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mercoledì 29 ottobre 2014

La credibilità della classe dirigente del paese. Politicanti e (falsi) sindacalisti pensano al proprio portafoglio. Invece di servire la nazione, la usano.

Raffaele Bonanni, segretario della Cisl fino a pochi giorni fà, è un uomo tutto d'oro
Oltre a godere di una pensione stellare (8.593 euro lordi al mese), è stato protagonista negli ultimi anni di una strabiliante ascesa retributiva, alla faccia dei tanti militanti dei sindacati che offrono i loro servizi gratuitamente.
Nel periodo in cui è stato segretario generale della Cisl - dal 2006 fino alle improvvise dimissioni del settembre scorso - il suo stipendio è aumentato vertiginosamente: da 118.186 euro a 336mila, una cifra da capogiro, di molto superiore al tetto per i grandi manager di Stato (240mila).
Tanto per fare qualche paragone, nel suo primo anno da leader Cisl, Bonanni prendeva già più del presidente del Consiglio Matteo Renzi, il cui stipendio da presidente del Consiglio ammonta a 114.796,68 euro
La sua ultima busta paga, invece, era addirittura superiore a quella del presidente americano Barack Obama (circa 275mila euro).
A diffondere questi numeri è il Fatto Quotidiano, che è entrato in possesso di uno dei dossier avvelenati che riguardano l'ex segretario Cisl.
La domanda spontanea (in attesa di capire la fondatezza della notizia):
1) Un signore che dispone di questo livello retributivo come fa a pensare ai disoccupati, ai precari, agli emarginati. Per costui quale è l'orizzonte di una società migliore, che sia migliore per tutti e non solo per lui ?
2) Come fa una Organizzazione sindacale a retribuire (con denaro della gente che lavora: le tessere) un signore con livelli tanto elevati se poi il numero dei poveri in Italia è raddoppiato proprio nel periodo della segreteria Bonanni ? 
(dati Caritas: nel 2007, ultimo anno di crescita del Pil, erano 2,4 milioni -il 4,1% della popolazione-, mentre nel 2012, secondo gli ultimi dati disponibili, vivevano in povertà assoluta 4,8 milioni di italiani, l'8% del totale).

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