violentemente l’ottimismo ipocrita, il tout est bien e la teoria dei migliori dei mondi possibili, perché fanno apparire ancora peggiori i mali che sperimentiamo, rappresentandoli come inevitabili ed intrinseci nell’universo.

Hanno detto ... ...

LUCIANO VIOLANTE, politico
Alessandro De Angelis
intervista Luciano Violante
 “Sa quale è la verità di fondo? È che su tutta questa vicenda di quelli che chiamate ‘impresentabili’ c’è una resa della sostanza di fronte alla forma. Manca il pensiero politico. Si parla di legge Severino, decadenza, codice penale, spesso all’interno di un dibattito da azzeccagarbugli. Ma non si parla del fatto che la prima responsabilità delle liste è di chi le fa, cioè dei dirigenti di ciascun partito”. 
“Oggi l’unico strumento di misurazione della morale politica è diventato il codice penale. È un frutto velenoso dello svuotamento del pensiero politico”.
Presidente Violante partiamo dall’iniziativa dell’Antimafia.
Dobbiamo tornare a settembre del 2014, quando la Commissione Antimafia ha approvato col consenso di tutte le forze politiche il regolamento per la formazione delle liste. Si tratta di quattro articoli semplici che formalizzano l’impegno dei partiti a non candidare persone che siano state o condannate in primo grado o rinviate a giudizio per determinati reati, visto che per le condanne con sentenza definitiva ci pensa la legge Severino. E si è stabilito che le formazioni che intendono comunque candidare queste persone, devono rendere pubbliche le motivazioni. Sempre nel regolamento è previsto che la Commissione verifichi che le liste rispondano a questi criteri.

Dunque difende l’operato della Bindi?
La presidente Bindi ha applicato un regolamento che la Commissione ha approvato. Poi però c’è un’altra questione. E cioè che per ragioni che non dipendono né dalla volontà della Commissione, né dalla volontà del suo presidente, siamo arrivati a due giorni dal voto.

Sta dicendo che la Bindi si è mossa in maniera tardiva?
Non parlo di colpe. Il dato oggettivo è che i nomi di coloro che non dovrebbero essere candidati, saranno resi noti a due giorni dal voto, a campagna elettorale conclusa. E non so se, a questo punto, le forze politiche interessate saranno in grado di esercitare il loro diritto, previsto dall’art. 3 del regolamento, di spiegare le ragioni per le quali alcune persone sono state candidate nonostante rientrassero nelle categorie “nere”.

Con lei però vorrei allargare il discorso sul concetto di “impresentabili”. Un soggetto discutibile, in odore di collusioni mafiose può anche essere un incensurato, senza neanche un avviso di garanzia e l’Antimafia non lo becca e non riesce a inserirlo nella sua “black list”. 
Mi permetta di dire che, da democratico, guardo con preoccupazione a queste categorie create dal populismo e dalla degenerazione della lotta politica: “impresentabili” o, su un altro piano, i “coinvolti”, coloro che sono estranei alle indagini penali, ma che tuttavia vengono citati in un atto giudiziario. Detto questo, sono d’accordo con la sua analisi. E qui veniamo alla questione di fondo. Si discute di Severino, incandidabilità, decadenza, codice penale, Antimafia, di tutto un groviglio di regole e principi, ma la questione di fondo è che chi fa le liste sono i dirigenti dei partiti politici che su questo devono essere giudicati dai cittadini. In una fase come l’attuale in cui manca un robusto pensiero politico c’è una consegna alle forme del diritto. E mettiamo le scelte politiche in mano agli avvocati e ai magistrati. Stiamo formando una giuristocrazia, pericolosa per i valori costituzionali e per la stessa indipendenza della magistratura. In realtà il governo delle liste in democrazia è dei partiti politici. E i cittadini non possono limitarsi a fare da spettatori. Devono avere la forza di esigere che i partiti rispondano delle scelte effettuate. La democrazia prevede che i cittadini siano attori; le dittature preferiscono che siano spettatori.

