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giovedì 25 settembre 2014

:“Comunicazioni del Presidente della Regione sull’attuale situazione politica regionale”. (24 settembre)

CROCETTA, presidente della Regione. Signor Presidente, onorevoli deputati, io non so quanto riuscirò a stare in piedi, e non lo dico in senso politico, ma in questo caso fisico… 
PRESIDENTE. In questo caso è autorizzato ad intervenire da seduto. 

CROCETTA, presidente della Regione. La ringrazio, ma fin quando potrò resterò in piedi, credo che l’Aula non pretenderà l’esito della risonanza magnetica, ma siccome la forma è importante e il protocollo ci obbliga a stare in piedi cercherò, nei limiti della resistenza fisica, a tenere in piedi il mio discorso. 
Oggi sono stato chiamato - su richiesta dei Presidenti dei Gruppi parlamentari nell’ultima Conferenza e devo dire che è stata una conferenza molto positiva che ha cercato di focalizzare gli aspetti più urgenti delle questioni siciliane e del modo come affrontarle - a riferire attorno al tema che ha riguardato, questa estate, la vicenda del ‘Piano giovani’ e altre più recenti vicende che hanno riguardato la composizione del Governo. 
Io ritengo sia poca cosa ridurre una discussione attorno a vicende che ritengo meramente amministrative, tenendo presente che qui siamo in Parlamento e, quindi, il massimo consesso che si ha all’interno della Regione siciliana, il Parlamento più antico d’Europa. 
Credo sia, invece, maturo affrontare il tema più ampio di quale situazione politica abbiamo in Sicilia, qual è la situazione economica, qual è la situazione sociale, come usciamo dalle vicende storiche, persino, che ci trasciniamo e con quali prospettive le affrontiamo e quali percorsi comuni, ma non necessariamente comuni, ci diamo per confrontarci con lealtà, con sincerità, a volte con spirito alto e persino privi di pregiudizi. 
Laddove per pregiudizio non intendo il pregiudizio così come viene comunemente inteso e cioè il fatto di avere delle riserve su qualcosa o su qualcuno ma lo intendo nel senso etimologico del termine e cioè di un giudizio espresso prima e che non c’è alcuna realtà che possa modificarlo perché quello è il giudizio, al di là della verifica concreta dei fatti. 
Credo che tutti quanti dobbiamo liberarci di questo metodo e pensare che la realtà sia il divenire, che le cose cambiano, che ci sono comportamenti che, a volte, riescono a smentire le nostre teorizzazioni e noi che siamo tutti quanti osservatori politici, non possiamo non rimarcare e notare il mutamento della realtà. 
Se non si percepisce questo, allora la storia si inchioda, si inchiodano le dinamiche, si inchioda, persino, la possibilità stessa del cambiamento. 
Io vorrei partire da una considerazione generale che sento spesso dire essere al centro del dibattito 
politico siciliano, anche giornalistico, non potrebbe essere diversamente: la crisi della Sicilia. 
Se guardiamo alla crisi della Sicilia come un fatto isolato, io non credo che andremo lontano. Se noi pensiamo che la crisi della Sicilia si possa richiudere nelle responsabilità degli ultimi governi, anche di quelli precedenti, per essere chiaro, perché sarebbe persino semplicistico cercare di attribuire la responsabilità a un mio predecessore, ai miei ultimi predecessori, non mi appartiene, questa disonestà intellettuale non mi appartiene, non mi appartiene la semplificazione e la reductio ad unum delle responsabilità, quella è una filosofia medievale che cercava di concentrare la responsabilità di ogni cosa su uno, per cui la crisi di oggi sarebbe la crisi di Lombardo, poi sarebbe la crisi di Cuffaro. 
Penso che ci siano ragionamenti più complessivi che stiano cambiando il mondo e l’Europa. Se noi non analizziamo quello che sta accadendo in Europa con l’aprirsi dei mercati dell’Est, prima europeo, con la concorrenza che in quei mercati dell’est si è strutturata nei confronti degli altri paesi europei, dal punto di vista del costo della manodopera, della possibilità di delocalizzazione in quei territori. La crisi Fiat in Sicilia non scoppia perché c’è una crisi del sistema produttivo siciliano, ma è scoppiata perché alla Fiat conviene produrre in Polonia perché pagano un operaio trecento euro, mentre a Termini Imerese costa tremila euro. 
Quale sarebbe stata la soluzione? Potremmo dire benissimo il Governo Lombardo non ha fatto sufficientemente oppure il Governo italiano non ha ostacolato, no, ci sono ragioni strutturali che se 
l’Europa non affronta e non affronta in termini di sostegno alle economia più deboli, le regioni del sud Europa saranno completamente travolte dalle politiche europee e insieme all’apertura dei mercati dell’est, la concorrenza che viene dall’est asiatico, la perdita di influenza italiana e, quindi, siciliana, in modo particolare, perché quei mercati sono i mercati più prossimi a quelli della Sicilia legati alle cosiddette rivoluzioni arabe che rivoluzioni lo sono fino a un certo punto, se si fa forse un ragionamento diverso rispetto alla rivoluzione tunisina laddove il processo è più profondo e legato 
ad aspetti più laici rispetto ad altri paesi arabi. 
Però noi eravamo il secondo paese esportatore in Tunisia e cominciamo a non esserlo più; eravamo il primo paese esportatore in Libia per volumi d’affari, non solo esportatore, ma anche di import ed export e non lo siamo più; eravamo il primo paese esportatore in Egitto e non lo siamo più e dentro c’è una questione che riveste tutto il tessuto produttivo italiano, investe la politica italiana, ma investe anche la politica europea e investe anche la politica delle grandi potenze al mondo che, rispetto alle rivoluzioni, non sempre hanno assunto il tema della difesa delle libertà civili e democratiche, ma hanno affrontato con realismo, invece, i temi degli interessi economici per cui la no fly zone, la guerra in Libia, più che un sostegno alla rivoluzione, è stata invece la guerra delle compagnie petrolifere francesi e inglesi per scalzare Eni in Libia ed ha acquistato significati 
completamente diversi. 
Ora, pensare che tutto questo non influisca nell’economia siciliana e che questo sia senza ripercussione, questo è un errore di fondo nel quale noi ci troviamo a volte ad operare le nostre analisi; l’apertura dei mercati nel Nord-Africa, la possibilità, l’accordo Eu-Marocco che ha aperto il mercato europeo agli esportatori marocchini per l’esport di prodotti agricoli indiscriminati e come contropartita in questi paesi, come il Marocco, noi possiamo esportare prodotti della tecnologia. Questo è un accordo fatto a dimensione della Germania, della Francia, dell’Olanda, del nord Italia 
e che questo penalizza l’agricoltura del Sud e della Sicilia e il tema della crisi agricola del Mezzogiorno e della Sicilia per molti versi è legata a quest’aspetto. 
Io personalmente, come deputato europeo, ho votato sia contro le fly zone in Libia – lo feci insieme a Cofferati – e fui fra i sei parlamentari italiani di tutti i partiti politici che votarono contro l’accordo Eu-Marocco, guardando con particolare interesse alla tutela dei prodotti siciliani, ritenendo quell’accordo non condivisibile sul piano del principio, perché noi dobbiamo innescare una solidarietà internazionale rispetto a questi Paesi, ma non si può fare un accordo di solidarietà con paesi poveri, penalizzando i paesi poveri dell’Europa, il sud dell’Europa, perché quell’accordo lo ha pagato la Sicilia, lo paga la Spagna, la Grecia, le economie fragili del sud dell’Europa. Certo se dicessi un po’ di insulti nei confronti dei dirigenti della formazione, probabilmente il ragionamento diventerebbe più appetitoso, ma non mi impelagherò in questi discorsi. La politica deflattiva adottata dall’Europa, i limiti dei patti di stabilità non cristallizzano la situazione economica europea alla stato esistente? Ma lo stato esistente può andare bene alla Germania, può andare bene all’Olanda, ai Paesi Scandinavi, ma, sicuramente, non va bene ai Paesi del sud Europa, non va bene alle regioni povere dell’Europa, perché significa cristallizzare la storia, cristallizzare l’economia. 
Quando oggi l’Europa dice, per esempio, che noi non possiamo fare spese infrastrutturale nel campo autostradale, nel campo della portualità, dice che lo sviluppo economico infrastrutturale della Sicilia, così come di altre Regioni che hanno un gap infrastrutturale, debba avvenire con risorse proprie, con risorse degli Stati nazionali, con risorse delle Regioni, ma negli altri Paesi europei forse queste infrastrutture non sono state realizzate con i contributi europei? 

