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martedì 10 febbraio 2015

Hanno detto ... ...

CORRADINO MINEO, senatore Pd
Non tutto sempre funziona.Talvolta l’accusatore viene indagato: accade a Montante, industriale con il bollino antinafia, amico di Lo Bello,Crocetta e Renzi. Per Mario Mineo -45 anni fa-  la mafia, prima che una banda di killer, era una classe, che viveva di spesa pubblica e corruzione, intermediazione politica ed evasione. Tu, imprenditore, in classe stai, e tu, politico, che gente frequenti? 

NADIA URBINATI, giornalista de La Repubblica
Decadenza, stagnazione, sfiducia rendono i governi occidentali perfino deboli competitori dei regimi autoritari, adagiati nella pratica del balbettio negativo del non possumus, quasi a sperare che i loro cittadini si adattino all’idea che diritti e principi debbano essere messi in deposito e non possano essere usati oggi. 
Sembra che il linguaggio dei diritti e dei principi costituzionali non si adatti ai tempi di crisi, che sia un lusso da rinviare a tempi migliori. 
Il pudore nell’uso di questo linguaggio è un indice della crisi che avvilisce le nostre società poiché sconfessa nella pratica quel che la democrazia promette: che i diritti siano guida del governo della vita materiale e dei bisogni. I diritti non sono sogni di visionari.

LEDA BALZAROTTI e BARBARA MICCOLUPI, giornaliste del Corriere dell Sera
Il 10 febbraio è il giorno del ricordo di una pagina tra le più cupe della storia contemporanea, avvolta a lungo nel silenzio e nel buio, come le tante vittime, inghiottite nelle cavità carsiche, le cosiddette foibe, per volere del maresciallo Tito e dei suoi partigiani, in nome di una pulizia etnica che doveva annientare la presenza italiana in Istria e Dalmazia.Fra il 1943 e il 1947 oltre 10 mila persone furono gettate vive o morte in queste gole, un genocidio che non teneva conto di età, sesso e religione, riconosciuto ufficialmente nel 2004, con la legge numero 94 che istituì la «Giornata del ricordo», in memoria dei martiri delle Foibe e dell’esodo giuliano dalmata.

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