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lunedì 31 marzo 2014

Contessa Entellina. Si è spento Pino Calma, comunità locale addolorata

E' deceduto, nel reparto grandi ustioni dell'Ospedale Civico di Palermo, il concittadino Pino Calma.
Il 24 febbraio stava tentando, col figlio Franco, di spegnere un incendio partito da una vecchia Pegiout 106 che tentavano di riparare, e sono stati -invece- investiti dalle fiamme. 
Sono -allora- intervenuti i Vigili del Fuoco del distaccamento di Corleone e i due sono stati soccorsi dal 118, giunto sul posto con un elicottero, e trasferiti a Palermo.
I funerali di Pino sono previsti per domani.


Contessa Entellina. Sbirciando nella vita amministrativa

Ad occhio e croce a voler seguire quanto avviene in Municipio ci pare di poter tranquillamente dire che manca una vita politico-amministrativa. 
Ciò che esiste nel nostro piccolo micro-cosmo istituzionale è puramente e semplicemente una vita burocratica. 
Questa è la realtà e non potremo di certo essere noi a poterla cambiare.

Ma vediamo cosa possiamo poter dire su ciò che capita fra le mura dell'antica "cancelleria".
1) Si avvicina il tempo per la riqualificazione-valorizzazione di Borgo Piano Cavaliere. La Giunta avrebbe autorizzato il sindaco Sergio Parrino a farsi accreditare una anticipazione, pari al 50% del finanziamento previsto dal Bando di cui al Piano di Sviluppo Rurale-Sicilia 2007-13.
Nel quartiere Motra Paula sono in corso
gli interventi di ripristino degli inconvenienti
idro-geologici
Si tratta di fondi comunitari conseguiti tramite procedure di bando pubblico curate dall'Assessorato Agricoltura e Foreste.
Il Comune dovrà comunque offrire valide garanzie finanziarie al fine di assicurare che sussistono tutti i requisiti prescritti.

2) Pare che avremo un cambio nella direzione dei Servizi Tecnici. 
Il lettore ricorderà che l'estate scorsa (agosto-settembre) in Municipio c'è stato un susseguirsi di "determinazioni" connesse con l'indizione di un bando finalizzato all'individuazione di un professionista (Ingegnere o Architetto) che potesse dare l'orientamento nel complesso mondo della progettazione, indizione gare e direzione lavori.
Le determinazioni per l'individuazione del professionista si rincorrevano (cerchi di ricordarselo .... il lettore) con frequenza quasi giornaliera. Una determinazione sostituiva (o modificava) l'altra. Una era a firma di un capo area, l'altra a firma di un altro capo area, e poi un'altra a firma del sindaco e poi ...
Roba da caos .... burocratico, in assenza della guida politico-amministrativa.
Il procedimento sembrò -in autunno- che si fosse concluso con l'assegnazione dell'incarico all'Ing. Domenico Triberi, professionista noto a Contessa in quanto da anni ha retto il Servizio con contratto a tempo determinato.
Adesso si apprende che -verosimilmente- da domani (1' aprile) subentrerà l'Arch. Salvatore Cottone che, avendo presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale di Palermo (Tar), insospettito (riteniamo noi) da quel .... macello estivo di determinazioni di capi area e sindaco che si rincorrevano, ha ottenuto -in attesa della sentenza definitiva che arriverà nel Novembre prossimo- un provvedimento cautelativo che lo insedia nella funzione di guida dei Servizi Tecnici.

 Prescindendo da ogni valutazione di merito, per la quale non possediamo alcun elemento al di fuori dell'indecente rincorrersi delle "determinazioni", riteniamo comunque di poter dire che il Comune, il nostro Comune, manca di una direzione politico-amministrativa. 
La sensazione che ricaviamo è che chi dovrebbe darci questo tipo di direzione ritiene che basta garantire la "burocrazia" perchè i cittadini restino soddisfatti, basta devolvere tutto agli avvocati, alle Commissioni Tributarie, ai Giudici Amministrativi etc.
E' un messaggio tanto assurdo che arriva al cittadino che chiunque potrebbe ribattere: tanto vale evitare le spese per le elezioni e risparmiare pure sulle indennità, tanto la "burocrazia" ed i giudici  gestiscono per i fatti loro.

Vita coniugale. I matrimoni al Sud durano più a lungo che nel Settentrione

-A leggere i dati Istat, al Nord della penisola ci sarebbero 383 separazioni ogni mille matrimoni: dati alla Liz Taylor, che fanno impallidire i miseri 180 fallimenti coniugali presentati dalle coppie del Sud.
-Dai dati dell'Istituto di Statistica spuntano altri risvolti parecchio inaspettati e bizzarri: chiunque si aspetterebbe che, superati i 65 anni, venisse meno il sogno di libertà dal vincolo coniugale, ed invece no. Roma e Milano, infatti, presentano un elevato numero (circa il 20%, contro il risicato 2% di un ventennio fa) di coppie che divorziano in anzianità.
-Si apprende ancora che ormai fa parte della letteratura romanzesca la "crisi del settimo anno". Sia al nord che al sud del paese l'anno di maggiore difficoltà del rapporto matrimoniale è il "terzo".

- Il 30 per cento delle separazioni, assicura l'associazione degli avvocati matrimonialisti, dipende dalle infedeltà consumate all'interno di social network e chat. 


domenica 30 marzo 2014

Badia Greca di Grottaferrata e formazione culturale e religiosa degli arbëreshë” ... ... di Calogero Raviotta