In verità un dominio sulle liste l’hanno avuto e l’hanno riempite di impresentabili. 
Non so se le hanno “riempite”. Stiamo ragionando di pochi nomi che qualcuno ha fatto trapelare per ragioni di lotta politica, facendo un uso immorale della questione morale. Prima di dare giudizi, cerchiamo di acquisire i fatti. Comunque ormai da anni il tema di fondo delle elezioni non è governare, ma vincere. E viene candidato chi offre maggiori garanzie di vittoria. È una visione ludica, infantile della politica. Leggiamo di sei a uno, quattro a tre, sette a zero. Non è il tennis, sono le elezioni. Ma chi vince come governerà, con chi, per quali obbiettivi? Tutto oscuro. Ed è su questo che andrebbe fatta una riflessione seria, non sul giuridicismo d’accatto, ma sulle condizioni materiali nelle quali si svolge la nostra vita democratica.

Il Pd, sulle liste, dice: gli impresentabili sono nelle liste alleate, le nostre sono pulite. Non crede che sia un approccio auto-assolutorio? Voglio dire: tu proponi una coalizione di governo, quindi se un alleato ti mette un camorrista dentro gli dici: se vuoi allearti con me, devi fare le liste pulite sennò arrivederci.
Capisco le ragioni del tiro a bersaglio sul Pd che è il partito più rappresentativo. Ma, in linea di massima, ciascuno risponde delle proprie liste. Ed è difficile caricare su un partito le responsabilità degli altri partiti. Tuttavia se e quando c’è stata una discussione nella formazione della liste, è grave la responsabilità di chi ha accettato liste alleate con situazioni discutibili.

No, anche perché nel caso di De Luca non si capisce se è eleggibile o quando decade. Ma, con franchezza, questa storia non le pare un pasticcio di immani proporzioni.
Le rispondo così. È sempre un pasticcio quando le questioni politiche diventano giuridiche. Ora però bisogna essere onesti: De Luca ha una condanna non definitiva per una vicenda obbiettivamente di scarso rilievo; non si può certo paragonare a un camorrista o a un mafioso. Quando si è candidato c’era una certa giurisprudenza del Tar e solo ora è intervenuta la Cassazione. Torniamo sempre allo stesso punto: ci incartiamo sulle norme, ma la prima responsabilità è della politica.

Lei ha usato la parola decadenza, che evoca quasi le analisi dell’ultimo Berlinguer sui partiti.
Berlinguer, in altri tempi, parlava della diversità comunista. Io, più modestamente, sostengo che è venuta meno, nei partiti, la comunità politica, una forma di organizzazione e gestione di tipo orizzontale dove si discute, ci si confronta, si selezionano i temi da proporre al dibattitto pubblico. Oggi siamo arrivati a quella che chiamo la caporalizzazione dei partiti che, da strutture orizzontali e verticali, sono diventati solo verticali. E questi limiti si vedono tutti in questa campagna elettorale. Per superare la crisi attuale c’è bisogno di pensiero politico e di comunità politica.

Un’ultima domanda. Saviano ha detto che il governo non ha la lotta alla mafia come priorità. Lei che giudizio dà su questa affermazione?
Non mi pare sia stata sospesa la persecuzione dei mafiosi, gli arresti o le confische. È stata approvata la legge anti-corruzione. Perciò non mi pare condivisibile dire che questo governo non fa la lotta alla mafia. Tuttavia se Saviano, che io stimo, fosse più preciso, potremmo discutere in modo più rigoroso.

Con le immagini ... ... è più facile

Aggiungi didascalia

venerdì 29 maggio 2015

Piana degli Albanesi. Il Sindaco disponibile ad accogliere il Centro Sportivo del Palermo Calcio

COMUNE DI PIANA DEGLI ALBANESI

Bashkia e Horës së Arbëreshëvet
                Via P. Togliatti n. 2 * Tel. 091 8574144 Fax 091 8574796 * P. IVA 00607470820

COMUNICATO
Il Comune di Piana degli Albanesi disponibile ad accogliere il Centro sportivo del Palermo calcio. Il Sindaco Vito Scalia scrive a Zamparini.

Piana degli Albanesi. Dopo la fumata nera, arrivata ieri, per la costruzione a Carini del nuovo Centro sportivo del Palermo Calcio, il Sindaco di Piana degli Albanesi Vito Scalia ha deciso di scrivere a Zamparini per mettere a disposizione l’area sportiva del Comune per costruire il nuovo centro tecnico. Piana degli Albanesi possiede nel proprio Piano Regolatore Generale un’area di circa 125 mila metri quadrati, destinata a zona per attrezzature sportive. All’interno della stessa area vi è già un campo in erba artificiale, dotato di spogliatoi e illuminazione con annesso campo di tennis e di pallavolo, e l’Ente risulta beneficiario di un finanziamento regionale di 917.000 euro per la costruzione delle tribune coperte e delle attrezzature di servizio (progetto munito di parere CONI). Inoltre nella stessa area è presente un moderno palazzetto dello sport con una tribuna capace di ospitare 600 persone, una piscina coperta e un campo di calcetto. 

