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mercoledì 26 novembre 2014

Hanno detto ... ...

ANTONIO POLITO, direttore del Corriere del Mezzogirno
Guido Bertolaso, di ritorno dalla Sierra Leone, e' in quarantena volontaria su una barca a vela


VINCENZO VITA, senatore della sinistra Pd
Senza scomodare l’Eterno ritorno di Nietzsche, certo la vicenda della Rai assomiglia ad un ritornello senza fine: annunci, voci, anticipazioni, convegni. Ma nessun progetto definito presentato dal governo, che pure aveva promesso di recidere i rapporti tra l’azienda e i partiti, di anticipare a quest’anno il rinnovo della concessione dello Stato, di rimodellare la governance, di mettere mano al canone di abbonamento.
Quest’ultimo argomento sembrava l’unico davvero attuale. E la Rai ha già acquistato la carta per i bollettini, visto che la riscossione avviene a gennaio. Lo scorso 28 ottobre scrivemmo che la storia del canone ha un non so che di misterioso. Ora, qualche tassello del mosaico sembra illuminarsi: il pagamento avverrà con la bolletta elettrica, l’ammontare sarà diversificato, ma – ecco l’ovvia e prevedibile notizia delle ultime ore – non dal prossimo anno. Tanto rumore per nulla? Si lavori almeno per semplificare il meccanismo, introducendo l’ammontare nella dichiarazione dei redditi: si paghi a seconda di quanto si ha. Che senso ha che un pensionato al minimo o un precario o un esodato sia classificato alla stregua di un ricco finanziere? Ecco, si faccia qualcosa di sinistra, per una volta.
 MAURO MAGATTI, giornalista
La diagnosi di Francesco è severa ma realistica: la sclerosi europea è conseguenza della chiusura dell’Io su se stesso. Un Io isolato, privatizzato, ripiegato sulla contingenza, non può che finire per essere dominato da apparati impersonali e autoreferenziali che, umiliando le istituzioni democratiche, arrivano a calpestare la dignità umana. Il suo discorso converge su questo punto: la grande storia europea ha il merito di aver fatto emergere l’Io individuo. Ma adesso questa storia è destinata ad arrestarsi se non riconoscerà la costituiva relazionalità della persona. Nelle sue molteplici dimensioni.
Tra terra e cielo: tenendo aperta la dialettica tra contingenza e trascendenza, fisica e metafisica, scienza e religione. Nei rapporti politici: con il compito di realizzare forme istituzionali innovative capaci di concretizzare il motto dell’Unione - unità nella diversità - che è l’opposto di quella uniformità burocratica e procedurale che mortifica la varietà dei popoli europei. 
A livello sociale: con il riconoscimento del ruolo insostituibile dei corpi intermedi (famiglie, associazioni, scuola, partiti) nel creare lo spazio della libertà personale. Rispetto all’ambiente: superando
le pratiche di sfruttamento delle risorse naturali che preparano solo disastri. 
Francesco indica così al Vecchio Continente la prossima tappa del suo cammino secolare. Dopo il tempo della sovranità (individuale e statuale) viene il tempo della relazionalità. È lavorando su questa idea che l’Europa può riaccendere quella speranza che sembra oggi 
mancare: la storia della libertà non è destinata al vicolo cieco dell’individualismo radicalizzato o al suo contrario, il fondamentalismo identitario. Riconoscendosi in relazione, essa può aspirare a forme più alte di umanità e socialità. 


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