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venerdì 12 dicembre 2014

Mafia. Chiesti 9 anni di carcere per l'ex ministro Calogero Mannino

La Procura di Palermo, al termine della requisitoria, ha chiesto la condanna a nove anni di reclusione per l’ex ministro Dc Calogero Mannino, imputato di minaccia a corpo politico dello Stato nel processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. 
Mannino sarebbe stato l’istigatore principale della trattativa. 
Secondo il procuratore aggiunto Teresi  nel 1993 vennero prese una serie di decisioni per attenuare il rigore del carcere duro culminate, poi, nella revoca di 334 provvedimenti di 41 bis. 
Inoltre per favorire le cosche fu  anche messa in campo la sostituzione ai vertici del Dap di Nicolò Amato con Adalberto Capriotti, «ex magistrato senza alcuna competenza nelle carceri»,
Il pm. Teresi ha parlato della nomina di Francesco Di Maggio a numero due del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria definendo l’ex magistrato una persona «vicina ai servizi segreti e a Mori», al centro dunque dell’ambito istituzionale e investigativo, quello del Ros, che stava conducendo la trattativa con la mafia.
In questo disegno avrebbe fatto parte anche Mannino, intervenuto su Di Maggio per non prorogare i 41 bis. 
«Mannino - secondo Teresi dopo la strage di Capaci era nel mirino della mafia. Perciò cominciò le sue interlocuzioni col Ros e interferì pesantemente col Dap per dare ai mafiosi quanto si poteva loro dare e per deviare i comportamenti politici e amministrativi delle istituzioni».

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