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sabato 30 agosto 2014

Sagre e Notti Bianche. Chi paga ?

Distrarsi dalla monotonia quotidiana è giusto ed è necessario per condurre una vita normale, ordinaria.

Non c’è paese di Sicilia che non organizzi la sua “Sagra” durante queste ultime settimane estive. Pare che il denaro per queste iniziative provenga da Mamma Regione, compreso quello per le cosiddette “notti bianche”. Non abbiamo contezza se Mamma Regione, a sua volta, attinga al denaro dell’Europa.
Se così fosse è palese che siamo in presenza di  sprechi, sperpero di denaro pubblico.
Nessun paese europeo utilizza infatti i fondi comunitari per distrarre, tenere allegra la gente. Tutti i paesi europei utilizzano quei denari per gli investimenti, per creare posti di lavoro.
Ma siamo in Sicilia e qui la regola è: Panem et circenses (che un amico  –tempo fà- traduceva in festa, farina e furca).
 Com’è possibile che con i fondi europei si finanzino cose come la Sagra del castrato o la Festa dell’Uva o le hostess dei convegni?
Purtroppo la qualità della spesa pubblica è un problema nazionale, quindi non stiamo svolgendo nessuna critica ai sindaci, e ancor meno stiamo riferendoci alle vicende locali, quelle contessiote.
Sappiamo tutti, molto bene, che la logica delle politiche locali è fatta di queste tristi liturgie di captazione del consenso che meritano -senza alcun dubbio- di  essere stigmatizzate e al più presto superate.
Ma se queste iniziative, per quanto discutibili, sono regolari, non è assurdo invece che per utilizzare, per esempio, i fondi europei  per tagliare il cuneo fiscale sul lavoro si debba chiedere il permesso di Bruxelles ?
Sappiamo bene che l’ostacolo non è tanto Bruxelles, ma l’utilizzo, o meglio, la programmazione folle che le Regioni del Sud Italia fanno dei fondi comunitari.
Perché Campania, Calabria e Sicilia devono sperperare i fondi comunitari  in Panem e circenses  piuttosto che  per creare occupazione ?

La viabilità in Sicilia è un disastro, i giovani emigrano, le famiglie in condizioni di bisogno aumentano, la disoccupazione comincia a diventare la regola, specie per i giovani.
Eppure a Palermo pare che esista qualcuno che distribuisce soldini ai sindaci per organizzare le Sagre di paese. Che peraltro essendo organizzate malissimo non servono nemmeno a quel minimo di possibilità che esse potrebbero attivare: attrarre l’attenzione sulle specificità territoriali locali.
No, neanche a questo i nostri amministratori locali dell’isola sono culturalmente attrezzati.

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