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martedì 11 novembre 2014

Sapori di Sicilia (6)

Nelle contrade del nostro territorio comunale molte sono le erbe che si era, e si è ancora, soliti usare nella cucina per dare un sapore più gustoso al cibo. Non solo più gustoso, pure più digeribile  per i principi attivi che esse contengono.
La società contadina faceva largo uso di queste profumate erbe e asseriva possedessero varie proprietà terapeutiche. 
Oggi la scienza assicura che moltissime specie di erbe hanno appunto proprietà curative.
Ogni giorno se usciamo dal centro abitato ci imbattiamo in erbe che i nostri nonni usavano in cucina e che invece noi ignoriamo alla lettera. 
Noi cittadini del terzo millennio nulla, o quasi, conosciamo dell'erboristeria casalinga.

L'aglio.
Certamente è un cibo plebeo; esso però nella medicina popolare è il medicamento più conosciuto.
Fino a non molto tempo fà ci veniva detto che per una dieta contro il colesterolo bisognava eliminare i cibi pesanti, aglio incluso. Studi più recenti hanno asserito invece che l'aglio usato in abbondanza serve proprio a prevenire il colesterolo.
Altri studi assicurano che pure gli ipertesi traggono vantaggi dall'uso delle spezie in quanto fa diminuire il sale e perchè l'aglio, la cipolla, la salvia e il rosmarino hanno effetti diuretici.

Nella società contadina chi faceva largo uso di aglio, prima dei pasti, raggiungeva età vetuste perchè esso aveva effetti come di vasodilatatore con positivi effetti pure nell'arteriosclerosi.
Prima degli anni sessanta le nonne ponevano sotto il cuscino dei loro nipotini uno o due spicchi d'aglio perchè -si diceva- possedevano formidabili attitudini da vermifugo. Sempre le nonne assicuravano che l'aglio riuscisse a frenare il moltiplicarsi di batteri pericolosi nel nostro intestino.
L'aglio, prima che irrompesse la società dei consumi (da noi arrivata nel dopoterremoto del 1968) assolveva al ruolo di "panacea universale a prezzo di poco".
La medicina oggi riconosce all'aglio, comunque, azione benefica contro il diabete, in quanto regola il tasso di glucosio del sangue e riduce la tensione arteriosa. 
Gli anziani novantenni che ancora vivono fra noi, e a Contessa sono numerosi in relazione alla popolazione, asseriscono che non dovrebbe esserci una giornata senza aglio. Aglio in qualsiasi occasione e in qualsiasi maniera, insomma.

Certo, esistono più problemi: primo fra tutti l'alito maleodorante che non agevola la vita di comunità. I nostri novantenni però suggeriscono come mascherarlo: masticare del prezzemolo (altra erba di facile reperimento) oppure mangiare lentamente una mela grattugiata o un cucchiaio di miele locale dopo i pasti.

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A pani schittu lu veru cumpanaggiu è lu pitittu

Da quanto abbiamo riportato sopra sull'aglio ne deriva che non esiste ricetta (di origine contadina) dove esso manchi.

Olive al forno

1/2 kg di olive nere grosse
1/4 di bicchiere di olio della contrada Contesse/Vaccarizzotto
1/2 bicchiere di vino bianco locale
6 spicchi d'aglio

Le olive più adatte sono quelle nere, grosse e carnose. Vanno disposte in una teglia con un poco d'olio, il 1/2 bicchiere di vino bianco e gli spicchi d'aglio interi.
Vanno infornate fino a quando accennano a rinsecchirsi.
Vanno servite calde.

Zucca in agrodolce (a Palermo definita "Ficatu 'ri setti cannola" perchè allestita frequentemente -in altri tempi- nella piazzetta della Vucciria)

1 zucca gialla di kg. 1 circa
1 bicchiere di olio di Contesse-Vaccarizzotto
10 spicchi d'aglio
4 cucchiai d'aceto
2 cucchiai di zucchero
sale
foglioline di menta

Tagliare a fette sottili la zucca gialla e cospargerla con sale. Rosolare in olio gli spicchi d'aglio, che andranno tolte quando imbiondiranno. Metterli da parte.
Fritta la zucca, aggiungere l'aglio messo da parte, i cucchiai d'aceto, lo zucchero e dopo avere portato ad ebollizione spegnere togliere dal fuoco.
Sistemare la zucca in un capace piatto di portata dove andrà versato l'olio di frittura.
Guarnire con gli spicchi d'aglio e foglioline di menta.

(entrambe queste due ricette, dove abbonda l'aglio, sarebbero state regolarmente proposte nel fondaco-mulino di Calatamauro ad ogni transito in direzione di Santa Maria del Bosco di Eleonora d'Aragona).

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