Allora si vuole tentare di fissare la storia, la politica che difende l’euro e il valore nominale dell’euro, difende il valore di cambio tra l’euro e il dollaro e penalizza l’economie più deboli. 
Il Premier Renzi ha molto ben capito tutto questo ed ha cominciato anche una vertenzialità su questi temi, però la politica nazionale, a sua volta, le contraddizioni che lo Stato nazionale ha nei confronti dell’Europa li scarica nel sistema delle Regioni, per cui a catena nel sistema dei Comuni, a catena ci sono i tagli e i trasferimenti alle Regioni, ci sono limiti nei patti di stabilità delle regioni che diventano pesantissimi e che impediscono poi la dinamicità economica. 
Voglio esprimere, con chiarezza, che una politica rivolta esclusivamente alla protezione dell’euro è una politica depressiva, perché porta deflazione, porta licenziamenti, porta chiusura produttiva, porta cioè a mancato sviluppo dell’economia, ad avvio, sostanzialmente, di politiche nuove che possano cercare di invertire le tendenze economiche e sono tanti gli osservatori economici internazionali che dicono tutto questo, che denunciano tutto questo. 
Gli Stati Uniti, per esempio, hanno dato una risposta diversa alla crisi, hanno finanziato, hanno defiscalizzato, completamente, gli insediamenti produttivi che si svolgono nei cinque stati con problemi economici degli Stati Uniti. 
Una politica del genere, in Europa, non si attua e non si attua neppure da parte dei governi nazionali che, oggi, sempre più scaricano ai livelli delle regioni, degli enti locali, i problemi legati alla vicenda economica nazionale ed internazionale e rispetto a queste questioni, anche lì, quando mi vengono a trovare le imprese, mi dicono che hanno bisogno di interventi sul piano fiscale, vogliono ridotte le tasse, vogliono politiche di incentivi e fiscali, politiche incentivanti che noi abbiamo, anche, provato ad inserire nelle nostre finanziarie e che sono state sistematicamente impugnate dal Commissario dello Stato perché la politica fiscale non può essere decisa a livello regionale, ma viene decisa a livello nazionale, così è la legge, dimenticando, poi, che la legge dovrebbe anche considerare la specificità del nostro Statuto. 
Molto spesso si dice che le regioni devono farcela da sola e noi siamo una Regione pronta a farcela da sola, se semplicemente ci dessero l’autonomia impositiva e fiscale prevista dallo Statuto, se semplicemente ci dessero, fino in fondo, la possibilità di tassare veramente tutti coloro che operano, così come ha previsto quell’accordo sull’articolo 37, che prevede una gradualità, troppo lenta, per essere efficace, per cui diventa, veramente, facile scaricare il conflitto, esclusivamente, sulle regioni. 
Guardate che, oggi, molto spesso, il tema degli sprechi delle regioni torna ad essere al centro del dibattito politico nazionale. Abolire le regioni! Come se il sistema nazionale fosse un sistema totalmente integro; come se il sistema nazionale non fosse fatto di partecipate inutili e dannose; come se il sistema nazionale non fosse fatto di assistenze tecniche ai ministeri, configurati da decenni; come se il sistema nazionale non fosse con dirigenti che te li trovi da trent’anni, in qualsiasi carica hai, a dirigere sempre i dipartimenti, per cui la discontinuità politica in Sicilia che dovrebbe avvenire non attraverso la nomina di assessori, ma attraverso il taglio di teste ai burocrati, come se noi potessimo operare al di fuori delle leggi. Quando Lombardo provò a mettere tutti i dirigenti esterni, ci fu la rivolta del Palazzo e ci fu anche la rivolta della politica rispetto a questi temi. 
Io sono fra coloro che ritengo che nello spoil system ogni Presidente, ogni Governo dovrebbe avere la possibilità di creare uno staff di propria fiducia, per rispondere, poi, politicamente delle cose che fa, perché se macchina burocratica e macchina politica marciano su basi separate, è chiaro che la coerenza delle relazioni non può esserci. Capite bene, però, che c’è il sistema del rispetto delle leggi 
e c’è soprattutto il tema della volontà di fare rispettare queste leggi. 
Il sistema politico non è sul modello americano che consente tutto questo, è un sistema che da garanzie. Fra le leggi della regione siciliana giudicate, tra l’altro, negative dal recente giudizio della Corte dei Conti a sezione riunite, c’è una legge che dà garanzia ai direttori generali di mantenere le posizioni, ad avere l’indennità di posizione anche quando non sono più direttori generali. Quante volte abbiamo tentato di abolire e sistematicamente è saltata fra una Commissione e l’altra? Noi riteniamo che su questo ragionamento si devono fare delle riflessioni, perché oggi al Governo c’è Crocetta, ma domani ci saranno altri. 
Pensare di esasperare un conflitto tra burocrazia e poteri politici utilizzando a fisarmonica questo tema, sicuramente, non stabilisce quel primato della politica che dovrebbe essere alla base del Governo e degli atti del Parlamento. 
Credo che su questo si debba fare una riflessione profonda però, guardate, c’è un tema che spesso ci fa arrabbiare: è il fatto che questo Parlamento, questo Governo, in questi anni, su fatti importanti, si è fatto persino più del Parlamento e del Governo nazionale in termini di sprechi, poi vai in televisione e ti dicono che le pensioni dei parlamentari dell’ARS, il fondo pensioni od ogni parlamentare costa non so quanto, dimenticando che questo è il più antico Parlamento, a livello regionale, che esista in Italia e che quindi ci troviamo i pensionati dal ’46 in poi che incidono sul costo pro-capite dei parlamentari; dimenticando i tagli che abbiamo fatto ai dirigenti, dimenticando i tagli che abbiamo fatto ai costi della politica, le riduzioni che sono state operate, per cui è come se l’ombra del passato dovesse infangare sistematicamente la Sicilia e qualsiasi cosa noi facciamo non serve a modificare un pregiudizio, quel famoso pregiudizio di cui parlavo prima. 
Primo atto, quando si è insediato questo Governo, è stata la riduzione del 20% dell’indennità di funzione ai dirigenti, l’abbiamo fatto a livello amministrativo. Una settimana fa vengo intervistato su 
una televisione nazionale: “avete i dirigenti più pagati d’Italia”. Veramente abbiamo i dirigenti meno 
pagati ormai delle regioni italiane perché in media il tetto in Lombardia è di 240 mila euro, in Lazio 
è di 230 mila euro, in Campania è di 200 mila euro, in Sicilia è stato messo a 160 mila euro a livello 
della Regione e a livello del Parlamento a 240 mila euro. 
Tema su cui non voglio entrare perché attiene all’autonomia del Parlamento, ma credo che una politica di omogeneità anche sulla questione del trattamento dei redditi dei dirigenti sicuramente ci potrebbe portare ad una razionalizzazione ed evitare anche livelli di contrapposizione. 
Bene, dentro all’immagine della Sicilia, quindi, pesano tutte le questione del passato. Pesa sicuramente il fatto che noi abbiamo avuto due Presidenti della regione con le note vicende giudiziarie sulle quali non voglio entrare perché questo tema appartiene alla Magistratura e solo alla 
Magistratura e non può essere strumentalizzato per ragioni politiche. Pesa a volte anche la eccessiva conflittualità che si esprime sistematicamente nei confronti del Presidente in carica, del Governo in carica, perché guardate che Lombardo aveva avuto la maggioranza di 61 deputati, e non sono pochi, 
usciti dalle elezioni, non ha governato un solo giorno in pace e il dibattito attorno al tema del governo Lombardo aveva lacerato tutte le forze politiche siciliane. 
Come oggi io credo non ci sia pace anche all’interno delle forze politiche siciliane, io penso che in pochi in questo Parlamento, più che nel Parlamento, a livello dei loro partiti possano dire che esistono gruppi politici omogenei e compatti, in ogni partito, dalla destra alla sinistra, ci sono divisioni, posizioni diverse, contrapposizioni che sicuramente non giovano al confronto politico. A me piacerebbe molto che queste divisioni restassero fuori dell’Aula, piacerebbe molto che queste divisioni non pesassero nel rapporto fra i partiti e il Governo, però, sinceramente, a volte io ritengo, ora al di là di qualche scherzo di dozzina che posso fare io nel presentare una lista così di segnalazione che mantengo persino con un tono di sobrietà e ci faccio pure una risata, però non ritenete che la denuncia per voto di scambio del Presidente della Regione per avere nominato un assessore, perché questo potrebbe favorire una sensibilità politica piuttosto che un altro, sia un atto eccessivo, soprattutto quando non è provato e quando questo Presidente è totalmente estraneo a queste logiche e non si presterebbe e non si presterà mai a ragionamenti che possano favorire? 
