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sabato 20 dicembre 2014

Immigrati. I figli dei nostri emigrati in Germania sono tedeschi, pure quelli dei nostri emigrati in Australia sono australiani

Abbiamo avuto modo di scoprire nelle settimane scorse, con amarezza, che nel nostro paesino, una realtà che da due secoli ha saputo esportare nient'altro che "emigranti", esistono ambienti -a quanto pare oggi influenti- che disprezzano, sin dall'idea, di ospitare nella realtà locale (dove il 70% delle abitazioni risultano non occupate) immigrati.
Non immigrati clandestini qualunque, bensì persone in attesa che trascorrano i tempi necessari per le verifiche previste dalla legge per ottenere i "permessi di soggiorno" in relazione allo stato 
-di profughi che abbandonano la propria patria per ragioni di guerra
-di persecuzione politica, religiosa o etnica,
-o in attesa di poter raggiungere i paesi del Nord Europa.

Avere scoperto questo aspetto del nostro paesino, dove non esiste famiglia che non abbia parenti nel resto del mondo è stato per noi sconvolgente. Nessun contessioto ha, infatti, a nostro giudizio, titolo per arrogarsi dei peggiori istinti razzistici.
Nel mondo esistono molti più contessioti, o originari contessioti, di quanti ne esistano qui, in questo lembo di Sicilia.

Ci fa piacere, a noi che scriviamo, apprendere che qualcosa si muove sulla riforma della cittadinanza per i figli degli immigrati, che potrebbe essere legge entro l'estate.

Come verrà superato lo ius sanguinis , però, è tutto da vedere: in Parlamento c'è chi la vuole riconoscere a chi nasce in Italia, a patto che i genitori siano legalmente residenti: lo ius soli temperato E c'è chi invece la condiziona al completamento di un ciclo di studi: lo ius culturae . «Il rischio è che per mediare si arrivi a una "riformina" che non serve a nessuno.
Si battono per la riforma dell'attuale legge 91 del 1992 tra le tante organizzazini: Acli, Arci, Caritas, Centro Astalli, Cgil, Emmaus, Libera, Cnca, Migrantes, Tavola della Pace, Ugl, Uil, Legambiente, Sant'Egidio.

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