La cittadina arbereshe è facilmente raggiungibile in 25 minuti dal capoluogo, si collega attraverso la SS624 (Palermo-Sciacca) alla Sicilia meridionale ed è agevolmente collegata con l’autostrada A19/A20 (Palermo-Catania/Messina) e con l’autostrada A29 (Palermo-Mazara del Vallo), e possiede un’altitudine adeguata, l’ambiente e la temperatura ideale per ospitare i ritiri delle squadre soprattutto nel periodo estivo.
“Diamo come Amministrazione - afferma il Sindaco Vito Scalia - la massima disponibilità ad incontrare, insieme ai nostri tecnici, il Presidente del Palermo Calcio nei prossimi giorni per valutare insieme la fattibilità del progetto”.

Piana degli Albanesi, 29/05/2015
L’Assessore alla Comunicazione

Alessia Salemi

Contessa Entellina. Domani visita al mulino di Bagnitelle


Un trattore per la Missione di Biagio Conte. Alcune foto della cerimonia di consegna

Due giorni fà i Rotary Club di Palermo, grazie all'impegno dei loro Presidenti, rispettivamente Domenico Cuccia, Giuseppe Gerbino, Nicolò Barbagallo e Nicolò Pavone hanno donato alla Missione di Biagio Conte un trattore con tiller  per agevolare la coltivazione dell'orto da cui provengono gli ortaggi consumati nella Missione.
Sotto alcune foto della cerimonia di consegna.











Sicilia. Non proprio tutto qui va male

Dal Corriere della Sera

























Domenica si vota in sette Regioni. A due giorni dal voto la signora Rosy Bindi fa sapere agli elettori che nelle liste ci sono degli "impresentabili"

In Italia siam bravi nelle "definizioni". L'ultima nuova coniazione che chiarisce chi siano e chi identificano, da noi i politici, è quella degli impresentabili. Una lista di costoro è stata stilata dalla Commissione Antimafia, una istituzione rappresentativa del Parlamento, e fra costoro  c'è anche Vincenzo De Luca, il candidato del Partito democratico alla presidenza della Regione Campania. 
A sentire le valutazioni della Commissione, il soggetto ricordato è un indegno al ruolo per il quale il partito di Renzi lo ha presentato: presidente della Regione Campania.
E adesso che si fà ?
Domenica i campani sono chiamati al voto. Come potrà esprimersi un elettore che non è Berlusconiano ? Dovrà votare per un uomo impresentabile o non andare al seggi ?
Che De Luca è un "impresentabile" lo  ha comunicato la presidente della Commissione, Rosy Bindi, durante un'attesissima conferenza stampa ed ha precisato che su quel signore gravano reati di concussione continuata.
In tutto la lista dei candidati "impresentabili" alle prossime elezioni regionali è formata da 17 nomi. Si tratta di candidati che, secondo la Commissione Antimafia, non hanno i requisiti previsti dal codice di autoregolamentazione approvato dai partiti. Quattro si presentano in Puglia (i loro sono stati anticipati già martedì), gli altri tredici in Campania.
Oltre a De Luca, tra gli impresentabili in Campania figura anche Sandra Lonardo, moglie di Clemente Mastella, candidata di Forza Italia.
Circostanze quelle sopra riportate che accadono solamente in Italia: un organismo pubblico che si pronuncia due giorni prima del voto.

