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martedì 17 giugno 2014

La nostra Sicilia. Una carrellata dai Borboni al crocettismo n. 1

La storia dell'isola
Nasce la cultura del gattopardo
All'inizio dell'Ottocento, durante le guerre napoleoniche, il regno di Sicilia non conobbe le armate francesi che battevano invece il suolo dell'intera Europa.
Dal 1806 al 1810 in Sicilia era facile però imbattersi con drappelli di soldati inglesi. Ferdinando IV aveva lasciato la Corte di Napoli e con la famiglia si era rifugiato a Palermo dove, non fidandosi moltissimo dei baroni dell'isola, aveva accolto i soldati inglesi, interessati da parte loro a che il Mediterraneo non finisse sotto il controllo francese.
Palazzo reale della Ficuzza (c/o Corleone)
dove Ferdinando IV trascorse gran parte del
tempo durante la permanenza obbligata (a causa
delle guerre napoleoniche) in Sicilia.
Da questa sede il re giornalmente
soddisfaceva la passione per la caccia
Napoli sin dal settecento era stata culla della cultura illuministica e gli stessi regnanti borbonici si erano aperti al riformismo e al razionalismo che si diffondeva in Europa. 
In Sicilia molte riforme erano state varate dai Vice-re designati dai Borboni, il più noto dei quali il Caracciolo aveva ingaggiato una aspra lotta senza quartieri contro il baronaggio locale. 
I Borboni -in particolare- coltivarono in Sicilia la crescita di un ceto piccolo borghese (i civili) che potesse essere leva di una base sociale tale da contrapporsi all'immenso potere dei baroni. Nonostante i tanti sforzi -comunque- la Sicilia, rispetto al regno continentale dei Borboni, era rimasta ancora una isola in mano ai "baroni".
Durante la permanenza forzata nell'isola di Ferdinando IV, soprattutto per l'influenza di lord Bentinck, plenipotenziario inglese, presero corpo alcune idee e alcune scelte in senso liberale che successivamente, quando i Borboni tornarono a Napoli, rimasero come base programmatica delle forze antiborboniche (che, in buona parte, guarda caso, erano espressione del baronaggio e poi dei filo-unitari).
Le classi dirigenti dell'isola, e quelle più avvedute culturalmente, "gattopardescamente" maturarono la convinzione che fosse opportuno adottare una forma istituzionale più adatta alla nuova realtà politico-sociale, purchè non venisse messo in discussione il predominio socio-politico del baronaggio e della nascente borghesia terriera.

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