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domenica 6 aprile 2014

Il Vangelo alla luce dei fatti di ogni giorno

Marco 10 32-45
COSA VOLETE CHE IO FACCIA PER VOI ?
32 Ora erano nel cammino salendo a Gerusalemme; e stava andando innanzi a loro Gesù, ed erano stupiti; ora quanti lo seguivano avevano paura. E, presi di nuovo i Dodici, cominciò a dire loro le cose che stavano per accadere a lui: 33

Ecco, saliamo a Gerusalemme, e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi, e lo condanneranno a morte, e lo consegneranno ai gentili, 34 e lo scherniranno, e lo sputacchieranno, e lo flagelleranno, e uccideranno, e, dopo tre giorni, risorgerà. 35 E gli si fanno innanzi Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: Maestro, vogliamo che tu faccia per noi ciò che noi chiediamo a te. 36 Ma egli disse loro: Cosa volete che lo faccia per voi’? 37 Ma quelli gli dissero: Da’ a noi che, uno alla tua destra e l’altro alla sinistra, sediamo nella tua gloria. 38 Ma Gesù disse loro: Non sapete cosa chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati del battesimo di cui io sarò battezzato? 39 Ma quelli gli dissero: Possiamo! Ma Gesù disse loro: Il calice che lo bevo, lo berrete; e del battesimo di cui sarò battezzato, sarete battezzati. 40 Ma sedere alla mia destra o alla sinistra non spetta a me darlo, ma è per quanti sta preparato. 41 E, ascoltando, i dieci cominciarono a indignarsi su Giacomo e Giovanni. 42 E, chiamatili innanzi, Gesù dice loro: Sapete che quanti sembrano comandare i popoli, li tiranneggiano, e i loro grandi li spadroneggiano. 43 Ora non così è tra voi. Ma chi vuol diventare grande tra voi. sarà vostro servo; 44 e chi vuole tra voi esser primo, sarà schiavo di tutti. 45 E infatti il Figlio dell’uomo non è venuto ad essere servito, ma a servire, e a dare la sua vita in riscatto per molti.
Brano del Vangelo di Marco proclamato nelle Chiese di rito bizantino nell'odierna domenica
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Il Maestro si avvia ormai verso la meta, sta per ultimare la traversata del deserto dove ci si imbatte con le azioni di noi uomini: condannare, consegnare, schernire, sputacchiare, flagellare, uccidere. 
In questa elencazione c'è la somma di tutto il male, che raggiunge la sua consumazione nell’uccisione non solo del  prossimo ma dello stesso Dio.
Ma la parola definitiva non spetta a noi, bensì a lui: dopo tre giorni risorgerà.  Chi ha detto la prima, si riserva anche l’ultima! 
Nessuno di noi si accorge del male che in prima persona compiamo sugli altri, ci accorgiamo solamente di quello che riceviamo.
Il Vangelo ci legge.

Il dialogo con i figli di Zebedeo è tutto un gioco di equivoci. Ognuno dice cose diverse dall'altro perchè noi uomini consideriamo assoluti, prioritari, solo i nostri "desideri". I bisogni e le priorità altrui non ci riguardano.
Poco importa se il nostro desiderio lo chiamiamo Giove, Manitù, JHWH o Gesù.  Ciò che conta è la soddisfazione di un nostro personale desiderio.  Fino a pochi anni fà inneggiavamo Stalin, Hitler, ecc. o le ideologie religiose o laiche di salvezza.  Ora ci identifichiamo concretamente col piacere, il benessere, l'efficienza, l'energia sicura e pulita, ecc., o con le scienze che ci somministrano l’ultimo verbo.  
L’uomo sostituisce naturalmente il Bene finale, oltre la morte, con qualunque idolo gli garantisca di perseguire le proprie brame immediate.
Le aspirazioni di primeggiare dei figli di Zebedeo sono le nostre. I nostri interessi ai danni ... degli altri.
Il Vangelo ci legge dentro.

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