Il Monastero di S. Maria di Grottaferrata (Badia Greca) è fondato nel 1004 da S. Nilo di Rossano Calabro, greco di origine e di rito, il quale dalla Calabria porta a Grottaferrata con i suoi monaci il rito bizantino-greco, che si conserva ancora oggi.
Il rito bizantino-greco, fedelmente mantenuto in Badia nei primi tre secoli, dalla fine del XIII secolo comincia ad assorbire elementi del  rito  romano, nei secoli successivi sempre più presenti nella pratica liturgica e religiosa. Nella seconda metà del secolo XIX nella comunità della Badia, alcuni monaci ed jeromonaci vogliono mantenere il rito bizantino ed altri invece vogliono adottare il rito romano. Negli ultimi decenni del secolo XIX però, per volontà della Santa Sede, viene avviato nella Badia il processo di recupero e di  ripristino della piena osservanza del rito bizantino, durante il pontificato di Leone XIII (Decreto " Orientalium Ecclesiarum Ritus" del 12 aprile 1881 della  S. Congregazione  Propaganda Fide).
La Santa Sede, per incrementare la comunità della Badia, ridotta ormai a pochi membri provenienti dalle diocesi di rito romano, invia nel 1882 una circolare a tutti gli ordinari (vescovi) delle diocesi italiane, nel cui territorio si trovavano comunità di rito bizantino, invitandoli a mandare al probandato del monastero basiliano di Grottaferrata giovani desiderosi di seguire la vita religiosa.
Mentre dalle diocesi della  Calabria non si ha alcuna risposta e disponibilità  immediata all'invito  pontificio,  dalla  Sicilia  invece un congruo numero di ragazzi  di Piana dei Greci e di Contessa, comunità italo-albanesi che conservano ancora, oltre che la lingua e le tradizioni albanesi, anche il rito greco-bizantino, chiedono già dal 1883 e negli anni successivi di essere ammessi al probandato del monastero basiliano di Grottaferrata.
Questa iniziativa della Santa  Sede, che per la prima volta mette in contatto la Badia Greca e le comunità italo-albanesi,  può essere considerata provvidenziale per ambo le parti: i monaci di origine italo-albanese danno un notevole apporto alla crescita religiosa, culturale ed ecclesiastica del  monastero basiliano di Grottaferrata e le istituzioni della Badia danno un significativo contribuito alla crescita culturale e religiosa delle comunità italo-albanesi. Molti studenti arbëreshë frequentano infatti le scuole delle istituzioni religiose ed ecclesiastiche affidate ai monaci basiliani di Grottaferrata: scuola media nell'Istituto "A. Reres" di Mezzojuso dal 1920 e del seminario di S. Basile (CS) dal 1932, ginnasio-liceo nel Seminario greco-albanese di Palermo, scuola professionale nell'Istituto SS. Salvatore di Piana degli Albanesi dal 1948, liceo-ginnasio nel Seminario "Benedetto XV"  annesso alla Badia dal 1918.

Contributo degli Italo-albanesi alla rinascita della Badia.
Dal 1883 al 1900 un significativo numero di ragazzi (7 da Piana degli Albanesi, 5 da Contessa Entellina, 1 da Palazzo Adriano), provenienti dalle comunità italo-albanesi della Sicilia, vengono ammessi al  probandato della Badia di Grottaferrata . Nei primi due decenni del 1900 sono pochissimi i ragazzi arbëreshë ammessi alla Badia Greca. Nel 1920 un giovane di Palazzo Adriano apre la serie dei numerosi probandi ammessi al monastero di Grottaferrata nei decenni successivi e provenienti dalle comunità italo-albanesi, sia della Sicilia che della Calabria.
Analizzando l'origine geografica dei membri italo-albanesi della Badia, dalla fine del secolo XIX ad oggi, si rileva che gli arbëreshë provenienti dalla Sicilia sono più numerosi di quelli provenienti dalla Calabria.
I trentadue monaci siculo-albanesi (21 jeromonaci e  11) sono nati:
-    13 a Piana degli Albanesi:10 jeromonaci e tre monaci
-    4 jeromonaci a Contessa Entellina
-    1 monaco a S. Cristina
-    4 da Palazzo Adriano: 2 jeromonaci e 2 monaci
-    10 a Mezzojuso: 6 jeromonaci e 4 monaci.
I quindici monaci calabro-albanesi della Badia (9 jeromonaci e 6 monaci) sono nati:
-    1 monaco a Farneta
-    3  a  Firmo: 2 jeromonaci ed  1 monaco
-    1 jeromonaco a S. Basile
-    1 jeromonaco a S. Cosmo Albanese
-    4 a S. Sofia d'Epiro: 2 jeromonaci e 2 monaci
-    1 jeromonaco a S. Giorgio Albanese
-    2 jeromonaci a Macchia Albanese;
-    1 monaco a Plataci;
-    1 monaco a Lungro.
Fra i predetti 47 membri italo-albanesi della Badia (30 jeromonaci e 17 monaci)  dodici hanno fatto parte della comunità monastica solo per qualche anno e, tra questi, alcuni hanno continuato a svolgere l'attività religiosa in altre istituzioni ecclesiastiche.
Badia Greca e formazione religiosa e culturale degli arbëreshë
Il significativo contributo, dato  dalle istituzioni di educazione e di istruzione della Badia alla formazione culturale degli italo-albanesi, trova  riscontro nella valutazione dei dati che emergono esaminando l'origine geografica degli ex-alunni delle scuole dei seminari e del probandati,  affidati ai monaci basiliani a Grottaferrata, in Sicilia e in Calabria.
I dati di seguito riportati per i probandi si riferiscono al periodo 1883 - 1980, per i seminaristi invece si riferiscono al periodo che va dal 1938 ad oggi.
Da questa analisi in primo luogo emerge che gli ex-alunni provengono principalmente dalle comunità italo-albanesi, che afferiscono alla giurisdizione ecclesiastica delle due Eparchie di rito bizantino (Lungro e Piana degli Albanesi), anche se non mancano presenze di comunità arbëreshë  afferenti  alla  giurisdizione  ecclesiastica  di   altre diocesi. Alcuni probandi e seminaristi, specialmente della Sicilia, appartengono  a comunità di origine non arbëreshë, ma comunque confinanti con comuni italo-albanesi.
Gli ex-alunni della Sicilia  complessivamente sono 274 (91 probandi e 183 seminaristi) e  provengono precisamente :
-    141 da Piana degli Albanesi (25 probandi e 116 seminaristi);
-    5 da S. Cristina (1 probando e 4 seminaristi);
-    31 da Contessa Entellina (8 probandi e 23 seminaristi);
-    31 da Palazzo Adriano (9 Probandi e  22 seminaristi);
-    44 da Mezzojuso (31 probandi e 13 seminaristi);
-    22 da varie località della Sicilia (17 probandi e 5 seminaristi).
La presenza del monastero basiliano a Mezzojuso (Istituto "Andrea Reres")  senza dubbio ha determinato la prevalenza dei probandi (70%) sui seminaristi (30%) provenienti da questa località, mentre i dati relativi agli altri comuni considerati complessivamente rilevano una netta prevalenza dei seminaristi (67%) sui probandi (33%).
Gli ex-alunni dell'Italia continentale (prevalentemente provenienti dalla Calabria) complessivamente sono 218 (57 probandi e 161 seminaristi) e provengono precisamente:
-    9 da Acquaformosa (3 probandi e 6 seminaristi)
-    12 seminaristi da Castroregio
-    4 da Civita (1 probando e 3 seminaristi)
-    5 seminaristi da Ejanina
-    2 seminaristi da Falconara Albanese
-    3 da Farneta (2 probandi ed 1 seminarista)
-    26 da Firmo (10 probandi e 16 seminaristi)
-    7 seminaristi da Frascineto
-    18 da Lungro (2 probandi e 16 seminaristi)
-    1 seminarista da Marri
-    25 da Macchia Albanese e S. Demetrio Corone (9 probandi e 16 seminaristi)
-    1 seminarista da Pallagorio
-    7 da Plataci (2 probandi e 5 seminaristi)
-    11 seminaristi da S. Benedetto Ullano
-    13 da S. Basile (1 probando e 12 seminaristi)
-    12 da S. Cosmo Albanese (7 probandi e 5 seminaristi)
-    11 da S. Costantino Albanese  (4 probandi e 7 seminaristi)
-    12 da S. Giorgio Albanese (3 probandi e 9 seminaristi)
-    6 seminaristi da S. Paolo Albanese
-    20 da S. Sofia D'Epiro (11 probandi e 9 seminaristi)
-    1 seminarista da Ururi
-    10 da Vaccarizzo Albanese (2 probandi e 8 seminaristi)
-    2 seminaristi da Villa Badessa.
I dati sopra esposti, complessivamente considerati, evidenziano una netta prevalenza dei seminaristi (74%) sui probandi(26%), eccetto in tre località (Farneta, S. Sofia d'Epiro e S. Cosmo Albanese), dove é prevalente il numero dei probandi.
I seminaristi sono presenti in tutte le 23 località sopra citate, mentre i probandi sono presenti solamente in 13 località.
Gli ex-alunni considerati sono complessivamente 492, di cui  148 probandi (30%) e 344 seminaristi (70%).
L'incidenza in % degli ex-alunni che sono stati ordinati sacerdoti o che hanno scelto la vita religiosa  é la seguente:
-    su 57 probandi della Calabria 15 (26%) sono diventati membri della Badia
-    su 91 probandi della Sicilia 32 (35%) sono diventati membri della Badia
-    su 161 seminaristi dell'Italia continentale 24(15%) sono stati ordinati sacerdoti
-    su 183 seminaristi della Sicilia 21 (11% ) sono stati ordinati sacerdoti.
Considerando l'attività professionale ed i titoli di studio degli ex-seminaristi e degli ex-probandi emerge che gli intellettuali dei comuni italo-albanesi sono prevalentemente ex-alunni della Badia, i quali operano, sia nel paese natio sia altrove, in tutti i settori (sacerdoti, docenti universitari e delle scuole medie e superiori, medici, farmacisti, veterinari, ingegneri, geometri, ragionieri, pubblici funzionari, impiegati e dirigenti in  aziende pubbliche e private, ecc.).
Quanto sopra dimostra il contributo significativo dato dalla Badia e dalle Eparchie alla crescita religiosa e culturale degli  Italo-Albanesi.

