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venerdì 31 gennaio 2014

Mamma Regione. I soldi negli anni recenti non sono mancati e sono stati regalati senza che i siciliani ricevessero benefici

Nelle toilette del parlamento regionale (Palazzo dei Normanni)  mancano carta igienica e salviettine. E c'è di peggio a leggere i giornali. Nella villa del Casale, nell'Ennese, sito architettonico unico al mondo e che fa parte dei Patrimoni dell'umanità dell'Unesco, e come in tanti altri siti e musei, le toilette non vengono pulite da giorni perché non ci sono soldi per pagare le ditte, così il personale invita i turisti a non utilizzarli.
La Regione Siciliana non ha più un euro.
Al Genio Civile di Messina i dipendenti hanno fatto la colletta, mettendo un euro a testa, per comprare la
carta per le fotocopie. Pure alla Motorizzazione civile di Caltanissetta, il personale sì è auto-tassato per acquistare le risme e fare le fotocopie necessarie al prosieguo del lavoro burocratico.
La mannaia del commissario dello Stato, Carmelo Aronica, che in pratica ha impugnato il settanta per cento della Finanziaria, ha spostato 570 milioni di euro in un fondo indisponibile. Mercoledì il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, s'è precipitato a Palazzo Chigi dove ha
avuto un incontro con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi. La questione dovrebbe ritornare oggi sul tavolo del governo Letta.
Uno scontro istituzionale con toni accesi, tra Crocetta e il prefetto Aronica si è già consumato. E finora non si intravede sereno. Il Governatore è più che preoccupato, oggi è obbligato per legge ha pubblicare sulla Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana quella parte di Finanziaria non impugnata ma che di fatto non sblocca un euro. «Sono in uno stato di grande sofferenza - continua a ripetere Crocetta - Sono preoccupato per la tenuta sociale». Non si dà pace. Parla di una manovra «depressiva senza precedenti e che affossa le imprese e influirà negativamente sul rating nazionale e regionale». Non gli resta che attendere la fumata bianca che arrivi dal governo Letta. «Trascorrerò il tempo pregando per la Sicilia e per il popolo siciliano, perché non debba più subire violenze cieche e irrazionali», dice ancora. Si parla di 26 mila lavoratori a rischio. Per dirla con lo stesso Crocetta, «migliaia di famiglie gettate sul lastrico». Intanto, i magazzini di molti assessorati cominciano a svuotarsi e i fornitori non garantiscono le scorte perché non vengono pagati. E tutto ciò mentre all'Ente di sviluppo agricolo i trattori sono fermi per mancanza di carburante. A parte dipendenti e pensionati della Regione che non hanno ancora ricevuto lo stipendio e l'assegno previdenziale.

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