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martedì 25 marzo 2014

Cose da conoscere

Cosa serve per la crescita dell'Economia

La batosta della gauche (la Sinistra) in Francia dovrebbe essere motivo di riflessione per evitare che una grande idea (l'Europa Unita) diventi nella pratica occasione per far crescere i mali dell'umanità, quelli che prima o dopo ci portano agli egoismi nazionali e ... alle guerre.
La crescita dell'estrema destra (=fascista) in Francia è da tenere sotto controllo, essa infatti è fonte del nazionalismo esasperato, del razzismo, dello spirito di superiorità, dell'odio.

Premessa politica
Eppure non possiamo accontentarci di una Europa che applica correttamente i meccanismi della visione liberista della scienza economica, ignorando che il tessuto sociale ed economico del Continente non è uniforme da Lampedusa a Berlino. I principi liberisti potrebbero (potrebbero ...) sortire buoni effetti se tutto il continente disponesse della struttura socio-economica della Germania. Così non è.
L'Europa ha fatto propria la visione liberista. Pure la Grecia che è stata divorata dai meccanismi liberisti ha firmato quei trattati. 
L'Italia -non c'è motivo per dubitarne- ha firmato perchè nella fase iniziale del mercato unico ha tratto grandi benefici,  però non ha valutato cosa la firma dei trattati avrebbe comportato nel lungo termine. 
La signora Merkel ha ragione adesso quando ricorda ai governi dei paesi "inguaiati" che i trattati vanno rispettati. "Carta canta" pare di sentire.

Non va dimenticato però
Nel 2002 la Germania era il paese più in difficoltà economica, conseguenza dell'impresa enorme di ricostruire l'Est del post-comunismo.
In Germania il governo socialdemocratico di  Schneider fece quanto andava fatto, lo fece senza chiedere la modifica dei trattati. Furono anni duri (con le riforme) mentre -allora- in Italia i governi di Berlusconi e Prodi spendevano e spandevano fingendo di trovare dietro ogni angolo tesoretti. In realtà queste figure patetiche aumentavano il debito approfittando, dicevano, dei tassi bassi che l'Euro di allora offriva.

Profilo economico
Il prof. Luca Ricolfi, analista economico, in un suo recente libro "L'enigma della crescita. Alla scoperta dell'equazione che governa il nostro futuro" descrive quali sono le condizioni dello sviluppo e quelle che ad esso si oppongono.
La crescita, dice, è condizionata da:
-capitale umano,
-istituzioni economiche
-livello della tassazione
-capacità di attrarre investimenti stranieri
I primi tre segmenti costituiscono i "fondamentali" ed è illusorio immaginarli singolarmente: o sussistono congiuntamente o il tessuto economico non risente alcun stimolo alla crescita.

Il professore asserisce ancora che esiste un quinto elemento di cui tenere conto. Si tratta del "livello di benessere" raggiunto. 
Secondo la teoria keynesiana, più un paese è ricco, meno cresce, mentre meno è ricco, più cresce.

Dopo avere proceduto con una serie di equazioni matematiche il professore arriva alla conclusione che un paese come l'Italia, se vuole crescere, deve intervenire nei tre fondamentali, in maniera congiunta.
Come ?
Servono investimenti nell'istruzione, migliorare il sistema economico (togliere gli impacci alle iniziative), ridurre il livello fiscale.
La Germania di Scneider fece un enorme sforzo; e la Merkel non fu da meno e proseguì su quello schema. 
In Germania ad un Bertinotti che voleva i "tesoretti" per la spicciola demagogia nessuno avrebbe mai dato retta. In Italia gli incompetenti ed i demagoghi oggi sono in ogni angolo e -quindi- per noi è quasi scontata avviarci in direzione della fine della ... Grecia.
La Germania avendo fatto ciò che andava fatto quando la crisi non mordeva (prima del 2008-2014) oggi non avverte, come l'Italia ed in minor misura la Francia, il gelo e la paura della catastrofe.
Colpa della Germania ?
No, colpa degli italiani che appena vedono un demagogo gli corrono appresso, ieri un Bertinotti oggi .... oggi sono tanti, troppi.
Ricolfi ovviamente indica, dopo avere consultato le sue equazioni di analisi matematica, la via di uscita che esigerebbe l'impegno di governi seri e di parti sociali ancora più serie (sindacati, associazioni datoriali etc.).
Rilevato che da qualche anno la recessione, ove più e ove meno, ha colpito l'intera zona euro ed oggi solo i nordici crescono, secondo Ricolfi, se i paesi "avanzati" vogliono riprendere a crescere devono modificare radicalmente le istituzioni del mondo produttivo (eliminare gli handicap), effettuare massicci investimenti nelle risorse umane, diminuire il livello delle tasse.

Conclusione
E' sbagliato quindi, come gridano i populisti alla Le Pen o i tantissimi che sentenziano in Italia, che i nostri guai provengano dall'Europa, o peggio dalla Germania.
E' pure inutile chiedere clemenza, chiusure di un occhio, sul rispetto dei trattati. Non sono le istituzioni europee (che certo qualche accorgimento migliorativo potrebbero valutarlo) bensì quelle italiane che vanno modificate. 
I populisti alla Grillo, ai fratelli d'Italia, alla berluscones, amano fare la parte della vittima della Merkel.
Fino a quando gli italiani si affideranno a chi grida di più, ai ciarlatani, ai demagoghi non c'è nulla da fare. 
E' assurdo che gli operai tedeschi che hanno fatto duri sacrifici sotto Scneider adesso devono lavorare per mantenere i 20.000 dipendenti della Regione Sicilia (con stipendio maggiorato rispetto a chi produce ricchezza). 
Gli italiani o prendono con le proprie mani il proprio destino o ...

La strategia di Ricolfi ovviamente risente di semplificazioni e di ottimismo.
Noi che qualcosa di economia ricordiamo di averla studiata ci accorgiamo, per esempio, che nelle equazioni sviluppate il prof. Ricolfi non inserisce la fonte da cui dovrebbero arrivare le risorse utili agli investimenti.
Renzi ci lascia intendere (ma è difficile seguirlo nelle frequenti esibizioni) che va tagliata l'immensa spesa pubblica di 800 miliardi.
Migliorare il sistema, al di là dell'essere liberista o socialdemocratico, dipende dai singoli paesi non dall'Europa.
L'Europa deve essere l'idea di tutti, il traguardo.

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