Badia Greca e formazione religiosa e culturale dei contessioti
Le considerazioni sopra esposte si riferiscono anche Contessa Entellina, sia per quanto riguarda il contributo dei contessioti alla rinascita della Badia sia per quanto riguarda il contributo della Badia alla formazione culturale e religiosa dei contessioti.
Quattro jeromonaci di origine contessiota (padre Sofronio Gassisi, padre Cosma Buccola, padre Lorenzo Tardo e padre Saba Abate) hanno infatti dato un notevole contributo alla rinascita della Badia in diversi campi (paleografia, ecumenismo, liturgia, melurgia, miniatura, tipografia, ecc.). Notizie biografiche e fotografia di questi 4 concittadini jeromonaci sono  esposte al Centro Culturale Parrocchiale, nella galleria dedicata ai “Personaggi di Contessa, noti e meno noti”. E' stato già dedicato uno spazio (blog del 12 febbraio 2014) alle vita ed alle opere di padre Lorenzo Tardo. Anche agli altri tre jeromonaci contessioti sarà dedicato un spazio per farli conoscere.
Per quanto riguarda i contessioti ex - alunni delle istituzioni di educazione e di istruzione della Badia (scuole dei seminari e dei probandati sopra citati) di seguito viene riportato solamente un elenco con i nomi,: P. Cosma Castrenze Buccola – P. Sofronio Salvatore Gassisi - P. Lorenzo Luca Tardo – Prof. Giuseppe Schirò – Raviotta Giovanni - Dott. Salvatore Borzì – Prof. Giuseppe Schirò - Dott. Sebastiano Sciambra – Dott. Nicolò Cuccia – Dott. Antonino Cuccia – Dott. Bernardino Schilleci – Papas Nino Cuccia – Dott. Sclafani Gaspare – Sig. Piraino Carmelo - Geom. Lo Cascio Gioacchino - Dott. Calogero Raviotta - Dott. Giovanni D'Aina - Dott. Musacchia Gaspare - Ins. Lo Cascio Vincenzo - Sig. Clesi Pietro - Rag. Cuccia Pietro - Prof. Ferrara Giorgio - Ins. Graffagnini Nicolò - Dott. Ragusa Antonio - Dott. Gennusa Ignazio - Sig. Liggio Gaetano - Sig. Tardo Domenico - Papas Nicola Cuccia - Sig. Liggio Calogero - Inf. Chisesi Teodoro – P. Aricò Luciano – Papas Borzì Giuseppe.

(Badia Greca e arbëreshë” - continua) 


Hanno detto ... ...

GIORGIO BENVENUTO, già segretario generale Uil
Scalfari su La Repubblica:
-Obama a Roma ha visto a lungo Napolitano e Papa Francesco, un pò meno Matteo Renzi e ... sul predellino dell'aereo Ignazio Marino
- Ricorda a Visco (governatore Bankitalia) che i lacci e laccioli che Guido Carli evocava -allora- non erano riferiti ai sindacati.

PIETRO GRASSO, presidente del Senato della Repubblica
"Nessuno parla di abolire il Senato. Al posto di Renzi farei quello che sta facendo lui, lavorando con tutte le mie forze per superare il bicameralismo perfetto, diminuire il numero dei parlamentari,...

