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venerdì 21 marzo 2014

Requisito per essere qualcuno in politica è "essere furbo", "essere sveglio". A parte i casi Scilipodi e Razzi riconducibili ad altre fattispecie

Beni per cinque milioni sono stati sequestrati all'Onorevole Francantonio Genovese, deputato Pd di Messina, nell'ambito dell'inchiesta "corsi d'oro" sugli enti di formazione professionale.

In Sicilia Il Pd, partito in cui militano tanti amici della cui onestà siamo certi, è un partito nella continuità dei partiti di sempre, della prima, della seconda e se per caso è nata la terza Repubblica pure di questa.
Le ruberie milionarie nelle casse della formazione non interessano, come i media a conduzione Pd lasciano intendere in queste ore, solamente la provincia di Messina; l'intera isola vede uomini del Pd indagati. In provincia di Palermo non possiamo di certo scordarci del candidato alle elezioni politiche sig. Francesco Riggio, del Ciapi.
Il caso Genovese (a Messina) è grave perchè il soggetto era chiacchierato da mesi, da quando i settimanali di centro-sinistra (L'Espresso) e di centro-destra (Panorama) ne rivelarono gli intrecci e le ombre, che furbescamente l'uomo politico messinese faceva ricadere sulla moglie (certa Schirò) in modo che tutto apparisse "a sua insaputa".
Tutti sapevano, tutti mormoravano, ma nel Pd siciliano nessuno pensò mai di sospendere dall'attività politica un personaggio così ingombrante. 
Francantonio Genovese è stato
grande sponsor di Matteo Renzi alle
primarie del Pd
Solo opportunismo per lucrare sulle migliaia di voti che il "signor preferenza" sapeva calamitare o cos'altro ?
In attesa del procedimento che dovrà chiarirne le responsabilità, il deputato messinese Francantonio Genovese, è oggi accusato di vari reati (associazione a delinquere, peculato, truffa ed altro ancora). In sostanza avrebbe usato a fini privati il denaro pubblico, il denaro che doveva servire all'isola, alla gente, alla Sicilia. 
Secondo i magistrati le società riconducibili al politico avrebbero acquistato a prezzo di mercato e rivenduto al pubblico (alla Regione Sicilia) a costi maggiorati, impiegando i guadagni per favorire le attività politiche -che beneficiavano il suo potere e quello del pd-. 
Il tutto avveniva con fatture false, consulenze fasulle, truffe puzzolente. Oggi la puzza in seno al Pd dovrebbero sentirla i vertici responsabili, ma non è detto che la sentano come fatto nuovo.
La tradizione ex comunista ci dice che il metodo che potrebbe essere usato è quello della "mela marcia" e lì potrebbe chiudersi la discussione. 
La questione morale, ovviamente riguarda chi comunista non è mai stato.

Noi che comunisti non siamo mai stati riteniamo che quanto accade da almeno cinquant'anni in materia di corruzione politica nel nostro paese (da quella devastante la pubblica amministrazione democristiana a quella craxiano-socialista e comunista col denaro di Mosca) riguarda l'intero arco che va dall'estrema destra all'estrema sinistra; non è nè questione di "mele marce", nè "questione morale", ma come ci insegnò Norberto Bobbio una questione prettamente politica che riguarda, da sempre, le classi politiche che ci governano. 
Queste classi politiche non vogliono affrontare la questione "politica" che li riguarda e pertanto continueranno a ... rubare. 
Continueranno a far sì che un chilometro di ferrovia o di autostrada costi più del doppio di quanto costa in Germania o in Francia. 
Ecco perchè la corruzione ci colloca sotto il Ghana, paese corrotto dell'Africa.
Ipocrite quindi tutte le analisi sulle "mele marce", "questione morale" etc. I partiti sono organizzati come bande di ladroni !!! Non per nulla non sono regolamentati da leggi.
Invece di attuare la spending review ai danni dei pensionati di reversibilità, Renzi affronti la questione politica dei partiti ed otterrà risparmi miliardari dagli appalti pubblici e dalla "liberazione" delle aziende partecipate.

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