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lunedì 24 marzo 2014

Federazione Russa. La gente sogna l'antica potenza mondiale, Putin dà ai russi solo sensazioni (n. 2)

E' il caso di riflettere su cosa stia succedendo fra Russia ed Ucraina, o meglio fra la Russia di Putin e gli Stati Uniti di Obama, questi ultimi autoproclamatisi tutori degli assetti mondiali, che si tratti di Corea, di Ucraina, di ex Jugoslavia, di Libia o di Siria ?

La Russia è lo stato più esteso fra quelli che sono sorti dal crollo dell'Unione Sovietica
1. Armenia;
2. Azerbaigian;
3. Bielorussia;
4. Estonia, occupata;
5. Georgia;
6. Kazakistan;
7. Kirghizistan;
8. Lettonia, occupata;
9. Lituania, occupata;
10. Moldavia;
11. Russia;
12. Tagikistan;
13. Turkmenistan;
14. Ucraina;
15. Uzbekistan
Ancora prima che si costituisse l'Unione Sovietica la Russia era detentrice, pur ritenendosi a tutti gli effetti paese europeo, di una cultura non coincidente con quella dei paesi occidentali. Non a caso Mosca e la sua regione è stata con ricorrenza teatro di sanguinose invasioni aventi a sfondo ora motivazioni religiose ed ora motivazioni di civilizzazione: ottomani islamici, svedesi protestanti, francesi portatori delle idee post-illuministiche, tedeschi bisognosi delle risorse minerarie ed agricole.
Questi presupposti aiutano a capire l'attuale comportamento difensivo-aggressivo di Putin, e della popolazione russa che (contrariamente a quanto noi riteniamo in Occidente) in Putin si riconosce, soprattutto nella vicenda della Crimea.
L'Ucraina aveva fino a poche settimane fà un governo democraticamente insediatosi dopo le elezioni vinte dai filo-russi. La rivolta di piazza  ha costretto quel governo ad abbandonare la capitale, Kiev.  
I rivoltosi hanno insediato un loro governo filo-occidentale che ha immediatamente chiesto l'adesione all'Unione Europea e alla Nato.
Un governo non democraticamente eletto ha, per queste vie, trovato orecchie in Occidente; ho forse ...
Eppure l'Occidente conosce la secolare strategia dell'Impero Russo, dell'Unione Sovietica e adesso della Federazione Russa, ossia avere degli stati cuscinetto tutt'attorno per scoraggiare le frequenti aggressioni al suo territorio nazionale.
Dopo il crollo dell'Unione Sovietica la Russia non ha mai mostrato di dubitare, o di voler modificare la sua linea strategica di difesa: intervenire militarmente in qualsiasi stato dell'ex-Unione Sovietica ove risiedono minoranze russe minacciate dai crescenti nazionalismi locali: 
-2008 crisi georgiana ed intervento a sostegno di Abcazia e Ossenza contro Tblisi.

La politica zarista, fatta propria dall'Unione Sovietica e adesso dalla Federazione Russa, è quella che i politologi definiscono "panslavismo", ossia l'appoggio a tutti i popoli di fede Ortodossa. 
Mosca si considera, dal crollo dell'Impero Romano d'Oriente (Costantinopoli) la "terza Roma", l'unica capace di salvaguardare, nel III millennio, la missione universalistica che fu di Roma antica e poi di Costantinopoli.
Come nei decenni della guerra fredda  Mosca non si fida dell'Occidente. E non ha tutti i torti con quanto -soprattutto da parte degli Stati Uniti- da un pò di anni avviene in Ucraina: 
1) Bush ha finanziato la cosiddetta "rivoluzione arancione" ucraina
2) Obama avrebbe coltivato ... l'adesione dell'Ucraina alla Nato, ossia collocare i missili sotto le mura del Cremlino.

In un altro precedente scritto sul Blog abbiamo tentato di capire il perchè dell'autaritarismo e del centralismo che caratterizza il comportamento di Putin (e dei russi in generale); per loro avere la Nato fuori porta è come sentirsi per l'ennesima volta  assediati dagli Ottomani, dagli Svedesi, dai Francesi di Napoleone o dai Tedeschi di Hitler.
La Russia, ovviamente, con le sue paure mostra dei nervi scoperti, dei punti deboli.  Su 115 milioni di abitanti solamente l'80% sono slavi-russi, poi il resto è composto da turchi, caucasici, uralici, mongoli, coreani. 
Putin è l'uomo che rassicura i russi, col suo autaritarismo che nella Federazione non sorgeranno califfati islamici, nè secessioni come quella tentata in Cecenia.

A fronte della superficialità Occidentale nell'affrontare la questione ucraina Putin vuole che qualcuno paghi il conto per avere voluto allargare l'Unione Europea e la Nato, così tanto ad est dell'Europa.
Putin riprendendosi la Crimea ha voluto inoltre evidenziare l'arbitrio di un leader sovietico (Crusciev) che abusando del potere totalitario comunista aveva fatto donazione di una regione russa all'Ucraina, in violazione delle norme internazionali.
Non c'è dubbio alcuno infatti che la Crimea è parte integrante della storia russa: lì è pure attraccata la Flotta del Mar Nero. 
C'è da restare sorpresi del comportamento Usa ed Europeo che prima di intavolare trattative con un governo di rivoltosi ucraini non hanno aperto informative diplomatiche con Mosca.

L'attuale decisionismo russo va infine letto nella consapevolezza di Putin che l'Unione Europea non è unita su nulla, non dispone di una visione omogenea fra i 27 aderenti. Egli sa bene inoltre che gli Usa sono sfiancati dalle guerre in Iraq ed in Afganistan e che il male peggiore che può attendersi è una nuova "guerra fredda", ossia ciò che egli desidera per essere considerato interlocutore di cui tenere conto.

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