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domenica 28 settembre 2014

Il Vangelo alla luce dei fatti di ogni giorno

LUCA
( 5, 1 - 11)
LASCIATO TUTTO, SEGUIRONO LUI 

1 Ora avvenne, mentre la folla si riversava su di lui e ascoltava la parola di Dio, lui stava lungo il lago di Genesaret. 2 E vide due barche che stavano lungo il lago. Ora i pescatori, andati fuori da esse, lavavano le reti.3 
Ora, andato dentro una delle barche, che era di Simone, domandò a lui di condurre fuori da terra un po’. Ora, seduto, dalla barca insegnava alle folle. 4 Ora, quando cessò di parlare, disse a Simone: Conduci fuori al largo e calate le vostre reti per la cattura! 5 E, rispondendo, Simone disse: Maestro faticando tutta la notte prendemmo nulla. Ma sulla tua parola calerò le reti! 6 E, facendo questo, presero dentro una moltitudine grande di pesci. Ora si strappavano le loro reti. 7 ed accennarono ai soci dell’altra barca di venire a con-cepire con loro.  E vennero e riempirono ambo le barche fino a sommergerle. 8 Ora visto, Simon Pietro ricadde alle ginocchia di Gesù dicendo: Esci via da me, poiché sono uomo peccatore, Signore! 9 Paura infatti strinse lui e tutti quelli con lui, per la cattura dei pesci che avevano concepito. 10 Ora ugualmente anche Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano compagni di Simone. E disse a Simone Gesù: Non temere! Da ora uomini pescherai per la vita. 11 E, ricondotte le barche sulla terra, lasciato tutto, seguirono lui.
TESTO ARBERESHE: Nd’atë mot rrij Jisui te zalli i liqenit të Jenesaretit e pa dy barka çë ndodhesin te zalli. Pishkatarët kishin dalë nga ato dhe lajin rrjetat. Jisui u hip te njera ndër ato, çë ish e Simonit e ju lut atij të largohej pak nga dheu, pastaj u ul e mësonej gjindjet nga barka. Si mbaroi së foluri, i tha Simonit: “Largò barkën më thellë e shtjerni rrjetat tuaja për të zënë pishq”. U përgjegj Pjetri e i tha: “Mjeshtër, gjithë natën u lodhëm e nuk zumë asgjë, po pas fjalës sate do të shtie rrjetën”. E si bënë kështu, zunë aqë pishq sa rrjeta po këputej. Ahiera i bënë shënjë shokëvet çë ishin tek jetra barkë, të vijin t’i dihjin. Ata erdhën e mbluan të dya barkat sa po mbyteshin. E kur pa këtë Simon Pjetri u shtu përpara gjunjvet të Jisuit tue i thënë: “Largohu nga unë, o Zot, se jam burrë i mëkatruem”. Sepse ai e gjithë ata çë ishin bashkë me të u çuditën për burimin e peshqvet çë kishin zënë. Ashtu edhe Japku e Janji, të bijtë e Zebedheut çë ishin shokë të Simonit. E Jisui i tha Simonit: “Mos u trëmb, se çë nani do të zësh njerëz”. E posi holqën barkat te dheu, lanë gjithsej e i vanë pas Atij.

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Brano del Vangelo di Luca proclamato oggi nelle Chiese di rito bizantino

Cristiani si diventa nella quotidianità della vita, mentre si studia, si lavora, si soffre o si gioisce, nella normalità della vita. Non esiste un momento o un luogo particolare come, -tanti immaginano-, potrebbe essere il seminario, il vaticano, il santuario o altro. Molto frequentemente capita proprio il contrario, nel senso che nei presunti luoghi sacri siedono uomini che amano "apparire", "possedere" e "potere"; gente che sarebbe bene mandare in galera già alla prima esternazione del loro modo di essere e che, purtroppo, per l'omertà che regna pure nei sacri palazzi -invece- per decenni ottengono copertura. Copertura proprio come avviene nelle famiglie mafiose.

I discepoli sono già sulla barca, in mezzo alle problematiche della vita là dove Gesù parla; sono stati al largo, dopo una nottata di fatica inutile e sperimentano,  solo dopo che aderiscono alla sua parola, l’abbondanza dei frutti.

La comunità cristiana è quindi chiamata a confrontarsi non con la miseria dei tanti clericali in cui le capita di imbattersi ricorrentemente bensì con l'ascolto  del Crocifisso, ossia di colui che spesso non conosciamo, ci crea un pò di ribrezzo, è malvestito, non sa districarsi nelle complessità della società, soffre e magari prova pure ad aiutare chi come lui soffre.
La prova se si è o meno cristiani lo si ha nel confronto con colui che è scartato dal nostro modo di vivere più o meno borghesemente e distrattamente dai problemi sociali.
Il Crocifisso non è solamente quello affisso 2000 anni fà o il pezzo artistico che sta nei musei -che è pure bene ammirare-. No,  ogni giorno il mondo che conosciamo continua a crocifiggere milioni di "nazareni", attraverso l'ingiustizia dei sistemi economici, le guerre, le torture, i pedofili che ottengono coperture.

Il senso del Brano (e di tutto il Vangelo) è  che ciò che capitò ai pescatori di Galilea (abbondanza di frutti) può capitare ancora oggi al lettore del Vangelo.
Il Figlio dell'uomo, il nazareno, è ancora lungo le nostre strade, le strade del mondo. Basta ascoltare le grida e aprire gli occhi e lo si incontra in carne ed ossa. E' il Figlio dell'uomo.
Sbaglia chi pensa che il Cristo stia solo in Chiesa mummificato ed in attesa che gli si accenda il cero. Generalmente Cristo è fuori dalle mura, ma fa chiesa (assemblea) con tutti noi.

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