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martedì 30 settembre 2014

Hanno detto ... ...

ROBERTO PUGLISI, giornalista siciliano
L'Italia è non riformabile. Ci piace troppo lamentarci, dunque abbiamo proprio bisogno che le cose vadano male.

MAURO DEL BUE, direttore di Avanti !
Ho ascoltato il dibattito alla direzione del Pd. Poi qualche salotto televisivo. Mi sono fatto un’idea. E cioè che ciò che unisce i dem sia l’impossibilità di vivere divisi. 
L’argomento di fondo non era l’articolo 18, ma la questione Renzi. Il linguaggio, i toni, le espressioni di Bersani e D’Alema non sono da scissione. Ma da guerra civile. Da “mors tua vita mea”. Eppure non si divideranno perché divisi sono nulla. Bersani, D’Alema e qualche residuo compagno, una doppia squadra di calcio, ventidue soli, rappresentano poco più di un’inezia a Renzilandia. Per di più divisa in due. Perché lo scouting sul campo avverso ha prodotto più frutti di quelli berlusconiani al Senato. 
Sul merito della riforma del lavoro Bersani e D’Alema non hanno ragione. Alzare steccati e gridare allo scandalo rispetto all’annuncio di una legge che prevede la riconferma dell’articolo 18 per le discriminazioni e i provvedimenti disciplinari, un contratto unico a tutele crescenti, due miliardi per gli ammortizzatori sociali per tutti, anche per i dipendenti delle aziende con meno di 15 dipendenti, addirittura un reddito minimo, mi pare assurdo.H

GIOVANNI VILLINO, giornalista GdS
Sarà la mia ignoranza ma penso che basterebbe tagliare il costo del lavoro per dare più opportunità di lavoro

MATTEO RENZI, premier e segretario pd
“Vi propongo di votare con chiarezza al termine” della direzione “un documento che segni il cammino del Pd sui temi del lavoro e ci consenta di superare alcuni tabù che ci hanno caratterizzato in questi anni”. Lo dice Matteo Renzi alla direzione Pd, proponendo “profonda riorganizzazione del mercato del lavoro e anche del sistema del welfare. Serve un paese che vuole investire e dare risposte ai nuovi deboli che sono tanti e hanno bisogno di risposte diverse da quelle date finora. La rete di protezione si è rotta, non va eliminata ma ricucita, sapendo che c’è uno Stato amico che li aiuta. Non siamo un club di filosofi ma un partito politico che decide, certo discute e si divide ma all’esterno è tutto insieme. Questa è per me la ditta”. 

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