CORRADINO MINEO, senatore pd
È cominciata la battaglia delle riforme. Repubblica a tutta pagina “Grasso: non abolite il Senato”. Il Corriere si affida invece a Giannelli: un gruppo di donne e di uomini tributa l’estremo saluto all’imperatore Matteo Renzi, “Ave Caesar, morituri te salutant”. Ma, nell’arena, due leoni, perplessi, non hanno voglia di eseguire la sentenza: “Io non me la sento! Sono tanti e più famelici di noi, sono tutti senatori.”
È davvero così? Sono così famelici e attaccati alla poltrona, questi senatori, da mettere in pericolo la semplificazione e la modernizzazione delle istituzioni che il Governo propone? Piero Grasso, ex magistrato e Presidente del Senato in carica, propone di consegnare per intero alla Camera il potere di conferire la fiducia al Governo e quello di approvare o  bocciare ogni provvedimento ordinario, che riguardi cioè economia, giustizia, ambiente, cultura, istruzione. Solo “le scelte sui diritti e sui temi etici, che toccano profondamente la vita dei cittadini” hanno bisogno secondo Grasso -  “di essere esaminate anche in una camera di riflessione, come il Senato”. Il Presidente chiede l’elezione diretta di una parte di questa seconda Camera, che vuole continuare a chiamare Senato, “non rinuncerei mai a una parola italiana che viene usata in tutto il mondo”

ANTONIO CALABRO', giornalista
A proposito di conflitto o di staffetta generazionale, le intelligenti osservazioni di Walter Passerini su La Stampa: "Abbiamo bisogno dello sguardo dei giovani e della saggezza dell'esperienza degli anziani. E' questo il senso del necessario nuovo patto generazionale tra Telemaco e Ulisse così ben descritto da Massimo Recalcati. Il figlio-Edipo è quello che per conquistarsi il potere si lancia nella guerra contro il padre; il figlio-Narciso resta immobile prigioniero della propria immagine; il figlio-Telemaco è quello che aspetta il padre per stringere un nuovo patto, da cui entrambi potrebbero uscire vincitori"

PIETRO ICHINO, deputato di Scelta Civica
Belgrado, 31 marzo 2019.  
Vladimir Putin – che nel 2014 si era erto a protettore dell’autodeterminazione del popolo di Crimea, nel 2015 aveva fatto altrettanto per il popolo della Moldova, nel 2016 per il popolo ucraino e nel 2018 per il popolo serbo – dichiara di non essere insensibile al grido di dolore del popolo veneto, che da cinque anni ormai ha manifestato inequivocamente la propria sete di indipendenza dall’Italia. E per manifestare fattivamente la solidarietà della Russia, fa sorvolare Venezia da uno stormo di caccia-bombardieri.
Il Governo italiano, che anni prima aveva rinunciato all’acquisto dei caccia Eurofightersperché tecnologicamente poco avanzati, poi dei caccia F35 perché troppo costosi e perché avrebbero determinato una dipendenza tecnologica dagli U.S.A., ora telefona a Washington avvertendo che la questione della dipendenza tecnologica è politicamente superata e chiedendone in prestito uno stormo: giusto il tempo necessario per dare una calmata all’autocrate russo, poi glieli restituiamo. Da Washington rispondono che al momento gli F35 sono tutti impegnati per richieste analoghe in altre parti del mondo, anche per via dell’autocrate nord-coreano, delle tensioni indo-pakistane e della minaccia iraniana contro Israele; ma assicurano che entro il 2022 anche la richiesta italiana potrà probabilmente essere accolta. 
Chi vuol fare il prepotente con noi è avvertito.

Il Vangelo alla luce dei fatti di ogni giorno

Marco 9 17-32

QUESTA SPECIE CON NULLA PUÒ USCIRE SE NON CON LA PREGHIERA

17 E gli rispose uno dalla folla: Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto; 18 e, quando lo prende, lo scuote, e spuma e stride i denti e si fa secco. E ho detto al tuoi discepoli di scacciarlo, e non poterono!
19 E rispondendo loro dice: O generazione incredula, fino a quando sarò presso di voi? fino a quando vi sopporterò?  Portatelo a me! 20 E lo portarono a lui. E, vistolo, lo spirito subito cominciò a contorcerlo, e, caduto a terra, si rotolava spumando.
21 E interrogò suo padre: Da quanto tempo è che gli capita questo? 22 E gli rispose: Dall’infanzia; e spesso anche nel fuoco lo gettò e nell’acqua, per rovinarlo. Ma se tu puoi qualcosa, aiutaci; abbi misericordia di noi!
23 E Gesù gli disse: Se puoi? Tutto è possibile per chi crede. 24 Subito gridando il padre dei fanciullo diceva: Credo! Aiuta la mia incredulità!
25 Vedendo Gesù che sopraggiungeva folla, sgridò lo spirito immondo dicendogli: O spirito muto e sordo, io te lo comando, esci da lui e non entrare mai più in lui!
26 E gridando e scuotendolo molto, uscì. E divenne come morto, così che tutti dicevano: Morì! 27 Ma Gesù, presa la sua mano, lo risvegliò, e risorse.
28 E, entrato in casa, i suoi discepoli in privato lo interrogavano: Perché non abbiamo potuto scacciarlo? 29 E disse loro: Questa specie con nulla può uscire, se non con la preghiera (e il digiuno).  30 E usciti di là, attraversavano la Galilea; e non voleva che alcuno lo sapesse.
31 Insegnava infatti ai suoi discepoli, e diceva loro: Il Figlio dell’uomo è consegnato in mani di uomini, e lo uccideranno, e, ucciso, dopo tre giorni risorgerà. 32 Ma essi ignoravano la Parola, e temevano di interrogarlo.
Brano del Vangelo di Marco che viene proclamato nelle Chiese bizantine in questa domenica
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Cosa è la fede ?
Va premesso che la fede non  può essere prodotta da noi, noi persone incredule; tanto incredule che appena appena riusciamo a far proprie le conquiste della scienza, le conquiste dell'uomo. 
È dono che i Mistero offre a tutti, proprio a tutti, l'unica condizione è volerlo, è chiederlo. Ricordo il grande giornalista Indro Montanelli che si dibatteva "Fortunato chi possiede il dono della Fede; io -diceva- non ho questa fortuna, non ho mai ricevuto questo dono". In realtà egli, dal momento che si dibatteva nella ricerca, possedeva -senza saperlo- il dono.
Noi tutti necessitiamo, per superare le angosce della vita, di poter superare l’incredulità; superata l'incredulità potremo poi essere in grado di liberare gli altri che hanno lo stesso spirito che in precedenza  impediva a noi di parlare (mutismo) e di sentire (sordità) chi di noi ha bisogno.