Con le immagini... ... è più facile



giovedì 28 maggio 2015

Dal Giornale di Sicilia









































 che aveva la proposta di tariffario sanitario che la giunta doveva approvare e di cui Michele Aiello, prestanome di Provenzano, si sarebbe avvantaggiato. Trait d'union fra Palazzo d'Orléans e il rè delle cliniche, Dina usci però dall'inchiesta senza macchie. E prosegui la sua crescita. Gli 11.351 voti del 2001 cinque anni dopo diventano 25.580. Cuffaro si fida solo di lui. E lui raccoglie il consenso negli ospedali, fra i forestali, negli enti di formazione e in ogni categoria di precari. Un lontanissimo passato da calciatore dilettante (era un roccioso difensore), Dina aveva poi costruito la sua ga lassia elettorale intomo a Vicari, il suo paese. Raccontano di lui che ami viaggiare in auto ascoltando Radio Maria e che sia capace, in campagna elettorale, di incontrare simpatizzanti in decine di paesi del Palermitano in una sola giornata. È così che nel 2008, le prime elezioni del dopo Cuffaro, mantiene intatto il suo pacchetto di voti: 25.292. In tempi normali sarebbero stati un passepartoutpei la giunta ma Lombardo, il neo presidente fino a quel momento alleato di Cuffaro, gli sbarra le porte. Si dice che sia stato il magistrato Massimo Russo a suggerirglielo e quella mossa cambia la storia politica siciliana perché l'asse di ferro Cuffaro-Lombardo sirompe aprendo scenari che poi porteranno alla vittoria del centrosinistra nel2012. Molto prima dell'elezione di Crocetta, nel 2009, Dina viene però sfiorato da un'altra inchiesta, quella sul clan di Resuttana: i pm indagarono su una visita nella sua segreteria di uno degli uomini della cosca, Nino Caruso. Ma anche in quel caso Dina se la cavò con un proscioglimento. E pure nel settembre scorso il procuratore aggiunto di Palermo, Leonardo Agueci, fece intuire i sospetti ancora vivi della magistratura su Dina, questa volta per una inchiesta sui voti delle cosche dellaprovincia pa lermitana, Tanto bastò all'Udc per prenderne le distanze al punto che lui stesso si autosospese dal partito. Eppure Dina continuava ad accrescere il suo potere politico. Nel 2012, sempre nell' Udc, ricollocatosi nel centrosinistra, i voti diminuirono ma gli bastarono a conquistare la più ambita poltrona dell'Ars, quella di presidente della commissione Bilancio. Teneva in mano i soldi della Regione, Nino Dina. Almeno fino a ieri. E aveva resistito più a lungo, Dina, del suo più forte avversario. Ai tempi dell'Udc pigliatutto l'altra metà del cielo era Antonello Antinoro che una volta, nel 2006, arrivò a superare i 30 mila voti. Un consenso che l'exassessore ai Beni culturali aveva proiettato nel 2012 su Roberto Clemente. È, questa, l'area post cuifariana che fa capo a Saverio Romano e che aveva scelto di restare nel centrodestra sotto il simbolo del Pid, ora nell'orbita di Forza Italia. Clemente all'Ars ci arriva con molto meno dei 30 mila voti di Aminoro: 7.281, appena 150 in più di Marianna Caronia, ma sufficienti a varcare la soglia di Sala d'Ercole. E anche Clemente non ha mai lasciato la
sua galassia politica d'origine: fu assessore comunale di Cammarata (delega ai Cimiteri) e ha mantenuto pure in questa legislatura il doppio seggio all'Ars e al Comune. Dove non vige la regola della sostituzione dei deputati agli arresti. E ciò evita un imbarazzante situazione visto che il primo dei non eletti è quel Giuseppe Bevilacqua coinvolto, ieri, nella stessa inchiesta. Ars e Comune di Palermo, due orti- celli da coltivare fino a quando possibile per gli eredi di una stagione politica che non c'è più. Lo dimostra la parabola dell'ultimo politico arrestato ieri, Franco Mineo. Braccio destro di Gianfranco Miccichè negli anni d'oro di Forza Italia e Pdl, finì sotto processo perché considerato all'Acquasanta un prestanome dei Galatolo: in primo grado è già stato condannato due volte per altrettanti reati e un totale di 8 anni e due mesi. Ciò non gli ha impedito di ricandiarsi nel 2012 nella lista di Miccichè fallendo però l'elezione. Anche lui fu assessore di Cammarata e l'unico spazio che gli è rimasto è un seggio al Comune conquistato dal figlio Andrea.

Sicilia. Voti di scambio: due deputati in carica ed un ex arrestati. Nelle piazze dell'isola ovviamente c'è soddisfazione ma tutti si interrogano: e gli altri 88 deputati non hanno mai usato "le promesse" per conseguire voti ?



Hanno detto ... ...

