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domenica 21 settembre 2014

Il vangelo alla luce dei fatti di ogni giorno

MARCO
8, 34-38
9,  1 
SE UNO VUOLE

34 E, chiamata innanzi la folla con i suoi discepoli, disse loro: Se uno vuole venire dietro di me, rinneghi se stesso, e prenda su la sua croce, e segua me.35 Chi infatti vuol salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per me e per il vangelo, la salverà. 36 Che giova infatti all’uomo guadagnare il mondo intero e danneggiare la propria vita? 37 Che può dare infatti l’uomo per riscattare la sua vita? 38 Poiché chi si vergognerà di me e delle mie parole in questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo, insieme con gli angeli santi. 1 E diceva loro: Amen, vi dico: ci sono alcuni di quelli che stanno qui che non gusteranno la morte,  finché vedano il regno di Dio venuto in potenza.

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(Brano del Vangelo di Marco proclamato oggi nelle Chiese di rito bizantino)
E' dichiarata in questo brano quale debba essere l’identità del discepolo, ossia di chi è e di come debba essere il cristiano, colui che vuole seguire il crocifisso;  colui che -detto in altri termini- vuole seguire il povero, l'umile e soprattutto l'umiliato.
In poche righe viene fotografato quanto invece nelle Università teologiche, nella saggistica laica e religiosa, viene riportato nei grossi libroni sull’”essenza del cristianesimo”.  
In poche brevissime espressioni è davvero contenuto ciò che viene esposto in compendi di antropologia filosofico-teologica per descrivere chi è il cristiano, colui che è disposto a seguire gli scarti. Restano esclusi da questa identità i tanti monsignore e cardinale il cui obiettivo è quello di poter gestire lo Ior o che pensano al loro ruolo rivestito nella società per farsi "ammirare".

Noi uomini del mondo, generalmente, cosa desideriamo  ? 
Salvare la pelle e l’esistenza materiale, che sappiamo -prima o dopo-  di dover perdere.  Questo tentativo, inutile e disperato, ci rende egoisti, e ci fa distruggere noi stessi e gli altri.  

Il brano punta a smascherare l’inganno di volerci salvare mediante la brama di possedere (pochi minuti fà -a Tirana- Papa Francesco ha definito questo desiderio di possesso: l'idolo del denaro), la brama del potere e quella di apparire. 
Effettivamente proprio questo è il pensiero forte e principale dell’uomo dei nostri tempi, e di tutti i tempi. 
Nessuno, o quasi, si sottrae a questa molla interiore.

Ci viene ricordato dal brano come noi perdiamo la nostra esistenza per il semplice motivo che ad essa, alla vita, non sappiamo darle il senso, il fine.  
Se solo sapessimo dargli il senso saremmo, diventeremmo, veri uomini.  Daremmo alla vita, al percorso della vita, la possibilità di un progresso e la libertà di realizzarsi.

Quanti di noi viviamo -purtroppo- senza capire, o senza provare a cogliere, il senso, la meta ?

Seguire la croce, che poi è accettare ciò che ci si presenta nel corso dei giorni, significa togliere ogni ambiguità al nostro percorso.  
Ogni volta che dimentichiamo che la vita implica quel percorso connesso alla croce (=sofferenza) noi siamo incapaci di aiutare il prossimo; al posto della meta, perseguiamo noi stessi ed il nostro egoismo unitamente alle nostre fisime religiose.

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