sabato 29 marzo 2014

Cosa conosciamo degli ebrei ? n. 2

Il Ghetto
L'istituzione del ghetto, cioè la residenza obbligatoria in un quartiere chiuso per impedire che fra Ebrei e cristiani ci fossero rapporti, introdotta per la prima volta a Venezia nel 1516, diventò il simbolo della segregazione degli Ebrei e del loro isolamento, fisico e culturale, dal mondo esterno.
Il ghetto (che diventò la denominazione del quartiere ebraico costituito e delimitato in modo ufficiale) oltre che in Italia fu istituito anche in Germania e nelle principali città della Polonia. 
Nel resto dell'Europa orientale veri e propri ghetti sorsero solo nelle città in cui risiedeva il vescovo, ma la maggior parte degli Ebrei viveva raggruppata in piccoli paesi o in villaggi.
All'interno del ghetto la comunità ebraica formava uno stato nello stato. I suoi rappresentanti, regolarmente retribuiti, avevano pieni poteri per agire giuridicamente e politicamente a suo nome. 
La comunità era amministrata da un ristretto consiglio  che aveva, tra l'altro, il compito 
-di assegnare  e di riscuotere le tasse che annualmente l'autorità governativa  richiedeva agli Ebrei, 
-di provvedere al funzionamento della sinagoga, 
-di assistere i poveri,  
-di sorvegliare il cimitero 
-e di pagare i funzionari, come il custode, il rabbino, il macellaio rituale e lo spazzino.
Accanto alla sinagoga, o alle sinagoghe -in presenza di comunità di rito diverso ne esisteva più di una-, sorgeva abitualmente la scuola per l'insegnamento dell'ebraico e per l'istruzione religiosa.
Sorsero anche numerose confraternite che avevano finalità religiose, liturgiche, educative e assistenziali.

Nel ghetto, che era un microcosmo in cui si riproducevano le forme della vita esteriore, si sviluppò un modello di organizzazione comunitaria -la vita collettiva prevalse  su quella del singolo- quasi identico nella maggior parte delle città europee. 
Questa istituzione, che, secondo le località, rimase in vigore  dai due ai tre secoli, influì profondamente sul giudaismo: da una parte, tenendo separata la minoranza ebraica dalla maggioranza cristiana, il ghetto favorì e consolidò la conservazione dell'identità ebraica; dall'altra impedendo agli ebrei di mantenere il confronto con la cultura moderna creò un abisso fra cultura ebraica e quella non ebraica. 
In alcuni casi, però, forse fu all'origine di apporti culturalmente innovativi da parte di intellettuali ebrei; un nome per tutti: Freud.

Italia senza nocchiero .... -Un secolo di clowneria autoritaria

L'inerzia di Berlusconi in materia di politica non paga e Forza Italia, stando a quasi tutti i sondaggisti  è scivolato giù, oltre la trincea del 20%, ritenuta punto di non ritorno.
La tendenza alla discesa appare continua ed inesorabile. In passato, quando formalmente segretario era Alfano ma era impedito ad intraprendere qualsiasi iniziativa (primarie si, primsarie no, Forza Italia toccò il 15%, però allora esisteva una possibilità e Berlusconi la usò: si riprese la guida del partito in prima persona. Adesso l'anziano leader è impedito: fra pochi giorni dovrà iniziare a svolgere "i servizi sociali" oppure restare "ai domiciliari".
Non sarà la carta leggera della figlia Barbara a salvare quel certo tipo (demagogo, illusionista, ondivago ...) di centro-destra che solo Silvio è riuscito ad interpretare.
Se va via l'illusionista di Forza Italia gli elettori vedranno solo le figure della sporcizia spolverata, dagli Scajola, ai Fitto, quelle dei siciliani Saverio Romano, Miccichè ...
Vedranno le figure da telenovela dalla Francesca Pascale alla Santachè.

Tramonta un illusionista e ne sono sorti altri. Noi italiani abbiamo sempre avuto bisogno di furfantelli in politica, dal Benito all'Uomo Qualunque, dal Beppe al .... renzismo (quest'ultimo per la verità è ancora da ... scoprire).
Auguriamoci che la nave possa continuare a navigare. Se non navigherà più saranno guai per tutti.

Da stanotte ritorna l'ora legale

Stanotte, fra le due di sabato 29 e domenica 30 marzo, si tornerà con le lancette dell'orologgio in avanti di un'ora.
I benefici di questo accorgimento ci viene detto che sono il risparmio di energia elettrica, minore inquinamento.

La lingua albanese

http://www.albanologia.unical.it/GirolamoDeRada/bibliotecaDeradiana.html#1

Questo indirizzo preziosamente dona -a chi vuole- molti degli scritti di De Rada.
Due in particolare ci mostrano come è ardua la strada della invenzione dell'alfabeto e della grammatica.
Paolo Borgia

Hanno detto ... ...

ANTONIO POLITO, direttore de Il Corriere del Mezzogiorno
Non capisco perchè mettono Totò Riina al 41 bis per isolarlo dal mondo e poi trasmettono tutti i suoi messaggi ed i suoi discorsi attraverso tutti i telegiornali

MASSIMO GRAMELLINI, giornalista de La Stampa
Il conflitto sociale non è più tra destra e sinistra, ma tra élite e popolo. In ossequio al nuovo bipolarismo, il Buongiorno si sdoppia. 

Buongiorno Elite. Dopo due figli e undici anni di matrimonio la famosa attrice Gwyneth Paltrow e il non meno famoso cantante Chris Martin, leader dei Coldplay, hanno annunciato su Internet il loro divorzio. Sotto il titolo «Separazione consapevole» e una foto che li ritrae nostalgicamente sereni, i due divi raccontano gli sforzi compiuti nell’ultimo anno per salvare il salvabile, il dolore del distacco, ma anche la certezza che, sia pure da lontano, il loro amore continuerà per sempre. Che classe. Che maturità. Che lezione di civiltà dal volubile pianeta dello star system. 