VITO MANCUSO, docente all'Università di Padova
UNA lotta (quella dei diritti civili) iniziata più di due secoli fa nel nome dell’uguaglianza e che ha portato a una serie di conquiste sociali tra cui 
il suffragio universale, 
la libertà di stampa, 
la libertà religiosa, 
l’istruzione per tutti, 
la parità uomo-donna nel diritto di famiglia, 
il superamento legale di ogni discriminazione razziale e altri traguardi di questo genere, tutti riconducibili al valore dell’uguaglianza di ogni essere umano. 

In queste trasformazioni dei costumi e del diritto si manifesta l’evoluzione della cultura e del pensiero prodotta da ciò che Hegel denominava “Spirito del mondo”, nel senso che noi non siamo i padroni delle nostre idee, ma sono le idee a entrare in noi. 
C’è però una differenza rispetto al filosofo tedesco, e cioè che ora il primato non è più dello “Spirito oggettivo” rispetto allo “Spirito soggettivo”, ma al contrario. 
Assistiamo a una radicale riscrittura dei rapporti tra singolo e società: il primato non è più della società e delle sue istituzioni a cui il singolo si deve uniformare come nei secoli passati, ma è piuttosto del singolo a cui la società deve sapersi adattare servendone la felicità e la realizzazione.

LUCIO CARACCIOLO, giornalista, saggista, docente
”L’Europa è tornata alla normalità: ognuno per sé nessuno per tutti. 
Un quarto di secolo fa il Muro di Berlino crollava, la Porta di Brandeburgo veniva riaperta. Di qui conseguiva, stando alle oleografie del tempo, niente meno che la «riunificazione dell’Europa» (il fatto che non lo fosse mai stata pareva trascurabile). Oggi questo continente, in specie l’Unione Europea che per noi italiani ne è sinonimo, appare diviso in un arcipelago di isole che alzano ponti e fortificano barriere per sventare presunte invasioni barbariche, dove i barbari sarebbero (anche) altri europei.       
Già orizzonte di pace e benessere, l’Europa è ormai associata a instabilità e impoverimento. Batte l’ora dei movimenti e dei partiti che lucrano sulla crisi europea. Ce lo ricorda la cronaca di questi giorni, con la vittoria di Andrzej Duda, candidato della destra nazionalista, alle elezioni presidenziali polacche, e l’affermazione di Podemos nel voto amministrativo di Barcellona e di Madrid. 
Sullo sfondo, un doppio possibile exit — il britannico dall’Ue e il greco dall’euro — illustra il grado di disintegrazione raggiunto dal processo di integrazione europea.

mercoledì 27 maggio 2015

Biagio Conte. La Missione riceverà oggi pomeriggio un trattore donato dai Rotary club su iniziativa di Mimmo Cuccia, Mario Barbagallo, Mario Gerbino e Nicolò Pavone





Raccolta rifiuti e ATO/2. Le interferenze dei politici -che hanno assunto personale oltre misura- torneranno a gravare sulle tasche degli utenti

La lunga ed ingarbugliata vicenda dei mezzi Ato/2 Monreale da mesi parcheggiati un po’ ovunque e spesso carichi di rifiuti d’ogni sorta va assumendo contorni da barzellette e contestualmente di contrasto verso il desiderio dei dipendenti che vorrebbero tornare a lavorar.
A fine settimana il dipartimento regionale ai Rifiuti dovrebbe rendere note le direttive risolutive. La vicenda  Ato è attualmente al vaglio del tribunale di Palermo, sezione fallimentare, che, per il tramite del curatore, Cristina Bonomonte, ha incaricato l’ex dipendente dell’Alto Belice Ambiente, Antonella Romano di occuparsi della vicenda, estendendole l’incarico anche per le situazioni analoghe sul territorio dell’ambito.
La vicenda per la verità, oltre che tipicamente di lassismo “meridionale” mostra aspetti  spinosi, perché alcune soluzioni che sembravano a portata di mano e che davano la speranza di risolvere presto il problema, sono sfumate una dopo l’altra. 
Sembrava che il problema potesse essere superato mettendo i mezzi su un carrellone, ma poi questa ipotesi non è sembrata percorribile, ed è svanita pure l’ipotesi di rimettere in moto i mezzi, fermi da mesi e pure sforniti di copertura assicurativa.
Adesso  si vorrebbero svuotare i mezzi “in loco” e ricaricare i rifiuti su degli altri mezzi circolanti, ma subito spunta il problema dei formulari, dal momento che non emergerebbe con chiarezza chi è il produttore dei rifiuti da conferire in discarica. La curatela fallimentare non è abilitata infatti al conferimento.
Ecco perché il dipartimento regionale ai Rifiuti dovrebbe autorizzarla.