Seriamente si pensa che il governo regionale, al Presidente della Regione può importare più di tanto
delle elezioni su nove elezioni, su nove seggi della provincia di Siracusa? 
Questo potrà essere il tema delle singole liste, delle varie correnti, anche perché non è che cambi molto nell’assetto, fatto da alcuni dei parlamentari in carico, compreso lo stesso che ha fatto l’esposto, la denuncia, non solo mi sono pure simpatici, infatti non ho fatto la contro querela unicamente perché ritengo che i rapporti di amicizia e di simpatia, persino di fiducia politica non possano arrivare a questo punto, ritenete veramente che questo Presidente si vada ad impelagare in tutto questo? 
Il Presidente ha un problema, quello di una maggioranza che sostenga il Governo, quello di una politica che sostenga l’azione delle riforme e su questo tema è ovvio che sia costretto a discutere con chi dice che il Governo lo sostiene. Se qualcuno si tira fuori dal Governo e lo fa sin dal primo giorno che il Governo è insediato, non è che poi si può accusare il Presidente di non tenere conto dell’area politica. Cosa devo fare, salvo dare una disponibilità al confronto e alla composizione, io cosa posso fare di più. Le opposizioni potrebbero obiettare non hai maggioranza parlamentare te ne vai a casa. 
Io vi assicuro che non ho nessuna intenzione di andare a casa perché qualcuno dice, anche all’interno della mia coalizione, che prima o poi mi stufo. 
Vi assicuro che sono provato alle più grandi sofferenze e ho una percezione del dolore molto lenta, con un osso spaccato continuo a stare in piedi, a lavorare perché ho un livello di resistenza al dolore che è inimmaginabile. 
Qualcuno in siciliano potrebbe fare qualche battutina, ma non sarebbe molto elegante in Parlamento, in privato riservo di farla agli amici. Però, guardate, io non ho alcuna posizione personale da difendere né mi sono candidato per farmi autolinee di trasporti, per esempio, alberghi, accedere ai fondi europei e via dicendo, fatti che appartengono alla storia della Sicilia. 
Grazie a Dio non ho imprese, non ho interessi e non ho assolutamente alcun interesse personale e vorrei, quando non sarò più Presidente della Regione, usare le parole del Don Chisciotte, di Cervantes, che dice siccome esco da qui nudo per come sono entrato, vuol dire che forse abbiamo governato come dei santi. 
Sicuramente i santi non esistono in politica e io non mi considero tale, però vorrei cercare di governare come un santo e vorrei che lo facessimo tutti insieme e vorrei che sulla Sicilia non godessero le ombre del passato, per cui i toni, lo stile non possono sistematicamente arrivare a infangare, a tentare di sconvolgere e di capovolgere la realtà. 
Non possiamo continuamente assistere alla realtà della finzione pirandelliana come se non avessimo fatto nulla, come se fossimo persino un Governo di delinquenti. 
Qualcuno ha detto pure pubblicamente che io avevo dei comportamenti mafiosi. Al di là della verità, se veramente chi pensava questo non lo pensava, ma è legittimo usare questi toni nei confronti del Presidente eletto, al di là di Rosario Crocetta? È legittimo? È rispettoso delle istituzioni? È rispettoso della normale dialettica politica? È accettabile nella serenità di un confronto? 
Per cui i miei scherzetti in dozzina sono poca cosa rispetto a questi annunci continui di esposti, di denunce, di querele, di insinuazioni, di diffamazioni sistematiche che sembrano caratterizzare, con particolare impegno, la vita di qualcuno. Io credo che noi dobbiamo trovare le ragioni stesse del fare politica. Io posso essere non simpatico a tanti, tanti altri non ci sono e la Regione siciliana in questo momento è candidata a un numero incredibile di candidati alla Presidenza della Regione, ovviamente ci sono questi candidati nelle opposizioni ed è normale, un po’ meno normale è che ci siano candidati della coalizione che lo annunciano già da sei mesi, da un anno, da un anno e mezzo, perché la lotta per la successione – come si dice – è un fatto lecito, ognuno ha le proprie ambizioni, esiste il confronto elettorale, io fino adesso non ho annunciato di mettermi da parte né per adesso e nemmeno per il futuro, su questo ognuno può fare tutti i conti che vuole, ma permettetemi anche che io – come diceva Sant’Agostino – pensi che prima caritas incipit a me, che non è narcisismo, è assolutamente un tema di legittima difesa. 

Ci sono sindaci, per esempio, che scalciano continuamente perché incapaci di dare risposte alle loro città e il calo di consenso incredibile lanciano continuamente il tema di commissariamento della Regione, dell’Assemblea, del Parlamento perché così pensano di avere scorciatoie a candidature. 
Sappiano che io sono abituato a confrontarmi in un regime di lealtà e rispetto a questo io credo che tutti quanti hanno il dovere, se si sta in una coalizione, di stare dentro un percorso. 
Ci sono candidati speranzosi, presidenti di Commissione, paladini persino della legalità quando questo Presidente è illegale, - non mi riferisco alla Commissione Antimafia onorevole Musumeci, che sarebbe normale - mi riferisco anche a commissari a fuoco amico, ma per carità tutto legittimo, ci si confronti con i partiti, ci si confronti con l’opinione pubblica. 
Dentro questo sistema esiste un progetto di democrazia, il resto sono tutte situazioni arbitrarie e personali. Ora, si dia il caso che una mia posizione personale, è la posizione di un Presidente eletto dai cittadini, mentre le posizioni personali di chi non ha passato questa verifica personale, rimangono solo personali. Possono dispiacere le mie, ma sono le posizioni legittime di un Presidente eletto da cittadini, che in uno Stato democratico viene prima di tutto riconosciuto dall’opposizione, a maggior 
ragione dalla maggioranza. 
E a volte, i toni irriguardosi di una parte della maggioranza, non hanno coinvolto le opposizioni nella stessa misura, che si sono limitate a fare denuncie politiche, mentre sul piano personale mi rimane l’amarezza, lo sconforto, gli attacchi personali, a volte sconsiderati, come si dice, parenti serpenti, e fratelli coltelli. Ma è normale che lo scontro tra amici, sia molto più forte e più esasperato di quello che si può avere tra avversari, ma io non considero nessuno come nemico, non ho nemici, non ho antipatie personali, io vorrei cercare semplicemente insieme a voi di governare, e di farlo bene. 
Ora andiamo ai temi profondi della questione, abbiamo visto le considerazioni più generali attorno al PIL, attorno all’economia, una Regione che non faceva passi da tre anni, come dovrebbe sviluppare il PIL? Improvvisamente arriva il Presidente della Regione nuovo, che dal primo giorno è responsabile - perché io sono responsabile almeno da gennaio del 2013 della situazione di sfascio della Sicilia - che abbiamo fatto un Governo inadeguato, che non dovevo rimpastare, e il tema più diffuso non è stato il tema delle riforme, ma il continuo rimpasto, il tema degli accordi politici. 
Si dice del Presidente della Regione che è uno inaffidabile, è uno che non rispetta gli accordi, ma io gli accordi politici li rispetto tutti, altri tipi di accordi sinceramente non ne conosco, non mi sono stati proposti, quindi non capisco a quali accordi ci riferiamo, visto che non ne abbiamo parlato mai, ma il programma elettorale lo stiamo portando tutto avanti, ed è il patto fatto con i siciliani, e con i partiti alleati. 
Qualcuno mi può rimproverare che non abbiamo portato avanti in termini di progetti di riforma, in termini di proposte, in termini di modalità di azione del Governo, non mi pare che nessuno faccia riferimento al patto originario. A volte sento battutine, ma io do l’importanza che hanno le battute, sicuramente non possiamo disperderci anche in base ai sentimenti personali, per carità, fanno parte della vita quotidiana, però sinceramente una cosa è questa, invece una cosa è la sistematica azione delegittimazione, di semplificazione e di impedimento dell’azione di Governo, perché io non permetterò che mi si faccia consumare e bloccare dalla logica del tanto peggio, che tanto meglio. 
