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mercoledì 21 agosto 2013

In Sicilia basta avere "un santo in paradiso" (=un onorevole disonesto per amico) per vivere a carico delle finanze pubbliche

In Sicilia la Guardia di Finanza intensifica i controlli sui gangli cruciali attraverso cui passa il denaro pubblico e si scopre che “finti poveri”, falsi invalidi” e “disoccupati di professione” hanno procurato “danno erariale” per quasi otto milioni di euro.
Otto milioni di euro di risorse pubbliche sottratte indebitamente allo Stato, alla Pubblica Amministrazione,  da truffatori senza scrupoli che, a vario titolo, hanno beneficiato delle cosiddette “prestazioni sociali agevolate”:. Il bilancio, pesantissimo, è stato riferito dal Comando regionale della Guardia di Finanza in seguito ai primi sette mesi di attività operativa  del 2013.
La categoria dei furbetti  negli ultimi anni, grazie ad una maggiore sensibilizzazione di opinione pubblica ed istituzioni, e a sistemi di controllo sempre più efficienti e capillari, comincia ad essere smascherata.
La cosa che ci frusta è che in Sicilia esiste un vero e proprioesercito” di bugiardi, di imbroglioni ed affaristi che soltanto nel 2012, ha causato un danno erariale ingente che supera i 35 milioni di euro.

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