Flash sulla nostra Storia

La storia arbëreshe e i condizionamenti

della Grande Storia dell'Umanità

Quel 1492 fu veramente un anno indimenticabile per le popolazioni del vecchio continente. Fu un anno di quelli che rimasero  impressi nella memoria delle famiglie arbëreshe che gia' si erano insediate sul territorio di Contessa. 


Gli anziani che erano fra loro raccontavano -fino ad allora- ai piu' giovani come appena quarant'anni prima i barbari (i turchi) avevano preso e sottomessa la Città per antonomasia, Costantinopoli, posto fine al millenario Impero Romano d'Oriente e come essi  arbëreshe in persona subito dopo, in patria, in Albania avevano partecipato all'epopea di Giorgio Kastriota Scanderbergh conclusasi purtroppo con l'abbandono delle case e delle terre dei padri e la fine del Principato d'Albania.
Gli arbereshe che vivevano a Contessa in quel 1492 erano infatti in gran parte nativi dell'Epiro e della Morea ma gia' i loro figli erano in gran numero nativi del Regno di Sicilia, il regno parte della grande costellazione dell'Impero spagnolo. 

Ferdinando il cattolico
Certo nei feudi dei Cadorna le novita' del mondo non arrivavano ne' fresche ne' precise, ma gli arbëresh piu' anziani avevano accumulato tanta esperienza da saper cogliere molto bene i grandi segni che la Storia mostrava in quei frangenti di tempo  in cui tramontava il Medio Evo ed arrivava l'Evo Moderno.


Quegli anziani pensavano di avere assistito e vissuto l'avvenimento piu' inverosimile che fosse mai accaduto sulla faccia della terra, la fine del  millenario Impero Romano d'Oriente, ed invece anche in questo lembo di terra, la Sicilia, sono stati testimoni di notizie ed avvenimenti "storicamente rilevanti", di quelli che lasciano il segno sui libri di Storia dell'Umanita'.
I fatti di quell'anno
In quel 1492 sul trono di Spagna regnano Ferdinando D'Aragona e Isabella di Castiglia conosciuti come i re cattolicissimi per  la loro volonta' di affermare il cattolicesimo romano  in tutti i territori del loro Regno Unificato.

Vediamo quindi quali furono gli avvenimenti il cui eco giunse fino alle orecchie dei padri fondatori della prima comunità arbëreshe di Contessa e che dovettero inevitabilmente loro apparire di notevole rilevanza e suscettibili di influire sulle loro vite ed in quelle dei loro discendenti, come a posteriore la Storia effettivamente dimostrerà.

l'editto di espulsione degli
ebrei dalla Sicilia
1492

1) il 2 gennaio 1492 cade l'ultimo baluardo arabo-musulmano, Granada, in terra iberica ed è da immaginare come il pensiero degli arbëreshe sia andato alla "Città", a Costantinopoli e al Principato d'Albania, che rispettivamente invece quarant'anni prima e venti anni prima erano caduti in mano ai musulmani.


2) la cacciata degli ebrei da tutti i territori spagnoli e quindi la loro cacciata anche dalle isole di Sardegna e Sicilia, allora parte dei domini spagnoli.
3) la scoperta dell'America da parte di Colombo, vale a dire l'allargamento dei confini mondiali oltremare e la scoperta di nuove culture, popoli e prospettive.

Di questi tre avvenimenti storici quello che verosimilmente ha avuto impatto più immediato sull'ancora fragile comunità arbëreshe di Contessa deve essere stato il secondo a cagione della contiguità dei paesi di Bisacquino e Giuliana, ma anche gli altri due eventi alla lunga influiranno, e pesantemente, sui contessioti.


 Vedremo in prosieguo come quei fatti storici abbiano inciso, anche se abbiamo con diverso taglio li abbiamo affrontati su questa rubrica Flash sulla nostra Storia e su altre ancora.