Buongiorno Popolo. Due miliardari che sono riusciti a sfondare nello spettacolo grazie agli appoggi familiari hanno annunciato il loro divorzio. Chi se ne frega. Siamo stufi di imbottirci il cervello con queste vacuità patinate, mentre i banchieri affamano i lavoratori e la classe politica è ancora a piede libero. Se abbiamo deciso di occuparcene è perché gli ex piccioncini hanno usato la separazione per farsi pubblicità, vendendosi come coppia perfetta persino nel divorziare: nessun piatto rotto, ma foto romantiche e promesse di amore eterno. Ci prendono per scemi? Facile darti arie da persona matura quando il tuo conto in banca è obeso come quello di un manager. Se uno dei due avesse dovuto sganciare all’altro la metà del proprio stipendio riducendosi in miseria, come accade nel mondo reale, le parole sarebbero state molto diverse. E la foto, potete scommetterci, l’avrebbero scattata su un ring. 

venerdì 28 marzo 2014

Palermo. Il 20 maggio un grande evento sull’Europa (con Martin Schulz);

Renzi a Palermo con Schulz

Il presidente del Consiglio con il presidente
del Parlamento europeo in vista delle elezioni

Assemblea Regionale. Ci risiamo con i rendiconti spese dei gruppi parlamentari ... dubbi

La Repubblica
Gli sprechi della politica La Corte dei conti vuole le fatture e ha dato trenta giorni per la consegna della documentazione Coinvolti tutti i gruppi parlamentari: da verificare i giustificativi per un totale di due milioni di euro.
Pranzi, viaggi e anche necrologi all' Arsricominciano le spese pazze
LASEZIONEcontrollo della Corte dei conti ha vagliato tutti i rendiconti delle spese dei gruppi parlamentari, come prevede la norma sulla spending review. Contestata una cifra intorno ai 2 milioni, per contratti esterni non giustificati, acquisto di biglietti aerei per missioni poco chiare e cene o pranzi in ristoranti di alto livello. Nel mirino tutti i gruppi parlamentari. I partiti hanno 30 giorni per consegnare la documentazione richiesta ai magistrati o dovranno restituire le somme all' Ars.
AI GRILLINI si chiedono chiarimenti alla voce «spesa per il personale» che ammonta a ben 289 mila euro. In particolare, vista l' elevata spesa per questi incarichi esterni all' Ars, la Corte dei conti chiede «la certificazione del possesso dei titoli di studio degli assunti dal gruppo» e una relazione sul lavoro svolto dagli esterni. In «ordine alla spesa per attività promozionali, di rappresentanza e convegni », che complessivamente ammonta a 6.927 euro, si chiedono chiarimenti «relativamente alla missione a Bruxelles svoltasi dal 26 al 30 giugno 2013, precisando la motivazione del viaggio di Valentina Palmeri, Angela Foti, Gianina Ciancio, Giuseppe Lo Monaco e Giancarlo Cancelleri». I magistrati vorrebbero avare poi lumi sulle spese per la campagna elettorale dei grillini, in particolare «in ordine al rimborso di fondi per un importo di 8.783 euro al mandatario Luigi Rosario Cammarata».
Ad Articolo 4 si contestano le spese per «missioni e trasferte» pari a 2.400 euro e, nel dettaglio, una fattura dell' hotel Astoria Palace per chiarire «di quale manifestazioni si tratti ». Anche al spesa per il personale esterno, pari a 64 mila euro, non è chiara e giustificata.
Stesso discorso per il gruppo del Megafono che non ha giustificato una spesa per il personale esterno pari a 156 mila euro e l' incarico da 3.598 euro al geometra Salvatore Liga come «onorario per consulenza in materia di sicurezza nei locali del gruppo all' Ars». Alla sezione della Corte dei conti del presidente Graffeo (nella foto in basso a sinistra)non convince nemmeno la spesa di 119 mila euro per il personale esterno del gruppo Pid-Cantiere popolare, che conta appena quattro deputati. Al Pid viene contestata inoltre una spesa di 651 euro per necrologi, una seconda fattura da 280 del ristorante Charme e una terza fattura da mille euro fatta dalla società che gestisce la buvette dell' Ars. Al Pid e a Grande Sud viene contestata, ancora, la spesa da 30 mila euro e in particolare i magistrati chiedono di avere almeno la brochure del congresso "La legge di stabilità, strumento di sviluppo o di recessione" del dicembre 2013.

Per quanto riguarda il rendiconto del Partito democratico, ai magistrati non tornano spese per il personale, il noleggio di una Ford Focus e di una alfa Giulietta e, ancora, le spese per il convegno svoltosi il 5 dicembre scorso, quello sulla sanità in Sicilia. All' Mpa, che conta sei deputati, i magistrati contabili chiedono chiarimenti per l' esborso di 340 mila euro riguardo al personale esterno e, inoltre, fanno le pulci alle spese di viaggio: ad esempio, vogliono sapere «per quale ragione risultino emessi due biglietti per la tratta Roma-Palermo, per lo stesso giorno 15 marzo 2013, intestati al capogruppo Roberto Di Mauro per un costo complessivo di 600 euro. Contestata anche la fattura da 700 euro per la cena di dieci persone al ristorante Bacan di Palermo, una seconda fattura di 103 euro per tre coperti al Bolognese di Roma, una terza da 145 euro per 4 coperti alla trattoria Biondo di Palermo e i 160 euro per quattro coperti spesi da Papoff, sempre a Palermo. La sezione controllo chiede lumi anche sulla spesa da 36 mila euro per il noleggio di due auto, tra le quali un' Audi.
Di «documentazione confusamente trasmessa » e per larga parte «incompleta», i magistrati parlano a proposito delle spese del Pdl, che ha il costo maggiore per il personale esterno: una cifra pari a 415 mila euro. Elevata anche la spesa, non giustificata, per consulenze e incarichi, pari a 118 mila euro. Per i magistrati è quella del Pdl la situazione meno trasparente: «Per alcune spese non c' è alcuna fattura », scrivono.
Nella delibera vengono contestate spese per il personale e per convegni anche all' Udc, ai Drs, alla Lista Musumeci e al gruppo misto.
Tutti i gruppi, adesso, avranno 30 giorni di tempo per rispondere alla sezione controllo che alla fine deciderà se ammettere o meno nei rendiconti le spese dubbie. Se non le ammetterà, i deputati dovranno restituire i fondi

