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sabato 26 aprile 2014

La Modernità. Come l'Umanesimo, l'Illuminismo, la Scienza hanno cambiato l'uomo

Nell'antichità rappresentava la cultura di ciascun popolo
Basta andare a Segesta, Selinunte, Agrigento e capire che l'uomo antico, l'uomo greco, metteva al centro della propria vita il Tempo, la religiosità. 
La stessa cosa capita con la successiva cultura romana, la cui testimonianza archeologica ci lascia capire che accanto al Tempio, alla divinità dei Cesari, viene posto nel centro delle grandi città il Circo, il divertimento, la distrazione della gente rispetto all'esercizio del Potere da parte dei potenti. 
In ogni caso, sia nel caso della civiltà greca che romana, è la ricchezza, lo splendore del potere accanto alla violenza del Potere che domina il cuore delle città. 
Il Tempio, il Circo o altre realizzazioni simboliche esprimevano bene la concezione dell'uomo circa ciò che era buono, era auspicabile. Il Tempio rappresentava il "divino" invisibile che si manifestava attraverso la volontà di chi -di volta in volta- esprimeva il potere: il re, l'imperatore, il tiranno.
La volontà del Divino non era altra che la volontà del Potere terreno dei più forti. Accadeva così che volta in volta il popolo inneggiava chi occupava il Potere terreno; e costui si presentava a chi lo inneggiava come espressione della volontà divina. 
Il potente di turno delegava  l'interpretazione, il linguaggio, del divino ai "sacerdoti" che abitavano il Tempio, il grande e magnifico edificio che stava al centro della vita comunitaria, mentre egli,  il Re, l'Imperatore, il Tiranno, si occupava della gestione della ricchezza, del dominio con la forza della violenza sul popolo, gli schiavi, i sudditi e faceva però sapere loro che egli era loro Capo perchè li difendeva dai nemici. 
Godere della ricchezza, difendere la città, lo Stato, dai nemici esigeva che il "potente di turno"  fosse il più violento della comunità. 
Quando quel re, imperatore, tiranno, veniva fatto fuori perchè non sufficientemente "violento" a subentrargli era un altro personaggio più "feroce" del primo; il nuovo arrivato finiva per rappresentare, nel Tempio, la divinità. Si presentava ai sudditi come il più capace di difenderli dai ... nemici.
(segue)

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