Nessuno pensi che creando contrapposizioni e divisioni si possa bloccare l’azione del mio Governo, perché io vado dritto su questa strada, chiedo a tutti un confronto nel rispetto delle posizioni politiche, nel rispetto che c’è una coalizione di Governo che è quella che è uscita dalle elezioni, e col sistema e col sistema di alleanze che sono nate, in un confronto serio e leale per le posizioni perché in un sistema democratico tutti devono contribuire alla situazione politica. Le riforme si fanno insieme, soprattutto quelle istituzionali, e insieme si va avanti nei processi democratici, e insieme si tenta di uscire dalla situazione grave che abbiamo in Sicilia. 
Io qui mi pongo alcune domande, ritenete che se non fosse stato eletto questo Presidente, oggi la formazione professionale, invece di costare 480 milioni di euro l’anno, costerebbe come adesso 150
milioni? Ne siete convinti? Io penso che chi ne dovesse essere convinto mente, forse inconsciamente, persino a se stesso. Vi sembra poco risparmiare 330 milioni di euro l’anno nella situazione di profonda crisi della società siciliana e della crisi e del sistema finanziario siciliano e del bilancio siciliano? Naturalmente non abbiamo fatto nulla, che abbiamo fatto? Io penso che se avessimo fatto solo questo già avremmo fatto atto di coraggio che nessuno altro ha fatto prima, per tanti motivi, perché c’era la parte del sistema politico che era dentro quel sistema di formazione. 
A volte ci sono forti contraddizioni, i formatori in carica al sistema formativo, ufficialmente, quando abbiamo fatto le verifiche, sono risultati 8.500. Ritenete che molti Governi abbiano il coraggio di dire: 4000 saltano perché non hanno diritto, perché sono stati assunti in divieto di assunzione? Ritenente che sia possibile? 
Ritenete, per esempio, che se non c’era questo Presidente sarebbero saltate alcune gare delle ASP, cito per tutte quella di 360 milioni di euro per l’assicurazione, quando nell’ultimo decennio si sono spesi 8 milioni di euro l’anno, ci sarebbe stato qualcuno che si sarebbe preso questa briga e questa responsabilità? Naturalmente diventiamo illegali perché è intervenuta la legge sui pensionamenti dei manager, ecco io ritengo che se non avessimo adottato avrei commesso un abuso, e siccome nell’abuso la percezione psicologica del reato è fondamentale, io non posso fare un atto in cui sono convinto che c’è abuso. Normalmente una questione del genere non si fa con le accuse di illegalità, perché se uno li avesse voluti ostacolare questi manager bastava che non li nominassimo, era nostra facoltà, e ci avrebbero fatto una causa perché non li sceglievamo? L’Università aveva dato una terna di nomi e sceglievamo il secondo invece di scegliere il primo, è nelle nostre facoltà di legge? Quindi 
perché non lo dovevamo fare? Perchè dovevamo punirli dopo che era intervenuta le legge? Quale è il 
profilo psicologico che si può dare? 
Lì soltanto la paranoia può giustificare un atteggiamento del genere o la voglia di screditare comunque, oppure avere scelto di essere contro il Presidente sempre e comunque. Questo si è un atteggiamento politico, ma a nessuno è consentito di valicare e di portare sic et simpliciter ogni convinto politico come se fosse una vicenda di magistratura, perché se questo è il tema si autorizzerebbe questo Presidente a fare altrettanto. Non è che si può fare una sfida di questo tipo pensando che il dibattito politico diventa un dibattito giudiziario, e io debba farmi querelare per voto di scambio, farmi querelare per avere fatto addirittura pressione all’ufficio legislativo e legale. Ma chi li conosce, giusto per essere chiari. Mentre alcuni di voi avete conoscenze dentro la macchina burocratica decennale, io – grazie a Dio – non li conosco, alcuni dirigenti non so nemmeno che faccia hanno. 
Io guardo atti e faccio scelte su questi atti. Posso anche sbagliare, come tutti quanti possiamo sbagliare. Ho inteso quella vicenda come un possibile reato a capo del Presidente della Regione e dell’Assessore per la salute. Ho il dovere di preservare l’istituzione che rappresento. Gli interessati ritengono di avere ragione, facciano ricorso al TAR. Se il TAR darà ragione, vuol dire che saranno ripristinati nella loro funzione ma non si può, rispetto ad una interpretazione legale che ognuno di noi può vedere in modo più o meno elastico quando si rappresenta una parte. Io non rappresento nessuna parte, anche perché raccomandazioni non ne ho fatte, non ho segnalazioni di amici. Se io raccomando qualcuno, mi cambia qualcosa in termini di spostamento elettorale? Capite bene che la vicenda della elezione del Presidente della Regione ha caratteristiche un po’ diverse rispetto a quella dei singoli deputati. 
Io non posso che guardare al progetto generale, e in questo progetto generale guardare alla garanzia di tutti, persino delle minoranze. Persino delle minoranze che non possono andare dal dirigente, da un manager di un ospedale o di una azienda ospedaliera e pensare che quello sia bieca espressione di una forza politica. Non possono! Così come all’interno della stessa maggioranza. Ma veramente voi pensate che noi possiamo reggere con una sanità siciliana in cui i manager – mi dicono – che ricevono almeno tre telefonate al giorno per raccomandazioni? 

(Voci dall’Aula: i nomi, i nomi) 

CROCETTA, presidente della Regione….voi siete bravissimi. Probabilmente i manager non mi dicono i nomi . Io faccio giudizi politici, se poi voi volete scambiare questa Aula per una aula di tribunale fate quello che ritenete opportuno perché ce n’è anche per voi. Perché voglio vedere chi non lo ha fatto nei gruppi politici. 
(brusio dall’Aula) 

CROCETTA, presidente della Regione…vuol dire che non facciamo nessuna denuncia. Perché il vostro spirito integralista vuol dire questo: a voi quello che non piace è che sono più radicale di voi stessi. Perché le denunce che riesco a fare io, voi non ne avete fatta manco una. Vi sentite scavalcati, 
non ci posso fare niente. Avete perso le elezioni ed è giusto che accettate il risultato elettorale. Non avete vinto. Accettate democraticamente la sconfitta come tutti gli altri e che c’è un Presidente della 
Regione che, su parecchi aspetti, vi scavalca. Andiamo avanti …. 
CANCELLERI. Signor Presidente dell’Assemblea, io pretendo delle scuse. 
CROCETTA, presidente della Regione. Io sono liberissimo di fare i nomi oppure me lo deve ordinare lei? Perché lei è più bravo! Li faccia lei i nomi. Quali nomi avete fatto? Quali denunce avete fatto? Quale illegalità avete denunziato? Un solo nome che avete denunciato? Salvo fare mozioni sul Segretario generale, non mi pare che vi siete contraddistinti in una cosa particolare. 
Lo capite bene che alla Corte dei Conti c’è mezza Regione? 
Queste azioni sono previste dalle leggi e nessuno di noi si può sostituire alle leggi Le sanzioni sono previste dalle leggi e il tema rispetto alla condanna della Corte dei Conti è la restituzione del debito. E’ li che si salva. Se poi c’è dolo, scatta il meccanismo penale. Significa che dolo non c’era e, quindi, non si possono confondere le acque, rispetto alle responsabilità, come se qualsiasi vicenda, anche quella più strettamente amministrativa, acquisti necessariamente le caratteristiche del reato penale. 
Su questo discorso cominciamo ad introdurre ragionamenti nuovi. Ritenete seriamente che il sistema Giacchetto sarebbe stato interrotto senza l’azione di questo Governo? Ritenete che passare dal 18,1 per cento al 41,67 per cento della spesa europea sia stato poco? Il 18,1 per cento in cinque anni e 41,67 per cento per un anno? Io non metto in discussione, saremmo, forse, un pessimo Governo, a giudicare da qualcuno. I risultati, però, ci vedrebbero diversamente. 
Quando abbiamo fatto il piano delle rotazioni del personale, noi che eravamo i giustizialisti, quelli che punivano tutti, eccetera. No, noi abbiamo fatto, semplicemente, l’azione che nella Pubblica Amministrazione viene richiesta persino per legge e che, in qualche modo, ha consentito, per esempio, all’assessorato al territorio ambiente che aveva 3 mila e 500 autorizzazioni inevase, da tre anni, di autorizzarne tremila in un anno. E’ poco? 
Questi sono i fatti. Sono i dati e sono dati verificabili e che metteranno in piedi un sistema economico, così come metterà in piedi un sistema economico per il raggiungimento della spesa europea. 
