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martedì 10 giugno 2014

Gestire un Comune esige amore per la cosa pubblica

Prendo spunto dal contenzioso tributario che vede contrapposti 200 contribuenti di Contessa Entellina da un lato e l'Amministrazione Comunale dall'altra.
I contribuenti hanno già vinto in prima istanza e pertanto in questa sede non intendo soffermarmi sul merito della problematica.
Altro è il punto che voglio riportare all'attenzione di chi legge.

In tutti i Comuni d'Italia esiste e tende ad allargarsi sempre più il contenzioso tributario. 
E' ovvio che debba essere così perchè ormai nell'Ordinamento i Comuni sono titolari di un numero crescente di tributi (Imu, Tari, Tasi, Iuc ...). 
Gestire le pratiche di contenzioso relative alle entrate tributarie è una attribuzione che tutti gli Uffici Comunali devono assolvere. Se non lo fanno e si affidano ai consulenti, agli avvocati, è segno che qualcosa non funziona all'interno dei Comuni.

A Contessa Entellina, paesino di 1.800 abitanti, per fronteggiare i ricorsi -in primo grado- delle cartelle Tarsu 2008 si è fatto ricorso ad un professionista che si è fatto pagare con €. 40.000,oo.
Il Comune ha perso il giudizio e si è appellato. Neanche in questa occasione di appello ha fatto ricorso alle risorse interne: ha ri-affidato ad un professionista la tutela (doverosa) del Comune.

Cosa significa ?
Che il Comune ha carenza di personale ? Nessuno può dire ciò.
Che il Comune non sa come difendersi ? Neanche questo si potrebbe dire, infatti quando si tenevano le Assemblee nella Sala Rai per dibattere sulla TARSU/2008 dal Sindaco, al Presidente del Consiglio, al Vice-Sindaco, ai funzionari tiravano fuori argomenti (aderenti o meno, qui non ci pronunciamo) sulla giustezza di quelle percorso (irrimediabilmente bocciato dalla Commissione Tributaria di I° grado). 
Noi non troviamo una giustificazione sul perchè si ricorra a professionisti esterni. 
Spulciando la normativa, a noi profani, pare che si stia violando il sacro principio di "economicità della gestione".
Non è corretto, dal nostro punto di vista, spendere €. 40.000,oo per fronteggiare uno, dieci, cento, mille ricorsi TARSU, tutti identici, tutti ricalcati l'uno sull'altro.

Vediamo di cosa stiamo parlando.
a) studio del ricorso ricevuto dal Comune e dei documenti avversari (lo studio si fa su un solo ricorso, indipendentemente se ne sono arrivati 10, 100 o 1.000).
b) ricerca e trasposizione su carta delle prove necessarie per l'attività difensiva. Si tratta, per chi nella Sala Rai sosteneva teorie intese a "si deve pagare !!!", di trasporre quei concetti per iscritto.
c) insistere, se opportuno, con memorie difensive.
d) partecipare alle udienze e andare a ripetere ciò che veniva dello nella Sala Rai.
e) dichiararsi o meno soddisfatti del giudizio della Commissione ed in caso contrario riportare le teorie "predicate" nella Sala Rai nell'impugnazione di "appello"
f) e così via

Se il Sindaco ed i suoi funzionari insistono a rivolgersi a professionisti è segno che tutto quanto gridavano nella Sala Rai, per loro, non era materia e teoria utile.

Così come i cittadini si sono difesi in primo grado gratuitamente anche i Comuni d'Italia possono (se hanno argomenti validi) difendersi gratuitamente. 
Dice infatti la norma che i comuni stanno nei giudiuzi tributari nella persona dei dirigenti dell'Ufficio Tributi (ai sensi dell'art. 11, comma 3, del d.lgs. 546/1992).
Il titolare della posizione organizzativa può addirittura delegare un collaboratore.

Il Comune di Palermo riceve giornalmente decine di ricorsi tributari. A nessuno passa per la mente di affidarsi a professionisti esterni. 
Se si hanno argomenti la difesa tributaria compete all'apparato comunale. 
E' ordinaria amministrazione.

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