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mercoledì 16 aprile 2014

Quaresima, Settimana Santa e Pasqua bizantina a Contessa Entellina ... ... di Calogero Raviotta


Viva testimonianza della tradizione delle comunità italo-albanesi

Introduzione - Il vasto e peculiare patrimonio culturale di Contessa Entellina è testimoniato sia da espressioni archeologiche, storiche, monumentali e bellezze  naturali sia da espressioni della tradizione religiosa bizantina.
La peculiare identità etnica, linguistica e religiosa di Contessa Entellina, “Comune italo-greco-albanese”, si manifesta significativamente in occasione delle grandi festività religiose, in particolare nelle varie celebrazioni della Quaresima e della Settimana Santa, che suscitano un originale fascino spirituale: dalla sera della notte, che precede il Sabato di Lazzaro, fino alla solenne divina Liturgia della Domenica di Pasqua, ogni giorno, sia in chiesa sia per le strade del paese, a Contessa Entellina, si rinnova ogni anno una intenso susseguirsi di celebrazioni liturgiche (Mattutino, Ore, Vespero, Liturgia dei Presantificati, Divina Liturgia, Unzione degli infermi, ecc.), e di tradizioni religiose popolari (processioni, canti e preghiere in greco, in italiano ed in albanese).
Quaresima - Per tutta la durata della Quaresima, nella tradizione liturgica bizantina, la Divina Liturgia (così viene chiamata la S. Messa) viene celebrata solamente  sabato e domenica. E’ possibile però ricevere la S. Comunione mercoledì e venerdì, quando viene celebrata la “Divina Liturgia dei Presantificati”, una S. Messa senza la consacrazione (le sacre Specie sono quelle consacrate nella domenica precedente), ricca di salmi e di canti penitenziali.
Ogni sabato viene celebrata la Divina Liturgia di S. Giovanni Crisostomo, mentre ogni domenica viene celebrata la Divina Liturgia di S. Basilio, molto più lunga della precedente, per le particolari preghiere recitate dal celebrante.
La prima domenica di Quaresima, detta dell’Ortodossia (trionfo della vera fede), ricorda il ripristino del culto delle sacre immagini (icone), sancito nell’anno 842 dal Sinodo di Costantinopoli, quando la Chiesa era ancora indivisa.
Nella seconda domenica, chiamata “ Del paralitico” dal testo del Vangelo di Marco che viene letto, la Chiesa bizantina invita a riflettere sulle infermità spirituali ed a ricorrere con fiducia a Gesù perché guarisce e  guida l’uomo nel cammino della perfezione.
La terza domenica é dedicata all’adorazione della S. Croce, prima della Divina Liturgia processionalmente portata dal celebrante davanti alla iconostasi*. I fedeli, cantando più volte “Adoriamo la tua santa Croce, o Signore, e magnifichiamo la tua santa Resurrezione”, ne traggono stimolo per continuare la Quaresima nella preghiera e nella penitenza.
La quarta domenica, dedicata a S. Giovanni Climaco (in greco climax significa scala), asceta orientale molto noto, autore della “Scala Paradisi”, la cui lettura viene raccomandata in questa settimana.
Nel sabato che precede la quinta domenica di Quaresima si canta, in onore della Madonna,  l’inno Akatistos (in greco significa preghiera recitata in piedi), il cui autore é ignoto. E’ stato composto attorno all’anno 626, per ringraziare la Vergine di aver risparmiato Costantinopoli da un'irruzione di barbari.

Questo inno, costituito da 24 stanze, é un testo letterario a contenuto religioso, che presenta meravigliosamente la vita della Madre di Dio ed i beni che l’Incarnazione del Verbo di Dio ha elargito agli uomini**.
Presso le famiglie di rito bizantino l'inno viene recitato quotidianamente, in tutto o in parte, come presso i fedeli della Chiesa cattolica si recita il Rosario. Da qualche anno questo inno, con melodie nuove si é diffuso anche nelle parrocchie della Chiesa cattolica  ed é conosciuto e praticato anche da qualche parrocchia di rito romano e ambrosiano.
La quinta domenica é dedicata a S. Maria Egiziaca, modello di penitenza, che i fedeli pregano con questa invocazione: ”Prendendo la Croce hai seguito Cristo, con l’esempio hai insegnato a disprezzare la carne, poiché effimera, e ad aver cura dell’anima, opera immortale”.
La sera del venerdì, che precede la Domenica delle Palme i giovani, accompagnati dalle note della banda musicale locale, dietro la porta di molte famiglie cantano la resurrezione di Lazzaro secondo una antica composizione in versi in lingua albanese (ancora parlata a Contessa).
Durante la processione della Domenica delle Palme antiche preghiere liturgiche in greco si alternano a canti religiosi popolari in italiano ed in albanese.
Settimana Santa - La “Settimana Santa” del rito romano, definita nel rito ambrosiano “Settimana autentica” e nel rito bizantino “Grande e Santa Settimana” (in greco “Aghìa kje Megàli Evdhomàs” e in albanese “Java e Madhe”), con la diversa denominazione  rivela la grande importanza che questa ricorrenza riveste nella tradizione dei tre riti: settimana modello per tutte le altre settimane dell’anno liturgico.
Nel continuo ed emozionante alternarsi di parole (preghiere, letture dei testi sacri) e di suoni (canti antichi e recenti della tradizione bizantina), nella spettacolare coreografia delle numerose immagini sacre (icone), nella magica atmosfera impregnata di incenso (in ogni celebrazione), di profumi (venerdì) e di alloro (sabato), i fedeli con la mente, l’anima ed il cuore partecipano profondamente alla celebrazione dei grandi misteri della Passione, Morte e Resurrezione di Cristo.
Nei primi tre giorni della Settimana Santa in chiesa viene celebrato “L’ufficio del Ninfios (Sposo)” con antichi canti e preghiere: viene esposta al culto dei fedeli l’icona di Cristo, che è lo Sposo della nota parabola evangelica, come viene ricordato in varie preghiere ed in particolare dalle due seguenti (testo originale in greco e traduzione italiana) del Mattutino del Lunedì, Martedì e Mercoledì  Santo, le cui parole sono ornate da suggestive note dell’antica tradizione musicale bizantina: "Idhù o Ninfìos érchete en to méso tis niktòs. Ke makarios o dhùlos on evrìsi grigorùnda, anàxios dhe pàlin on evrìsi rathìmunda. Vlépe un psichì mu, mi to ìpno katenektìs, ìna mi to thanàto paradothìs ke tis Vasilìas exo klisthìs. Allà anànipson krazusa: Aghios, Aghios, Aghios i  o Theòs, dhià tis Theotòku, eléison imàs.
Ecco, lo Sposo viene nel mezzo della notte. Beato il servo che Egli troverà desto; indegno invece colui che troverà ozioso. Bada, anima mia, di non lasciarti prendere dal sonno, per essere consegnata alla morte ed esclusa dal Regno. Rientra in te stessa ed esclama: Santo, Santo, Santo sei, o Dio,  per l’intercessione della Madre di Dio, abbi pietà di noi”.