Noi non possiamo pensare che tutto vada bene, come dice “Madama la marchesa”.  Io non sono tra coloro che pensano che l’azione del Governo sia magnifica, eccellente, priva di critiche, ritengo che non si possa non partire dal processo di discontinuità che questo Governo ha fatto. Una discontinuità non sempre sostenuta anche da chi, nel Parlamento, questa discontinuità la invoca e che, invece, a volte prova a saltare il fosso, con atteggiamenti anche discontinui in modo del politichese, di chi si è candidato per spezzare ogni logica politica e politicante e, invece, fa la politica di appartenenza ad ogni costo. 
Nel discorso del mio primo giorno io ho detto: “bene, qui c’è un Presidente della Regione che vuole dialogare con tutti. Non ha una maggioranza parlamentare ed è chiaro che questa maggioranza parlamentare non si può trovare né con inciuci né con ribaltoni. Si trova sugli atti e sui fatti concreti”. 
Io non propongo nessun patto e nessun accordo. Nessuno si aspetti da me capitolazioni, cambi di casacca. Io appartengo alla storia e prima di ogni cosa, questa storia me la difendo. Me la difendo perché mi è cara, perché è la mia identità. Io non posso sconvolgere la mia identità. Appartengo alla storia politica precisa di sinistra, del centro sinistra e mi dispiace quando qualcuno contesti che io ce l’abbia. E lo contesti magari qualcuno del mio partito. 
Così come riconosco loro questa storia, credo che sarebbe giusto che riconoscessero la mia.  Probabilmente con modalità e ragioni diverse, probabilmente con modi di essere che fanno parte anche di un ragionamento diverso. Nessuno mi può dire che io politicamente oggi la pensi diversamente da quaranta anni fa. In questo c’è una costanza. Ci potrebbe essere persino una costanza nell’errore. Però, se mi permettete, ognuno vuole sbagliare con la propria testa. Io ho fatto un accordo politico con una coalizione, ho fatto un patto elettorale e politico. Nessuno mi può chiedere qualcosa di diverso da quel patto. Quindi non riesco a capire. E quel patto si rispetta. Abbiamo detto competenze, professionalità e questo dobbiamo cercare di valorizzare. 
Poi c’è il tema caro che questa persona non ha le caratteristiche, ma appartiene ad una valutazione globale. Una cosa è entrare nel merito, un’altra cosa è entrare continuamente nel metodo. Il merito si 
discute sempre perché forze politiche alleate non possono non discutere il merito, ma se forze politiche alleate discutono continuamente del metodo, per cui se il Presidente della Regione debba avere notificati gli assessori che si decidono nella direzione di partito, questo metodo non lo accetterò mai. L’ho detto prima delle elezioni, l’ho detto durante la campagna elettorale, l’ho detto nell’accordo e lo dirò sempre. 
Prima i partiti, saggiamente, facevano diversamente, si incontravano, concordavano i nomi, poi li proponevano e tutto era fatto e non entrava nel dibattito esterno. Oggi questo rigore, questo riserbo è sparito. Cioè, non è che si vuole avere dei rappresentanti in Giunta di questa o di quella sensibilità politica, no! Si vuole la capitolazione formale del ruolo, non di questo Presidente, del ruolo previsto dalla legge nei confronti del Presidente, e io questo non lo posso accettare perché non difendo la mia posizione personale, ma difendo un principio, che il principio di autonomia del Presidente eletto dal popolo che non può prendere decisioni che siano extra istituzionali. 
Anche il Parlamento entra in questo gioco, perché capisco non vorrei sfuggire al dibattito, c’è  stato un tema che ha attraversato la formazione quest’estate, a proposito del click day, ora nessuno stamattina si aspetti da me che entri nel ragionamento delle tesi sostenute dal Direttore generale per  contraddirle, perché sinceramente non sarei istituzionale. Fra l’altro ho letto ieri sul giornale che si sarebbe aperto un fascicolo su questo tema alla Procura, e noi rispettiamo il lavoro dei magistrati, anche quando non ci piacciono personalmente, perché la magistratura si rispetta sempre, si rispetta la 
sua autonomia e si rispetta il principio di indipendenza. 
C’è una vicenda invece più tecnica che è legata al fallimento del click day. Proceduralmente l’impostazione metodologica fatta in Sicilia per le selezioni del piano giovani è la stessa adottata su suggerimento del finanziatore, cioè il Ministero che prevedeva proprio questa modalità, come stanno facendo tutte le altre Regioni italiane. Qualcuno potrebbe dire che si poteva fare attraverso l’ufficio del lavoro, centomila persone selezionate dagli uffici del lavoro, fra quattro, cinque anni daremo le risposte ai giovani che andranno in tirocinio dimenticando che oggi è l’emergenza. Ed è su queste basi che il Ministero del Lavoro parla di un mezzo immediato ed efficace che possa consentire di evitare le indagini burocratiche, come se poi il metro degli Uffici provinciali del lavoro non fosse un 
modo anche sensibile di valutazione personale delle questioni più oggettive e più anonime. E quindi evitano sicuramente una selezione nominativa, perché qui si selezionano curriculum in azienda e non 
nomi. E’ chiaro che le risposte dovrebbero essere più complesse. 
Una cosa su cui voglio rassicurare è che il piano continua, noi già siamo in condizione di pubblicare il nuovo bando ed il nuovo Segretario generale vuole conoscere il parere dell’Avvocatura dello Stato e valutare tutte le cose legali. 
Abbiamo anche composto la Commissione di indagine su questo tema, però io pongo alla vostra valutazione una cosa: l’operato di un assessore non può essere valutato su una singola questione da un Governo o da una Amministrazione, quantunque poteva sembrare in quel momento devastante. 
Oggi i giovani sanno benissimo che la prima selezione è stata riconosciuta valida a tutti, come l’hanno studiata da Sicilia e Servizi, il programma è andato bene, per la prossima selezione è questione di giorni e parte il bando, poi ci saranno tutte le questioni amministrative legate. 
Mi consentirete di avere una certa perplessità sugli affidamenti effettuati anche dal Direttore generale, perché io sicuramente non voglio sostituirmi ai magistrati, né fare il Pm, perché di tutto possono eccepire i nostri Direttori salvo il fatto che questo Presidente abbia mai consigliato una procedura amministrativa o un’altra, una ditta o un’altra, un nome o un altro, o suggerito un’assunzione. 
Qualcuno dei miei nipoti è uno di quelli che vuole fare causa alla Regione perché non ha potuto accedere il 4 agosto al computer con il click day, mica è stato assunto dalle società di formazione o di assistenza tecnica o era fra i raccomandati. E quando mi hanno detto che cercavano lavoro, gli ho risposto di partecipare al click day come tutti gli altri giovani siciliani. Allora è su questo che ci deve 
essere anche lo stile politico. 
Non mi pare che siano emerse responsabilità di altro tipo. Io vi chiedo serenità rispetto alle valutazioni che la magistratura potrà fare e rispetto anche all’azione della Commissione, che non sia 
influenzata anche perché crocifiggere un funzionario, perchè in questi casi è molto semplice ma non 
appartiene al mio stile. 
Però non posso consentire che un giovane assessore che ha sfidato i poteri forti di questa Sicilia, che ha avuto il coraggio di fare azioni che nessuno ha fatto in questi anni, sia il primo assessore alla formazione di questa storia della Sicilia che riceva una mozione di sfiducia. 
Io non credo che sarebbe una valutazione obiettiva di questo Parlamento, e non sarebbe una valutazione obiettiva perché noi sappiamo benissimo che i problemi del presente sono problemi che vengono dal passato. 
Oggi abbiamo la legge sulla formazione ed è una base per cominciare; vogliamo continuare con le polemiche oppure diciamo tutti quanti di migliorare quella legge? 
Guardate, la questione non è, io aderisco o non aderisco al Governo, anche all’interno del nostro partito, del mio partito. Per carità, si possono avere posizioni diverse, linee politiche diverse, non è che queste non siano legittime, è più conveniente stare all’opposizione o stare al Governo, però il tema che si pone è: “Può un partito stare all’opposizione, quando ha il Presidente iscritto al proprio partito?” Allora, o io non sono più di quel partito, oppure io faccio l’opposizione a me stesso, oppure che so, che dovrei fare? Qual è la conclusione politica? Certo non può essere il contrasto permanente e strutturato, né tanto meno io so come sia stato interpretato questo documento dei renziani. 
A me era stato detto che loro vogliono la discussione complessiva sulle commissioni, sulle cose, eccetera, di cui a me non interessa assolutamente nulla. Se i renziani, però, pensano che nella discussione si mettono con l’area Cuperlo, per cui, quello che non poteva passare prima come criterio, passa soltanto perché due correnti si mettono d’accordo, allora, non conoscono, anche loro, 
questo Presidente. 