Come saranno retti i Liberi Consorzi in Sicilia

GLI ORGANI DEI LIBERI CONSORZI.
Il Libero consorzio ha potestà statutaria e regolamentare ed è composto da tre organi di secondo livello, che non vengono eletti dai cittadini - l'Assemblea, il Presidente e la Giunta del Libero consorzio - che esercitano le rispettive funzioni a titolo gratuito. Non a caso la ratio della legge è razionalizzare l'erogazione dei servizi ai cittadini e conseguire riduzione dei costi della pubblica amministrazione. Le spese per trasferte dei componenti degli organi saranno definite con successivo provvedimento, che l'Ars dovrà approvare tra sei mesi.
L'ASSEMBLEA.
È l'organo di indirizzo politico-amministrativo; è composta dai sindaci dei comuni che ne fanno parte, adotta a maggioranza assoluta dei componenti, il regolamento per il proprio funzionamento. In caso di cessazione dalla carica di un sindaco componente dell'assemblea, fino al rinnovo della carica, viene sostituito in Assemblea da un commissario straordinario, nominato in base alla normativa vigente.
IL PRESIDENTE.
Rappresenta il libero consorzio, convoca e presiede la Giunta e l'Assemblea. È un sindaco, eletto a maggioranza assoluta, fra i sindaci dei comuni aderenti al Libero consorzio, dai consiglieri comunali e dai sindaci dei comuni che appartengono al consorzio. Nel caso in cui nessun sindaco ottiene la maggioranza, la legge prevede che vadano a ballottaggio i due sindaci, che hanno ottenuto il maggior numero di voti. In caso di parità è proclamato presidente il più anziano.
Il presidente nomina, tra i componenti della Giunta del Libero consorzio, un vicepresidente, che lo sostituisce in caso di assenza o impedimento. Se durante il mandato di presidente, il sindaco cessa dalla carica, si dimette, viene rimosso, entro 60 giorni si procede all'elezione di un nuovo presidente. Fino ad allora, le funzioni sono esercitate da un commissario straordinario, nominato dall'assessore regionale per le Autonomie Locali e Funzione Pubblica.
Il presidente può essere sfiduciato con mozione motivata, approvata a maggioranza assoluta dei voti, dai sindaci e dai consiglieri comunali dei comuni, che fanno parte del consorzio. La mozione di sfiducia non può essere presentata prima di due anni dall' elezione del presidente e in ogni caso per più di due volte, a distanza di un anno, durante il medesimo mandato. Deve essere presentata da almeno un quinto dei componenti dell'assemblea, va discussa dopo tre giorni dalla presentazione. La mozione è posta a votazione previa delibera dell'assemblea a maggioranza assoluta dei componenti. La votazione ha luogo entro dieci giorni dalla deliberazione dell'assemblea.
Se la mozione di sfiducia viene approvata, entro 60 giorni, si procede all'elezione del nuovo presidente; anche in questo caso fino ad allora le funzioni sono esercitate da un commissario straordinario, nominato dall'assessore regionale per le Autonomie Locali e Funzione Pubblica.
LA GIUNTA.
È l'organo esecutivo; è composta dal presidente e da un numero massimo di otto assessori, nominati dal Presidente fra i componenti dell'assemblea. Il numero dei componenti della giunta è stabilito in rapporto al numero alla popolazione dei comuni di ciascun Libero consorzio. La cessazione della carica ricoperta nel Comune di appartenenza comporta la decadenza dalla carica ricoperta nella Giunta. Il presidente, entro 60 giorni dalla data di cessazione, provvede alla sostituzione. Fino alla nomina del nuovo componente della Giunta, le relative funzioni sono esercitate dal presidente.

Finanza locale. Il Nord del paese programma e sa programmare, il Sud non programma e "non sa programmare"

Il presidente dell'Anci nazionale, Piero Fassino, ha chiesto al governo di prorogare al 31 luglio il termine per l'approvazione dei bilanci preventivi 2014.
Nel Nord del paese comunque la gran parte dei comuni ha già approvato i bilanci, suscettibili di variazione soprattutto per quanto attiene la "mancata conoscenza delle assegnazioni statali 2014".
Esistono inoltre incertezze su quanto attiene la definizione dei regolamenti e le aliquote I.u.c. nelle sue due componenti Tasi e Tari.

Chiesa della Madonna della Favara ... ... di Calogero Raviotta

 Costruzione, ampliamenti, ricostruzioni e restauri 
                                                                
Non si conosce l' esatta data  di costruzione della Chiesa della Madonna della Favara, più precisamente di Maria SS.ma delle Grazie. Si tramanda, come testualmente scrive il parroco latino Atanasio Schirò, che “la chiesetta sia stata eretta nell’occasione di essersi rinvenuta sotterra una lastra di pietra ove era mirabilmente effigiata la Madre di Dio”. La chiesetta è stata comunque costruita nel secolo XVI, perché all'inizio del secolo XVII è citata nel decreto del 1° giugno 1603  del vescovo di Girgenti, che approva i Capitoli della  “Compagnia della Madonna della Grazia, nominata della Favara nella terra della  Contessa".
Originariamente la cappella della Madonna della Favara  sorge fuori il centro abitato, "fuori terra" come testualmente riportato nel resoconto di una visita pastorale del vescovo di  Agrigento,  pertanto  è una chiesetta rurale, la cui presenza favorisce successivamente l'espandersi dell'abitato, tanto da trovarsi nei secoli successivi al centro di un grande quartiere.
La cappella è utilizzata dai membri di tale confraternita, che inizialmente sono quasi esclusivamente “arbëreshë”, essendo pochissimi i “liti” nel casale di Contessa, come documentato dai riveli del 1592 e del 1623 (testo nel blog del 15 marzo 2014), anche se nei decenni successivi saranno sempre più numerosi.
Dopo che diventa sede della parrocchia latina (1698), forse per mancanza di manutenzione idonea, la chiesa purtroppo, nei primi decenni del secolo XVII,  è ridotta in pessime condizioni e si teme che venga chiusa al culto, come attestato da una relazione del  1740 del Visitatore della casa Colonna: “la parrocchia latina è troppo indecente, quantochè dubitano che il  Prelato ordinasse chiuderla”.

Per volontà del principe Colonna, per l’impegno di don Michelangelo Musacchia, dal 1750 curato dei latini, e con l’apporto di tutti i contessioti, greci e latini, la cappella della Madonna della Favara, con i lavori eseguiti dal 1751 al 1771, viene restaurata, ampliata ed abbellita.

In un manoscritto del 1771 (archivio parrocchia greca) al riguardo è riportato:

* “I latini però terminato che fu il materiale di tutta la fabbrica vi posero una lapide, in cui si stava scritto qualmente quel tempio era stato eretto a spese dei latini e che perciò non più ai greci ad essi pell’avvenire spettava”…..

*“Ognuno secondo le proprie forze, colle fatiche personali i poveri, all’ingrandimento della loro parrocchia, e comeché  le famiglie più comode sono appunto quelle degli albanesi in quella terra, vi accorsero quegli più d’ogni altro all’ampliamento di quel tempio, e molto più che era loro proprio”……

* “Tosto si opposero i greci contro i latini nella corte vescovile di Girgenti: vinsero la causa, strapparono l’affissa ingiusta lapide piantata in un fondo alieno coll’exequatur della medesima Corte vescovile”.

