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mercoledì 11 giugno 2014

BORGHI ERAS A CONTESSA ENTELLINA: CENTRO PARROCCHIALE “FUSHA” ... ... di Calogero Raviotta


Il 18 gennaio 1981, viene  aperto a Piano Cavaliere il centro parrocchiale “Fusha”, presenti   numerosi cittadini, le autorità locali e gli esponenti delle organizzazioni e istituzioni, amministrative, ecclesiastiche, sociali  e culturali di Contessa Entellina.
Fin dalla nascita del borgo, i ragazzi, in assenza di un locale coperto attrezzato per scopi ricreativi, sono costretti a giocare, col buono e col cattivo tempo, sulle strade o sul piazzale, che si estende davanti all’edificio scolastico ed alla chiesa. Anche gli adulti non dispongono di un locale per gli incontri sociali.
Constatata questa carenza, papas Giovanni Borzì, parroco del Borgo dal 1977, chiede ed ottiene dall’Amministrazione comunale la disponibilità dell’edificio scolastico, ormai non più utilizzato per l’assenza di alunni. I locali della scuola vengono arredati con tavoli e sedie, acquistate dal parroco, e così gli abitanti del borgo possono disporre di un centro sociale, ricreativo e culturale, dotato anche di giochi per i più giovani.
L’inaugurazione del centro parrocchiale, denominato “FUSHA”, é  accompagnata da discorsi, canti e recite, previste dal programma precedentemente reso noto.
La manifestazione é  aperta dal parroco papas Jani Borzì con brevi parole di saluto e di benvenuto, rivolte alle autorità ed ai cittadini presenti.
Dal dott. Calogero Raviotta, dopo aver presentato la sua monografia sul borgo,  sono invece illustrate le motivazioni che hanno indotto il parroco del borgo ad organizzare ed aprire al pubblico il centro parrocchiale “Fusha”, mettendo in rilievo le sue finalità ricreative (giochi per i ragazzi), culturali (lettura di libri e giornali, doposcuola, conferenze, mostre, ecc.) e sociali (luogo di incontro per iniziative di interesse comune).
Gli interventi si  concludono col discorso del sindaco di Contessa Entellina, dott. Francesco Di Martino, che rileva la doverosa attenzione riservata dall’Amministrazione Comunale all’apertura del centro “Fusha”, come struttura socio-culturale e ricreativa di interesse dell’intera comunità locale.
La manifestazione é animata dai ragazzi della Scuola Media con l’esecuzione di alcuni canti e musiche arbëreshë, con la lettura di alcune poesie arbëreshë e con la presentazione di alcuni disegni su Piano Cavaliere.
Il poeta popolare Leonardo Lala (Narduci) legge il testo arbëresh  di un suo divertente racconto “Mos qëndris gajdhurin te pujata-Non pungere l’asino in salita”.
Un piccolo rinfresco conclude la manifestazione, che avvia a Piano Cavaliere, il 18 gennaio 1981, l’attività di una struttura, che si propone di  contribuire alla crescita religiosa, sociale e culturale della comunità locale.
(Di seguito sono riportate fotografie, che documentano l'evento, ed inoltre alcuni disegni ed il testo di alcune poesie dedicate a Piano Cavaliere).


 Una sera a Piano Cavaliere (C. Raviotta - 1982)

Tre strade diritte ed illuminate appena,
poche case uguali ed allineate,
una chiesetta ed il campanile con due campane,
che invitano i fedeli alla preghiera.
Tutto é immerso nella penombra,
che si estende per la vallata,
per le pianure circostanti e deserte.
Un vociare sommesso giunge dal  piccolo bar.
Voci solitarie giungono dalle case.
Sotto un portico un ragazzo dorme stanco,
sopra una stuoia, sotto una coperta:
tutto il giorno per i campi
ha seguito le mucche pascolanti.
Un uomo con la barba,
sul davanzale della sua casa,
parla di caccia con gli amici.
Dal salone dell’edificio scolastico giunge
un vociare intenso di ragazzi che giocano.                              
I sentieri tortuosi attraversano i campi,
dove regna ormai buio e silenzio.
Le mucche dentro il recinto,
ruminano immobili con lo sguardo assente,
forse felici di vivere senza idee.
Alcuni giovanotti fanno compagnia alle ragazze,
cantando insieme e passeggiando lungo la strada.
Spesso si sente abbaiare  un cane.
I muli sonnecchiano stanchi,
davanti alla stalla, dondolando la coda,
aguzzando improvvisamente le orecchie,
quando qualcuno si avvicina.
Lassù, sul monte che sovrasta la vallata,
illuminata dalla luna appena spuntata,
si estende una macchia scura, il bosco.


Fusha Kavalerit                                   Piano Cavaliere (C. Raviotta - Contessa, 1978)

Ku një herë ishin vetëm                                 Dove una volta c’era soltanto
shpitë e fegut, kroi e fusha,                            la sorgente, la pianura e le case del feudo,
nanì jan shumë shpi,                                       ora sono allineate tante case,
të poshta çë gliten gjithë,                               tutte basse e uguali,
me kopshtin e me lulet.                                  con l’orto ed i fiori.
Burrat menannet potisën                                Gli uomini al mattino dissetano
Mushkat, delet e lopat                                   i muli, le pecore e le mucche
te kroi i ri e ven te dherat.                              nel nuovo abbeveratoio e vanno nei campi.
Pleqët ven te mesha,                                      I vecchi vanno in chiesa,
kriendulit ven te skolla,                                  i bambini vanno a scuola,
grat shubejën brënda.                                     le donne lavorano in casa.
Gjithë erët i mëndën te Fusha!                       Piano Cavaliere é esposto a tutti i venti!
Kur fryn shiroku duket                                  Quando soffia lo scirocco
se do marrinj e do qellinj                                sembra che voglia prendere e portare via
qiellën, dheun e çarren.                                  Il cielo, la terra ed ogni cosa.

 

Piano Cavaliere (Guarino Catia - II B)

Piccolo borgo abitato da gente semplice,
colmo di case basse e allineate,
con una chiesetta semplice
come la gente che ci vive.
I bambini giocano gaiamente,
le donne preparano il cibo,
i vecchietti, seduti su una grande pietra,
di tanto in tanto odorano il tabacco.
Da lontano sembra un piccolo presepe
con tante pecore, mucche e galline.
E’ tutto un brulicare di persone
ed uno schiamazzare di animali.
A sera, mentre rintocca l’Ave Maria,
ritorna fischiettando il contadino stanco
ed il pastore seguito dal cane.

                                      (Ferrara Rosaria e Pecoraro Fara - II B)

Piano Cavaliere,                                                              Fusha Kavalerit
un tempo solamente campi,                                            një herë vetëm dhera,
oggi poche case e poca gente.                                        sot pak shpi e pak gjinde.
Una fontana e degli orti,                                                Një krua e kopshte,
una chiesetta, un piccolo bar                                          një klishiçele, një bar i vogël
ed una piccola scuola.                                                     e një shkollë e vogël.
Piano Cavaliere                                                               Fusha Kavalerit
(Borghi IV - Continua)

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