Io ho posto un problema di metodo, non di merito. Nessuno discute la legittimità della rappresentanza politica, secondo le sensibilità dei partiti, e persino interne al partito. Ma è inaccettabile il metodo, che una direzione si riunisca e deliberi che quelli sono gli assessori, altrimenti siamo fuori dal Governo. Io questo non lo posso accettare, perché tutto sono disposto a perdere fuorché l’onore e la dignità del ruolo. Non mi pare che esistano altri precedenti in Italia in tal senso, neppure nei comuni più piccoli dell’Isola. 
Nessuno ha vietato il confronto. Nessuno ha detto che non ci doveva essere. Esistono metodi diversi, ed il metodo non è previsto dalla legge, e c’è un Presidente che quel metodo non lo vuole, e l’ha concordato diversamente anche in campagna elettorale, non è che l’ha detto adesso, credo pertanto che ragione vorrebbe che si faccia qualche ragionamento sul metodo. Perché nel 2014 vogliamo fare il primato del partito sulle istituzioni? O il primato del partito sui sindacati, la cinghia di trasmissione, è questo il messaggio culturale che lanciamo nel 2015? 
Su questo, guardate, ci sono differenze culturali che, non è che ci separano con alcuni da adesso, ci separano da decenni. E’ come se improvvisamente qualcuno volesse cambiare me, persino, geneticamente. Io non posso cambiare! Mi sono presentato con queste caratteristiche alle elezioni, non vado bene, se farò male i cittadini mi bocceranno, se farò bene mi premieranno. Sicuramente non posso essere messo in discussione da chi le elezioni, voglio dire, ha contribuito a vincerle, ma non le ha vinte personalmente. Le abbiamo vinte tutti insieme ed insieme governiamo.  Andiamo avanti. Ritengo, però, che la profondità della crisi siciliana sia di ben altro spessore. Se noi la riconducessimo solo alle questioni tiranniche di partito, ed agli scherzetti di dozzina che ci si possono fare all’interno di un partito, diremmo poca cosa. Diciamoci la verità. E’ fisiologico che si cerchi, soprattutto, nelle prime fasi di un’esperienza di Governo, di carburare il senso di una coalizione, il senso del modo di agire collettivo, le intese collettive. E queste non necessariamente, sempre, hanno aspetti giudiziari, aspetti legati alla questione morale, qualche volta, sono semplicemente differenze politiche. Si abbia il coraggio di citarle e non trasformarle in altro, perché se, poi, questo Presidente da questi attacchi si difende, mi pare che nessuno possa dire che non abbia il diritto. 
Bene, ritengo che noi abbiamo ereditato un sistema che ha il doppio dei dirigenti che dovrebbe avere. I dirigenti ottimali alla Regione sono mille, ma dovrebbero essere 800, ci costano un po’ di decine di milioni di euro l’anno no? 
E’ legittimo o no? Visto che non li possiamo licenziare e non vogliamo licenziarli, che le posizioni dirigenziali tipiche abbiano un loro ufficio, una posizione che siano 800 e non 1600 e cioè che l’indennità di posizione a questi dirigenti non venga tolta perché, secondo la Corte dei Conti, non abbiamo niente da fare. E’ legittimo o no? 
Visto che 40 hanno l’indennità per studio, e quindi sarebbero 1200, è così difficile ridurre l’indennità di posizione di 300? A me sembra una piccola riforma. Ma non sono diverse decine di milioni di euro. Nelle partecipate, poi, di consulenti, di cose non ce ne sono più. Quando vengo in Aula mi dicono il sistema delle partecipate e delle consulenze, ma ormai una sola ne ha e il massimo che può prendere che sono, duemila euro al mese? 
Per esempio alla SERIT, che hanno speso diciotto milioni di euro per una singola consulenza legale in dieci anni. Il nome è molto semplice perché è reperibile dagli atti, abbiamo fatto anche uno studio sulle partecipate, e non mi pare l’Istituzione in cui io debba mettere al patibolo nomi, cognomi e trasformare un dibattito politico in dibattito personale. I nomi sono noti e sono ben individuabili. 
Non ci sono più queste realtà. Non ci sono più! Esistono ancora carrozzoni di partecipate, ma non ci sono più queste realtà di sprechi. 
Ormai l’ufficio di liquidazione delle partecipate sta lavorando, e in pochissimo tempo, entro l’anno, alcune saranno finalmente chiuse, veramente e non per scherzo.
Vogliamo rivedere qual era la situazione data delle assunzioni in periodi di illegittimità. Una Regione che ha 25 mila forestali, con una spesa di 400 mila euro all’anno che nel 2012 venivano pagati con un mutuo. Se noi avessimo accettato questa logica del mutuo di 400 mila euro ogni anno, la Regione già sarebbe fallita, perché sarebbero 400 il primo anno più 380 mila il secondo anno, più 360 mila il terzo anno, ecc ecc, perché bisogna pagare le rate dei mutui e pagarne altre. E’ stato interrotto questo sistema? Bene, ma se noi parliamo di riforma della forestale facciamo male? Se diciamo che fosse venuto il caso che tutti quelli che hanno oltre un certo reddito, in un momento di solidarietà, possono essere non chiamati un anno, perché questo attiene le politiche di bilancio, quale crimine facciamo? Quale attacco facciamo ai lavoratori? 
Ma dove mandiamo i più deboli come dice la Costituzione all’art. 3, secondo comma? Cosa facciamo dei redditi con quei tagli di 50 mila euro più 200 mila euro all’anno. 
E no, è la natura del rapporto di lavoro dipendente che si sconvolge. Ma chi glielo toglieva questo rapporto di lavoro dipendente. Avevamo detto di licenziarli? Avevamo detto di fare un contratto di solidarietà per cercare di dire: “tu che guadagni 100 mila euro l’anno, e magari hai un ristorante abusivamente intestato alla moglie che invece è tuo, perché devi essere chiamato a fare 50 ore, quando possiamo chiamare un povero disgraziato senza soldi a casa” ma allora è così che si innesca 
la solidarietà. 
Ritenete che senza questo disgraziato di Presidente la Social Trinacria sarebbe stata sciolta e 112 mafiosi, che erano pure in carcere, si prendevano lo stipendio non sarebbero ancora li a percepire i soldi della Social Trinacria? 
Ritengo, quindi, che al di la ogni considerazione, certo tutto questo crea dei problemi, perché non è facile, perché esistono le contraddizioni interne al popolo e capisco anche che ci possa essere la fibrillazione dei partiti perché non possiamo destrutturare il sistema. 
Ma io vorrei chiedervi in questi mesi di Governo, quali lavoratori sono stati licenziati. Alla formazione, fra gli articolisti, nelle partecipate, gli unici che hanno perduto il lavoro sono stati alcuni
ex Pip per ragioni legati a reati commessi ed alcuni con redditi incompatibili con le misure di sostegno al reddito, e non perché qualche gruppo politico ha proposto questo tema delle misure di controllo del reddito, ma è il senso stesso della legislazione nazionale che dice che il sostegno al reddito è stato fatto nei confronti di bisognosi. Mi sorprendo come avvenissero prima! 
Pensate che 110 mafiosi licenziati, alcuni capi clan delle consorterie di Palermo che si riunivano, i gota mafiosi di Cosa Nostra avvenissero all’interno della Social Trinacria sia poca cosa? E’ talmente poca cosa che i deputati e gli assessori non possono uscire dall’Aula perché devono chiamare la polizia ogni volta che discutiamo questo tema. E’ talmente poca caso che quando ho posto questo tema mi sono trovato una raffica di molotov al Palazzo e le sparatorie in Piazza del Parlamento. 
Allora noi dobbiamo cominciare a fissare il senso comune della difesa delle istituzioni, noi abbiamo bisogno di difendere queste istituzioni tenendo presente che il lavoro difficile si fa anche insieme, perché queste misure richiedono anche contraddizioni che vanno superate. Non ci sono più soldi e non perché questo scellerato di Crocetta che li ha spesi, perché nei nostri bilanci, nel 2013,
abbiamo avuto un avanzo di amministrazione che non si è prodotto per il semplice motivo che va a copertura del debito precedente. Noi ci troviamo i debiti del passato, che io non attribuisco a nessun Governo ma attribuisco ad un sistema per assumere. Partecipate su partecipate, ogni leggina, ogni finanziaria, per assumere un altro gruppo, anche quest’anno c’era la ex Pirelli, e non ci può essere  più, o c’è un sistema che governa globalmente ed ha capito che sono venuti meno interessi di parte, 
corporativi, oppure noi andiamo a sbattere tutti ed insieme a noi tutta la Sicilia. 