La chiesa è in gran parte di nuovo distrutta nel 1843: la sera del 21 febbraio un furioso temporale fa crollare gran parte della chiesa della Madonna della Favara e la sede della parrocchia latina è trasferita provvisoriamente nella chiesa delle Anime Sante fino a quando, sempre con l’apporto di tutti i contessioti,  viene ricostruita e resa agibile. Ulteriori lavori di ampliamento (cappella lato sud) e di abbellimento sono  eseguiti in vari periodi, in particolare dopo il terremoto del 1968, ed oggi la chiesa della Madonna della Favara è regolarmente aperta al culto.
Durante i lavori di restauro e di consolidamento della chiesa, eseguiti nell'ultimo decennio del secolo scorso con i fondi della ricostruzione, viene individuato, sotto il pavimento un ampio locale rettangolare, che si estende dai primi gradini dell'altare maggiore fino ai primi banchi, davanti all'altare del Crocifisso. Dalle testimonianze raccolte tra gli operai del cantiere di ricostruzione sembra che questo locale, utilizzato come ossario del  cimitero della chiesa, sia la cappella costruita per custodire l'immagine della Madonna trovata nelle vicinanze della sorgente Favara (Madonna del Muro), come sopra riportato in uno scritto di Atanasio Schirò. Le caratteristiche di questo locale sono analoghe a quelle della vecchia cappella trovata nella chiesa parrocchiale greca dopo i lavori di restauro (oggi visitabile con accesso dalla navata laterale destra).
Dopo il crollo del 1843, per la seconda volta i contessioti, in una generosa gara di  solidarietà, manifestarono la loro devozione alla Madonna contribuendo con denaro e con varie  collaborazioni gratuite a ricostruire tempestivamente la chiesa.
Tutti i contessioti, uomini, donne, bambini e anziani, sono impegnati per la ricostruzione della chiesa: gli uomini trasportano la sabbia dalle cave della Brigna e le pietre dalla cava Honi, mentre le donne trasportavano l'acqua dalle sorgenti più vicine (Favara e Canale).
Si tramanda che, durante i lavori di ricostruzione della chiesa, la  statua  della  Madonna rimane  esposta  sulla  grande roccia, che si trova nel fondo della famiglia Liuzza Antonino, attiguo al sentiero che porta verso la contrada Tarmaggio.
Le donne e gli anziani vegliano pregando la statua della Madonna circondata da fiori,  posta sulla roccia e rivolta verso la contrada Honi, perché protegga quanti sono impegnati  nel pericoloso lavoro di estrazione e trasporto delle pietre necessarie per la ricostruzione della chiesa.
Ricostruita la struttura della chiesa, nei decenni successivi i Contessioti continuano a manifestare la loro gratitudine e devozione alla Madonna dotando la  chiesa di un grande organo a canne (1871), ornando con marmi la cappella monumentale della Madonna (1878), sopra l'altare centrale, abbellendo la volta, l'abside e le varie cappelle con stucchi, ori, statue, affreschi. Il pavimento è rifatto in marmo. La chiesa è anche dotata di suppellettili e arredi  nuovi, grazie all'impegno del clero ed alle offerte dei contessioti residenti o emigrati, che conservano un vivo ricordo del paese natio ed una profonda devozione verso la Madonna della Favara.

Dopo la rimozione della lapide posta dai latini, a conclusione dei lavori di restauro della chiesa nel 1751, “per torre, in futurum, ogni pietra di scandalo rissa, si divenne tra il  clero greco e latino di fare  nel 1754, per gli atti di notar don Salvatore Schirò, una solenne Transazione, in cui primo si convenne che tutte le antiche  e principali giurisdizioni della Matrice chiesa greca, di cui é filiale l’accomodata parrocchia dei latini, appuntino si osservassero intatte; secondo che i latini ratificavano qualmente la chiesa della SS. Vergine della Favara era “de jure proprio” dei greci; e che i latini eglino permettevano il solo uso della chiesa a loro accomodata, finché fabbricassero questi un proprio loro tempio; terzo, che in vivo momento ed esecuzione di questo accordo i greci ogni anno dovessero solennizzare, essi, la quindicina dell’Assunta sino al quindici di agosto in suddetta accomodata chiesa; quarto, pel medesimo fine, nel condurre ogni anno la sacra Bolla della Crociata, il parroco greco uscendo dalla matrice in processione avesse ad entrare nella sudetta accomodata chiesa ed ivi celebrarvi messa cantata solenne e farvi la spiega d’essa Bolla; quinto finalmente, che la festa della nascita di Maria agli otto di settembre, ogni anno, la solennizzassero, con vespero, messa cantata e processione, i greci ed in caso che il parroco greco non avesse comodo di intervenire, allora dovesse egli destinare a qualsivoglia del clero greco per supplire le veci del parroco greco nelle sudette processioni; e se mai il parroco latino si volesse intervenire nella suddetta processione, col clero, sta in sua libertà”.

Questa transazione viene convalidata con Sovrana risoluzione, 5 agosto  1845, comunicata con Real rescritto del dì 9 di detto mese ed anno tanto alle autorità ecclesiastiche che civili, con la quale il re Ferdinando II ordina che”dai due cleri di Contessa si eseguisse la transazione 6 settembre 1754, come quella, che dalla sua costante osservanza si erano avuti i più felici risultati."
La Transazione viene anche confermata con decreto dell’ arcivescovo di Monreale (10.11.1900): “veduta la istanza del parroco latino di Contessa Entellina e i documenti dal medesimo prodotti; vedute le repliche del parroco greco alla istanza suddetta; considerando che con sovrano rescritto del 9 agosto 1845 onde porsi termine alle questioni allora insorte tra i due cleri, latino e greco, fu disposto doversi eseguire la transazione del 1754, con la quale erano stati stabiliti i rispettivi diritti e prerogative circa la festività di Maria SS.ma delle Grazie, che si celebra il dì 8 settembre d'ogni anno nella chiesa medesima; che  di fronte a tale rescritto, fondato sulla osservanza delle transazioni anzidette, ultrasecolari, sia opera vana quella di rivangare il passato sull'origine del locale di Contessa e su tutt'altro addotto dal parroco latino, la sovrana determinazione mirò certamente a che non risuscitassero più oltre i dissidi tra le due  parrocchie, ed essa ha tutta l'importanza e tutto il valore per troncarsi ogni questione sul proposito; dichiariamo che si debba stare fermi alla osservanza del passato circa all'esercizio dei rispettivi diritti e prerogative dei due cleri salvo, secondo i casi, i provvedimenti da emanarsi dalla Suprema Autorità Vescovile per le modalità del detto esercizio. Datum Monte Regali die 10 novembris 1900".


(chiesa Favara - continua)