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lunedì 24 febbraio 2014

Il nuovo governo e le prime gaffe da "dilettanti allo sba..."

Che bel governo ! 
Prima di ottenere la fiducia dal Parlamento e prima di esporre il programma nella sede propria, da novelli dilettanti allo sbaraglio, si inizia la promozione dell'immagine sui media ...

Il sottosegretario alla presidenza Delrio ha fatto sapere -e la notizia è su tutti i giornali di oggi- che qualche miliardo il governo Renzi lo farà arrivare con l'allineamento della tassazione europea dei bond (Bot, Cct ..) ma il grosso delle risorse per rilanciare l'occupazione e la crescita dell'economia arriverà dal taglio alla spesa pubblica. 

La manovra sulle rendite avrebbe soprattutto un valore simbolico: come ha spiegato Delrio, far pagare di più  chi vive di rendita per abbassare il prelievo sul lavoro. «Niente nuove tasse  ma una rimodulazione fermo restando l'orizzonte del governo di una diminuzione della pressione fiscale complessiva». 
Questo proposito di Renzi dovrà però fare i conti con le valutazioni del neoministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. 
Padoan, da economista, ha sempre sostenuto la necessità di un riequilibrio del trattamento fiscale tra lavoro e rendita. Ma in veste di titolare del Tesoro dovrà fare i conti con la necessità di non spaventare i mercati ai quali ogni anno l'Italia chiede di sottoscrivere circa 400 miliardi di titoli di Stato per finanziare il proprio debito pubblico. 
Sarà la revisione della spesa pubblica che invece dovrà entro tempi brevi assicurare almeno 4 miliardi di euro. 
Come? 
Un miliardo con l'estensione alle Regioni e alle forniture sanitarie del raggio di azione della Consip, la società dell'Economia per l'acquisto centralizzato di beni e servizi, e dal taglio della spesa per locazioni (730 milioni l'anno solo quella dello Stato centrale).
Risparmi importanti dovrebbero arrivare dalla chiusura e messa in liquidazione delle società partecipate, in particolare quelle degli enti locali che ne contano oltre 2 mila in perdita, dalla rinegoziazione dei contratti di fornitura (energia, servizi, manutenzione), dalla riorganizzazione dell'amministrazione centrale con l'accorpamento di strutture (per esempio le scuole di formazione dei dirigenti), dall'attuazione dell'Agenda digitale, dal taglio dei costi della politica, a partire dalle auto blu.
C'è poi il capitolo dipendenti pubblici: non ci saranno licenziamenti, ha detto Delrio. Ma la mobilità sì, per spostare il personale da dove non serve, e gli esuberi verranno gestiti con l'estensione al pubblico degli ammortizzatori sociali. 
Dovrebbe risultare possibile ridurre gli incentivi alle imprese ed eliminare abusi e sovrapposizioni, anche con controlli più severi, nelle prestazioni sociali e assistenziali, così come si può risparmiare riorganizzando e informatizzando la giustizia, tagliando enti inutili e accorpandone altri.
Almeno 4 miliardi si dovrebbero ricavare già nel 2014, secondo il governo, fermo restando l'obiettivo di raggiungere un taglio della spesa di 32 miliardi nel 2016. 
Quattro miliardi dalla spending review quindi, ai quali si aggiungeranno 3 miliardi dal rientro dei capitali nascosti all'estero, secondo il provvedimento varato dal governo Letta, e 3 miliardi da minore spesa.

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