Non è che c’è un Governo, un Parlamento o un sistema siciliano che si salva, noi dobbiamo  applicare questa fase della storia ome una fase di transizione e come tutte le fasi di transizione si porta un po’ del passato e non riesce ancora a consolidare il futuro perché ci sono le resistenze del passato, e vi dico anche qualche incomprensione rispetto alla comprensione di questo Presidente. 
Non è avvenuto, però pensate che se qualcuno mi viene a proporre una nomina di un soprintendente abbasso la testa e sopporto? Pensate veramente che io non possa soffrire per questo? 
Io vi chiederei soltanto di esonerarmi da tutte queste questioni, perché non è il mio carattere, 
perché non ce la faccio, perché anche dopo che ho abbassato la testa, appena vado a casa, penso cose “schifose” di chi me le ha proposte, anche se è un quadro politico di eccellenza, anche se è il migliore politico. Non posso avere nessuna cosa su questo, è più forte di me, non ci posso fare nulla. 
Quindi non è questione che manchi la parola, non mi interessa. Io ho proposto mai cose del genere? Qualcuno può dire di avere avuto segnalazioni del genere da parte mia? Qualche dirigente può dire di averle avute? No! Forse sbaglio, non so. 
Forse la politica si dovrebbe occupare anche di questo perché punta al consenso, ma io non riesco ad occuparmi di questo. Lo posso confessare pubblicamente? Posso chiedere a tutti quanti di risparmiarmi questo martirio? Ve lo posso chiedere per favore? A me non me ne frega niente di chi va in un Gabinetto e di chi non ci va. Io non li conosco i membri del Gabinetto dei miei assessori ed alcuni, vi dico la verità, non mi interessa neppure conoscerli. Sono anche persone lodevoli, ma io che c’entro con tutto questo, e perché io dovrei occuparmi di questo? O considerare il fatto che magari se 
un Assessore non abbia tenuto un impegno in tal senso, sia un problema del Governo? 
La sfida che propongo è una sfida alta. Senza questa sfida alta io non credo che voi sareste soddisfatti e non sarei soddisfatto neanche io. Ed apprezzo anche i toni critici di chi pone la politica come tema perché non posso non farlo, ho molto rispetto del parere degli altri ed anche della coscienza del limite di ciascuno. Si chiamano partiti proprio perché sono espressione di parte. Ognuno ha la propria identità, ed è normale, fa parte del gioco democratico. Però non si può non tenere conto che anche il Presidente è parte. È super partes sotto alcuni aspetti ma anche parte. Ha una sua visione, un suo modo di essere. Se questo modo di essere fosse stato annunciato dopo le elezioni, ci saremmo trovati di fronte ad un personaggio camaleontico che aveva detto alcune cose e poi voleva farne altre. Ma io voglio fare esattamente quello che ho detto in campagna elettorale, quello per cui mi si conosce. 
Se facciamo questo, io credo che il rapporto col Governo diventi pacifico, diventi importante. E non vanno bene gli Assessori, ma si valuti attentamente se un Assessore va bene o non va bene. Non è che io posso accettare che ogni volta non vanno bene. E che non vanno bene dal gennaio del 2013, quando non avevano avuto manco un mese di lavoro e che il tema diventi sempre quello e che ogni rimpasto c’è sempre qualcuno che non è d’accordo. 

È inaccettabile, perché un sistema trova una sintesi, ma la trova dentro di esso. Ogni partito deve
trovare la ragione nel proprio interno. Io non posso essere messo in queste contraddizioni. Non mi
riferisco al Partito Democratico, per essere chiaro, perché rimane sempre il mio partito e ritengo che
prima o poi noi dobbiamo affrontare la discussione interna al partito, chiara e finale su questi
ragionamenti. Io credo, però, che nessuno possa pensare di strumentalizzare il Presidente, per questo
o quel conflitto o per questa o quella competizione, o per questa o quella lotta interna.
Io non voglio farlo. Lo posso fare in termini politici, ma non con altri strumenti, per essere chiari.
Non appartiene a me il gioco degli incarichi, non mi appartiene come logica. Io penso che gli
incarichi attengano alla sfera amministrativa, non ci trovo niente di strano che la politica possa
ritenere un nome più valido di un altro, ma questo non mi pare che sia né un crimine, né una cosa
che non ci stia. Anche voi siete espressione del Governo della Regione, però una cosa è fare
diventare tutto sistematicamente una questione solo di appartenenza, un’altra cosa è dire di valorizzare le migliori professionalità e non discriminare nessuno politicamente. Allora questo è un
linguaggio altro.
Noi abbiamo presentato da mesi una serie di proposte di crescita, prima fra tutte quella della
semplificazione amministrativa. Ci sono alcune parti che mi sembrano bellissime, altre che sono
discutibili, però se non incardiniamo mai la discussione, non ritenete che il sistema burocratico
debba riformarsi, e che questa sia persino la responsabilità? E’ proponibile che esistono altre
richieste a volte di autorizzazione, di un parere, per anni, per mesi. E’ proponibile che in Sicilia si
possa costruire in tutte le coste siciliane, ogni privato abusivamente, e qualsiasi insediamento
produttivo non lo si può fare, perché si è ambientalisti, contro ogni attività produttiva e invece non lo
si diventa quando bisogna costruirsi una propria casa?
E Siracusa docet, e non mi riferisco all’Assessore Sgarlata, che la casa ce l’aveva già prima della
Legge Galasso in quella zona, ce l’aveva la madre, sulla piscina non entro perché è una bagnarola,
una vaschetta, uno di questi giorni andrò io stesso a vedere se la possiamo rimuovere subito, così a
mano, opera precaria.
E su questo tema dobbiamo introdurre il principio di responsabilità, o anche meno condivido la
logica degli scandali, ve lo dico con molta sincerità. Noi su qualche altra cosa potremmo avere
sbagliato, su qualche nomina, ma io voglio capire quale responsabilità ha il Governo se fai una
nomina ad una persona che fa una dichiarazione incompleta. E visto che la legge prevede
l’accertamento dei requisiti subito dopo la nomina, dal punto di vista tecnico prevede questo, quale
violazione sarebbe avvenuta. qualche modo inserisce anche la questione della legittimità delle coppie di fatto rispetto alla tutela di
alcuni interessi. E’ stata valutata dalla Commissione Bilancio ed è stata valutata positivamente anche
dalla Commissione Affari Istituzionali, rientrava nelle leggi stralcio, stralciate dalla Finanziaria
come articoli aggiuntivi e non capisco perché non la possiamo scrutinare subito in Parlamento. E’
poca cosa, non attiene ai diritti delle persone e per tutto ciò che attiene ai diritti individuali della
persona è grande cosa, perché elimina discriminazione, ed allora portiamola immediatamente,
facciamolo questo atto civile. In Conferenza dei Capi gruppo ho parlato di una legge sulla
semplificazione amministrativa, sulla riforma della burocrazia. Ritenete che noi, di fronte al fatto che
la Corte dei Conti ha deciso che abbiamo 2.000 persone in più, non dobbiamo fare qualcosa per i
pre-pensionamenti? Se però noi vogliamo che questi vadano pre-pensionati con la pensione
aggiuntiva, lì non siamo d’accordo, perchè il tema non è tra chi non vuole i pre-pensionamenti e chi
li vuole ma di chi vuole che il pre-pensionamento ci costa più che mantenerli in servizio e chi, come
il Governo, vuole che costi meno. Pensioni aggiuntive non ne devono esistere più, perché fare pagare
i regionali come gli statali è una norma semplicemente di diritto, invece ufficialmente vengono
pagati come gli statali, però poi hanno le pensioni aggiuntive.
Dovete decidere, o inseguiamo i consensi, oppure salviamo la Sicilia. E se permettete inseguiamo
il consenso che è l’adesione della pubblica opinione siciliana, perché noi non scontenteremo 1000
persone ma 10 milioni di persone che si aspettano innovazione, risparmio di un centinaio di milioni
di euro, e non ci sono i soldi. Il tema è questo e quindi o noi abbiamo il coraggio di tagliare tutto ciò
che va tagliato o non ne usciamo, non ne esce la Sicilia, non siamo più in grado di garantire nulla e
quindi bisogna cominciare a pensare alle cose.