"Ton ninfòna su vlépo, Sotìr mu, kekosmiménon ke éndima uk écho ìna iséltho en aftò. Làmbrinòn mu tin stolìn tis psichìs, Fotodhòta ke sòson me.
Vedo pronta la tua camera nuziale, o Salvatore, ma non ho l’abito per potervi entrare; rendimi splendente la veste dell’anima, o Datore di luce, e salvami.
La Liturgia dei Presantificati  (canti e salmi penitenziali con le Specie eucaristiche, pane e vino, consacrate  nella Divina Liturgia della domenica precedente) è una tipica celebrazione della Quaresima di Pasqua (ogni mercoledì e venerdì).
Il Giovedì Santo invece i fedeli rimangono a lungo a pregare per la celebrazione del Vespero solenne, seguito dalla Divina Liturgia.
Il Venerdì Santo le preghiere  iniziano al mattino con la visita ai “Sepolcri” nelle varie chiese, in gruppi organizzati o singolarmente, e nella tarda mattinata la lettura dei Vangeli della morte e passione di Gesù.  La sera si svolge per le vie del paese la processione col Cristo morto, deposto nell’urna (tradizione occidentale), e  con l’Epitàfios, Cristo deposto dalla croce raffigurato con preziosi ricami su un drappo (tradizione tipicamente orientale). Durante la processione è  recitata ed in parte cantata la via crucis in lingua albanese, alternata anche con canti popolari in greco ed in italiano.
Il Sabato Santo, giorno di meditazione e di attesa, durante la celebrazione solenne del Vespero e della Divina Liturgia il suono delle campane preannuncia l’imminente Resurrezione di Cristo e, mentre i fedeli alternano ad ogni versetto del salmo 81, cantato dal celebrate,  il canto in greco “Sorgi, o Dio, e giudica la terra, perché tu avrai eredità in tutte le genti”, tutta la chiesa viene cosparsa di foglie di alloro.
La notte che precede la Pasqua dietro l’uscio delle case i giovani, accompagnati dalla Banda musicale locale annunciano con un tradizionale canto albanese la Resurrezione di Cristo, accettando dal padrone di casa in omaggio delle uova.
Pasqua - Il giorno di Pasqua viene celebrata la suggestiva funzione della luce e poi la solenne divina Liturgia, durante la quale si ripete tantissime volte l’inno della Resurrezione, in greco, in albanese ed in italiano: “Cristòs anésti ek nécròn, thanàto thànaton patìsas, kjé  tis en tis mnìmasi zoìn harisàmenos - Krishti u ngjall! Aì tue vdekur ndridhi vdeqjen e shkretë e të vdekurvet te varret i dha gjellën e vërtetë - Cristo é risorto dai morti; morendo calpestò la morte e donò la vita a quelli che giacevano nei sepolcri”.
Quindi i fedeli, dopo aver baciato il libro del Santo  Vangelo, retto dal celebrante, si scambiano l’abbraccio di pace dicendo (in greco, o in albanese o in italiano): “Cristòs anésti! - Krishti u gjall! Cristo é risorto!” e ciascuno risponde “Alithòs anésti! - Vërtetë u gjall! - E' veramente risorto!”. Questo saluto pasquale  viene scambiato, anche quando ci si incontra per le strade, fino alla vigilia dell’Ascensione.
Prima di concludere la celebrazione della Divina Liturgia, per antica tradizione, il giorno di Pasqua il clero ed i fedeli della parrocchia greca si recano in processione nella chiesa della Madonna della Favara  (sede della Parrocchia latina) per portare il saluto pasquale ai fedeli di rito romano in spirito di comunione di tutta la comunità cattolica di Contessa, che comprende fedeli sia di rito romano che di rito bizantino.

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