Ultim'ora

La Gdf Palermo ha arrestato per voto di scambio i deputati regionali Nino Dina (Udc) e Roberto Clemente (Pid). 
Sono ai domiciliari.
"Corruzione elettorale durante la campagna elettorale per le Regionali 2012". Blitz della polizia valutaria, coinvolto anche Franco Mineo, non eletto al parlamento siciliano, e l'ex candidato al Comune Giuseppe Bevilacqua risultato in contatto con i boss. Pure un finanziere ai domiciliari.
La Repubblica

martedì 26 maggio 2015

Dal Giornale di Sicilia












settore, mondo cattolico. L'iniziativa è firmata fra gli altri dal Centro Pio La Torre, dall'Anci Sicilia, i sindacati. Libera, ConHndustria, la Caritas, la Comunità di Sant'Egidio, Erripa, il Comitato lotta per la casa «12 luglio» e il Terzo settore. lloro rappresentanti si sono presentati nei giorni scorsi davanti ai funzionari dell'assessorato, documenti alla mano hanno depositato la proposta nonostante una burocrazia non sempre preparata a questo genere di iniziative. Oggi il disegno di legge sarà presentato ai capigruppo, al presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, al presidente della Regione Rosario Crocetta. La strada è già tracciata. Il disegno di legge prevede un sostegno alle famiglie povere, la soglia è stabilita dall'Istat e varia a secondo della composizione, dell'età dei componenti, della città in cui la famiglia vive. A queste famiglie, considerate sotto la soglia, sarà consegnata una carta acquisti con cui accedere a beni di prima necessità e servizi. L'ammontare varierà da famiglia a famiglia, la differenza fra il proprio reddi to Isee e quello che identifica la soglia di povertà. La legge prevede che alle famiglie considerate in povertà assoluta sia concessa una integrazione al reddito. «Ma non si tratta di reddito minimo garantito - spiega Vito Lo Monaco, presidente del Centro Pio La Torre - è una formula totalmente diversa che consente alla Regione di intervenire con fondi propri e che si configura come politiche attive del lavoro». La carta viene «ricaricata» mensilmente, l'eventuale somma non spesa può essere utilizzata nei mesi successivi. La richiesta va effettuata attraverso Cafe patronati. Strutture che spiega la relazione allegata alla proposta - permettono la verifica dei requisiti senza appesantire gli uffici regionali di questa fase istruttoria. Per ottenere la propria carta bisognerà impegnarsi a sottoscrivere un progetto di inclusione sociale. Progetti che saranno gestiti dai Comuni «eventualmente in collaborazione con i centri per l'impiego». «Fra i progetti di inclusione - spiecifica Lo Monaco possono ad esempio rientrare corsi di formazione che agevolino il reinserimento nel mondo del lavoro». Il disegno di legge, 7 articoli in tutto, prevede anche controlli serrati per chi perde i requisiti o non li ha mai avuti. Chi infatti non informa l'amministrazione su eventuali incrementi di reddito o abbia formulato dichiarazioni mendaci al momento della richiesta perde il diritto alla carta per i 5 anni successivi. I controlli sono affidati all'assessorato regionale al lavoro che può procedere con accertamenti e sopralluoghi. Se il beneficiario rifiuta i controlli, perde la sua carta. Per avere diritto alla carta acquisti è necessario essere residenti nel territorio siciliano da almeno 12 mesi. Per gli immigrati la relazione che accompagna la legge prevede l'intervento statale, in considerazione del fatto che reddito e permesso di soggiorno sono strettamente legati. Nota dolente il finanziamento della legge per la quale i promotori stimano un budget di 100 milioni il primo anno, 70 successivamente. Ma è la stessa legge a indicare le fonti fra cui rimodulazione dei programmi operativi regionali del presente periodo di programmazione (Fse, Fesr e Fears); programmi derivanti dalla riduzione del cofinanziamento nazionale dei fondi strutturali di investimento europeo (Sie); quote residue del Piano di azione e coesione (Pac); quote del Fondo di sviluppo e coesione (Fsc). La raccolta di firme, 10 mila per andare avanti, inizierà lunedì: l'elenco completo sarà pubblicato sul sito del centro Pio La Torre, ci sarranno le sedi dei promotori, i sindacati, i caf e i patronati ma anche i classici banchet- ti. Dall'Alici è pronta a partire una circolare che invita i Comuni a collaborare. Raccolta delle firme che andrà avanti anche se, come è probabile, giunta e parlamentari, decidessero di fare proprio il disegno di legge.