Il Testo Unico sulle Attività produttive esaminato in Commissione, lo possiamo esaminare come
legge che semplifica le autorizzazioni. Non è utile che le pratiche sul commercio possano essere
snellite? Quanto tempo ci vuole per avere un’autorizzazione? Se contribuisce allo sviluppo
dell’economia, allora portiamolo in Parlamento. In quanto tempo potremmo fare queste riforme? In
pochissimo tempo, se si accetta un metodo democratico, il lavoro di emendamenti dovrebbe avvenire
esclusivamente in Commissione. Nel Parlamento europeo non esistono gli emendamenti dell’Aula,
perchè i gruppi politici trovano sintesi nel lavoro in Commissione e nel lavoro dei Gruppi, nei
confronti dei Gruppi. Non può essere l’emendamento infinito ed il dibattito infinito, noi dobbiamo
trovare le ragioni e questo non significa accusare il Parlamento di nulla, siamo tutti che ereditiamo
questo sistema, ed è un sistema del passato. Ma siamo in grado di fare anche noi una riforma che
attiene le modalità del Regolamento d’Aula, che lo semplifichi e possa incrementare la produttività?
Il testo sull’acqua. Anche quello, mi dicono, che c’è un parere della Ragioneria che deve essere
ancora dato e io assicuro che verrà reso subito; ma anche quello è un tema che dobbiamo portare
subito nella dinamica parlamentare.
Il testo sui rifiuti. La legge sul diritto allo studio, considerato che la Regione siciliana non ce l’ha
una legge sul diritto allo studio. E noi questo disegno di legge l’abbiamo presentato che riguarda i
ragazzi e le ragazze di Sicilia.
La nuova legge sulla formazione. A proposito, è stato chiesto all’Assessore che mandasse il
formato word alla Commissione così la si modifica direttamente. Sarebbe interessante capire se la
modifica deve svuotare il senso della legge che è quello di chiudere con un rapporto scellerato con
gli enti per valorizzare invece e difendere il personale. Abbiamo messo una clausola dove gli enti
sono omissivi e i lavoratori in danno si possono pagare i lavoratori a parte direttamente dalla
Regione, lo si mette nei bandi. E questo incomincia anche lì a togliere una serie di fibrillazioni che
abbiamo avuto nell’ultimo anno dentro la formazione, dove spesso non abbiamo potuto pagare i
lavoratori perché c’era una vertenza, perché c’era un arresto, perché c’era una vertenza legale, c’era
una inadempienza. Se fosse stata fatta questa legge, i bandi fossero stati pubblicati in questo modo,
oggi non avremmo la sofferenza di un esercito di formatori.
La legge sulle aree protette, che abbiamo già emendato rispetto a iniziative del Parlamento.
Cioè noi dovremmo prevedere non una causa di inconferibilità evidente, ma il fatto che un
dirigente non ci faccia la dichiarazione di possesso di una quota societaria, una cosa, che basterebbe
dichiarare perché probabilmente non prevede una possibile incompatibilità per fare parte di quella
azienda, no? E non lo fa. Noi lo dovremmo prevedere in anticipo sennò siamo dei criminali, oppure
io posso e debbo essere così lungimirante da prevedere che domani un mio Assessore non possa
combinare una fesseria? Oppure che il Governo non possa sbagliare l’impostazione, un atto.
Guardate, il tema qui è diverso, che nessuno di noi ne i partiti, ne le istituzioni, ne i Parlamenti,
possano in anticipo accertare le responsabilità. Però ci deve essere una logica, che se qualcuno
sbaglia, paghi e non ci può essere sconto per nessuno.
Per quanto riguarda la vicenda della piscina dell’Assessore Sgarlata, io non so sinceramente se
abbia violato la leggi o non le abbia violate, però non mi piace, lo dico con estrema sincerità. Io da
Assessore all’Ambiente non me la sarei fatta la piscina a 150 metri dal mare, sia pure precaria. Sarei
andato in bicicletta all’Assessorato, e mi dispiace che non ci posso andare io, a parte le condizioni
fisiche del momento voglio dire, l’età che avanza eccetera, ma diciamo che la bicicletta blindata
ancora non esiste per cui sostanzialmente io invidio la libertà di coloro che potrebbero andare su un
autobus, su un treno. Il mio sogno è prendere un treno, salire sull’autobus, e non capisco tutti quelli
che rinunciano, non capisco quelli che non rinunciano a questi privilegi, al di la se la legge gli
consenta o meno, non lo capisco, e quindi mi aspetto uno stile sobrio, che è fatto di opportunità, io la
piscina non me la sarei fatta manco a 5000 metri dal mare, non a 150 metri, perché in un periodo di
crisi, in cui la gente sta male, il potere deve essere sobrio, e necessita allora la sobrietà dei
comportamenti.
Questo ha determinato la ragione di una sfiducia, che è tutta politica, le responsabilità non attiene
a me valutarle, però sul piano politico in quel momento per me è finito il rapporto di fiducia con
l’Assessore.
Ritengo che oggi ci possano essere i temi per un confronto ampio in Parlamento e nessun parli di
“inciucio” perché non lo vogliono né la destra né il sottoscritto. Qui nessuno si vuole fare “zito”,
manca la materia del contendere.
Però io credo che noi abbiamo il dovere di fare una valutazione più generale sulle cose. Per
esempio, abbiamo esitato - e lo sa bene l’onorevole Cracolici - una legge anti discriminazione che inLe varie norme stralcio.
La discussione che dobbiamo fare sistematica sui fondi europei, eccetera.
La legge sui liberi consorzi dei comuni e le città metropolitane. Ci potete dire che non ve la
mandiamo. Noi venerdì ce l’abbiamo pronta e siamo in condizioni di pre-discutere con le forze di
maggioranza prima e poi di opposizione, gli indirizzi di questa legge e poi mandarla alle
Commissioni competenti. Vorremmo fare anche questo lavoro.
Quello che io voglio proporre è un lavoro costante e continuo. Questo non significa eliminare il
diritto di critica, il diritto di opposizione. Non significa fare assolutamente un patto scellerato con
qualcuno, non significa volere privilegiare questo o quell’altro: significa semplicemente fare un
lavoro. Poi alcuni potrebbero dire: “bene, caro Presidente, è l’ora che te ne vai a casa, che ce ne
andiamo tutti quanti a casa!”. Questa cosa non è nella mia disponibilità, perché i siciliani mi hanno
eletto per governare e quindi non è nella mia disponibilità. Non lo è neanche quando passo giornate
dure. Quando ogni giorno è una occasione di attacco e di polemica. Quando le cose positive non
vengono apprezzate e magari se non piace una cosa c’è sistematicamente un attacco. E se si fa una
cosa invece di vedere il 90 per cento positivo si vede il 10 per cento negativo.
Noi vorremmo confrontarci. E’ tardi? Io non credo! E non credo che questo Parlamento voglia
passare alla storia come il Parlamento che aveva una occasione di riformare un sistema e non l’abbia
fatto. Così come non ci vuole passare questo Governo. 
Noi sappiamo benissimo che con atti amministrativi si può arrivare a fare cose importanti. Le abbiamo già fatte. Però, questo lavoro se non si consolida in leggi, in regolamenti, in principi di responsabilità, chi paga in Sicilia se una autorizzazione non viene mai pronunciata, né sì né no?  Nessuno! 
E’ accettabile tutto questo? E’ accettabile che un cittadino faccia una domanda e la prima volta gli  si dice che non va bene questo, poi la seconda volta gli si dice che ha fatto bene quello ma male l’altro? E’ proponibile pensare ad una legge che dice che i rilievi gli uffici li fanno una sola volta e basta e che il patto del principio di responsabilità decade nei confronti del dirigente che ha omesso i rilievi? Perché dietro quello si nasconde la corruzione, le tangenti, l’acquisto dei placet e l’illegale dei placet. Le tangenti e la corruzione sono emerse in questi mesi e nessuno è rimasto a quel posto, così come noi riteniamo che bisogna fare. 
Questo richiede un confronto, un’atmosfera più serena e probabilmente un confronto più leale. 
Noi siamo pronti a farlo. Questo Presidente è pronto a mettersi in discussione, laddove si ritenga che su alcune cose possa avere fatto degli errori, però - ripeto - sono disponibile a cedere tutto fuorché alla dignità del ruolo che difendo, l’autonomia della Sicilia, la dignità della Regione siciliana, la difesa di questo Statuto, la difesa del ruolo e delle prerogative di legge che dà questo  ruolo. Su questo non sono disponibile a cedere perché farei un’ignominia di fronte alla storia.  

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