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lunedì 20 gennaio 2014

CONOSCERE CONTESSA: storia, territorio, personaggi e patrimonio culturale ... ... di Calogero Raviotta

Motra Paola e Muzgat: toponomastica e memoria popolare

Recentemente è stato chiuso al traffico, anche pedonale, per le vistose buche apertesi sotto il sottile manto stradale,  il  tratto di strada urbana "Motra Paola", che  a Contessa Entellina indica il tratto di via Albania, che incrocia la strada, che, da una parte (Sud) porta verso la fontana Favara e dall'altra  (Nord) invece è delimitata da un muretto in pietra, che sovrasta un profondo burrone. Questo evento recente mi richiama alla mente la rovinosa frana che nel secolo XIV distrusse il piccolo casale S. Nicolò, che sorgeva  in contrada Musiche.
La contrada Muzgat  (parola che in albanese significa terreno ricco di sorgenti,  impropriamente tradotta in italiano con la parola Musiche), sita a Nord del centro abitato di Contessa Entellina,  comprende il territorio che si estende dalla via Albania fino al torrente Chiarello ed al Ponte Nuovo. La località Musgat esiste anche in altri comuni arbëreshë (Lungro, S. Sofia d’Epiro, ecc.).
Guardando attentamente la conformazione del terreno di questa contrada (vedi fotografia), si notano chiaramente dislivelli notevoli, burroni, superfici irregolari, che richiamano alla mente l’azione di frane e terremoti.
Nella memoria popolare infatti  è rimasta viva fino ad oggi a Contessa il triste ricordo di una grande frana che travolse e distrusse l’insediamento della contrada Musiche. Al riguardo in particolare si tramanda che, alla vigilia di eventi nefasti (frane, terremoti, inondazioni, ecc.) si sente il suono della campana della chiesetta, che fu travolta dalla frana unitamente alle poche abitazioni circostanti (kumbora di te Muzgat).  Non si sente fisicamente il suono della campana, ma si prova  questa sensazione, come segno premonitore di eventi catastrofici imminenti.
Documento vaticano sulle decime - Nel documento “Rationes Decimarum Italiae” (Ed. Pietro Sella, Studi e Testi n.112 - Città del Vaticano, 1944), nella parte riguardante la Sicilia (al n.1487, p.111) é riportato che, nei secoli XIII e XIV, un sacerdote di nome Benedetto, per gli anni 1308-1310, per le due  chiese  del casale di Contessa (S. Maria e S. Nicola) pagò quattordici tarì. Quindi prima della ricostruzione del casale, da parte degli Albanesi, esistevano a Contessa due chiese ed una era dedicata a S. Nicolò.
La chiesa dedicata alla Madonna é l’attuale chiesa parrocchiale greca, dedicata alla SS. Annunziata. Non abbiamo invece riscontri certi della chiesa dedicata a S. Nicolò. Oggi non esiste a Contessa una chiesa dedicata esclusivamente a S. Nicolò. La chiesa dedicata alla SS. Annunziata é stata intitolata anche a S. Nicolò, dopo gli interventi di restauro e ampliamento effettuati nel secolo XVII,  essendo le sue condizioni da molto tempo pessime, come risulta da una relazione, inviata al Tribunale del  Regio Patrimonio.
Toponomastica - Le vie di Contessa dedicate a santi o comunque con denominazione di carattere religioso sono ubicate in prossimità delle chiese (via Vergine, via S. Rocco, piazza Matrice, piazza Purgatorio, successivamente denominata piazza Umberto I). Esiste  a Contessa anche una via S. Nicolò (da via Albania fino alla cappella dedicata alla Madonna del Balzo), che però non ha come riferimento una chiesa dedicata attualmente a S. Nicolò. Questa denominazione quindi fa riferimento a qualcosa del passato (chiesetta o edicola votiva dedicate a  S. Nicolò).
Una edicola votiva con l’immagine di S. Nicolò, su piastrelle di ceramica, esisteva infatti fino al secolo scorso sul muro, che segnava il confine tra il centro abitato e la contrada Musiche, sulla strada che dalla via S. Nicolò porta verso l’abbeveratoio Canale. L’edicola votiva non esiste più da quando il muro è stato demolito per costruirvi un nuovo  edifico.
Nei riveli più antichi (1593 e 1623) del casale di Contessa viene citato nella toponomastica il  quartiere S. Nicolò, dove vivevano quindi delle famiglie, mentre nei riveli successivi non viene più citato il quartiere S. Nicolò, sicuramente perché le abitazioni precarie (katoqe) erano state abbandonate e le famiglie si erano trasferite in altri quartieri in espansione, citati per la prima volta nel rivelo del 1623 (S. Maria greca e S. Rocco) e nel rivelo del 1714 (Madonna Favara).
I soldati albanesi provenienti da Bisiri nel 1450, secondo Nicolò Chetta, si stabilirono prima nelle vicinanze del castello di Calatamauro, quindi si trasferirono nella contrada oggi chiamata Musiche, che successivamente abbandonarono per insediarsi attorno alla cappella dell’Annunziata.  Nella contrada musiche certamente esisteva un luogo di culto e si può ipotizzare che fosse la chiesa di S. Nicolò citata nel documento del 1308.
Immagini e culto di S. Nicola - Oggi esiste nella chiesa parrocchiale greca una cappella dedicata a S. Nicolò (statua con i paramenti vescovili del rito bizantino).
Nella contrada Bagnatelle inoltre l’immagine di S. Nicola é dipinta all’interno di una piccola nicchia della casa  rurale del fondo in passato di proprietà della famiglia Schirò Luca. S. Nicola è patrono di Contessa , Palazzo Adriano e Mezzojuso.
Conclusione - Quanto riportato (riscontri topografici, documentali, memoria popolare, ecc.) suggeriscono fondatamente  l’ipotesi che la chiesa dedicata a S. Nicolò si trovasse nella contrada Musiche. Si può anche ipotizzare che tale cappella, come quella dell’Annunziata, abbandonate e diroccate, abbiamo avuto una attenzione diversa da parte degli Albanesi venuti nel casale di Contessa: la chiesa SS. Annunziata fu ricostruita e successivamente restaurata ed ampliata perché nei suoi pressi si sviluppò un notevole insediamento residenziale, mentre la cappella di S. Nicolò fu solo ricostruita e mantenuta agibile fino a quando gli abitanti abbandonarono gli insediamenti iniziali provvisori della contrada Muzgat.                                            

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