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sabato 26 luglio 2014

La nostra Sicilia. Una carrellata dai Borboni al crocettismo n. 8

La storia dell'isola
Il mancato rinnovamento delle condizioni agrarie
Realizzata l'unità della nazione italiana restava da creare gli italiani.  E non fu impresa facile !
Mancava l'uniformità socio-economica dalle Alpi a
Lampedusa, mancava pure l'unità linguistica. Le truppe piemontesi di stazza a Palermo non comunicavano con la popolazione in altro modo che con le armi.
Nulla univa il Piemonte alla realtà siciliana se non la volontà di una minoranza elitaria patriottica che vedeva ben oltre ciò che la stragrande massa della popolazione non riusciva nè a vedere nè a volere.

Ma riprendiamo in questa nostra sintetica storia il filo socio-economico legato alla questione della "terra".
Il neo Stato italiano fu sin dall'origine assillato da problemi finanziari di drammatiche dimensioni, ma in ogni caso la cultura liberale dell'epoca non ammetteva l'attivazione di una politica interventista per alleviare le arretratissime condizioni del meridione della penisola.
Le vaste dimensioni dei feudi in Sicilia rimasero quasi integre. A Contessa la baronia negli anni venti e trenta dell'Ottocento si frammentò parzialmente sulla base delle sentenze dei tribunali che soddisfacevano le richieste dei debitori dei successori degli antichi signori. Fu così che dopo l'iniziativa garibaldina i grandi proprietari terrieri del territorio erano poco più di venti.
Si trattava comunque di latifondi imperniati attorno all'antica cultura feudale nelle mani dei medesimi nobili di sempre o dei gabellotti arricchiti o di grossi proprietari borghesi.
Il periodo post-unitario vede -a Contessa- sempre i Lo Iacono in prima fila nella vita socio-economica e civile. Le masserie del territorio vengono gestite per qualche tempo da rappresentanti di questa famiglia e pure il Comune è guidato da loro esponenti. 
Col decorrere degli anni il loro potere andrà riducendosi. Gli antichi baroni cominceranno infatti ad affidare le masserie ai mafiosi, in genere provenienti da Chiusa Sclafani, e moltissimi dei Lo Iacono prenderanno la via dell'emigrazione in America, altri asseconderanno i moti contadini dei Fasci dei Lavoratori ed altri seguiranno la via dell'affermazione nelle professioni.

I latifondi siciliani continuarono dopo l'Unità ad essere coltivati con i metodi dei secoli precedenti e davano ovviamente rese bassissime. 
Nelle condizioni climatiche della Sicilia la classe dei grandi proprietari assenteisti dimostrò di non essere solo un capriccio della storia o di un ristretto gruppo di privilegiati, ma come  avvenuto nel resto del Meridione, il frutto di fattori oggettivi rimovibili solo se si potesse mettere in moto un grande sforzo di natura finanziaria.

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