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martedì 15 gennaio 2013

Senza Etica non c’è politica, senza Etica non c’è equità, senza Etica non ci sono libertà né democrazia

In questi giorni per chi dedica un po’ di tempo a guardare la tv è impossibile non imbattersi in Silvio Berlusconi.
Qualche oretta fà ha spiegato, su La7, quale sarà l’accorgimento per riproporre nelle liste del centro-destra il lungo elenco dei candidati impresentabili. Ha spiegato che è stata nominata in seno al partito una commissione di giuristi che studierà e valuterà se i vari Cosentino, Papa, Milanesi, Dell’Utri etc. sono dei perseguitati della magistratura o dei delinquenti. Sarà pertanto la commissione a decidere dopo avere studiato le carte.
Ovviamente la commissione tecnica deciderà che sono tutti dei perseguitati pechè questo il committente vuole sentirsi dire e questo per anni il Pdl ha detto di Dell'Utri, Cosentino ...
La prepotenza di Berlusconi di voler mettere nelle proprie liste imputati e pregiudicati, probabilmente, non gli nuocerà moltissimo nell’elettorato, perché chi lo vota, lo vota a prescindere, come diceva Totò, perché egli parla alla pancia e non alla testa del suo specifico elettorato. Un elettorato, quello di Berlusconi, per nulla esigente.
Le sue ricette, le ricette di Berlusconi, ormai sono note agli italiani, ed è ormai inutile ripeterle, non darebbero futuro al nostro Paese, né sul piano economico, né soprattutto su quello etico.
Il valore dell’etica, nella campagna elettorale è stato soltanto sfiorato da qualcuno dei protagonisti in quanto si dà precedenza alle prospettive economiche; le prospettive economiche peraltro non vengono mai chiaramente illustrate agli elettori nè nelle modalità, nè nella tempistica, e nemmeno negli obiettivi finali.
Premesso quindi che sarebbe opportuno che gli elettori esigessero maggiori chiarimenti sulle prospettive economiche è altrettanto imprescindibile che dessero maggiore attenzione anche all’Etica.

Senza Etica non c’è politica, senza Etica non c’è equità, senza Etica non ci sono libertà né democrazia, infatti.
Assisteremo ad altre performances televisive di Berlusconi nei prossimi giorni.
Egli sta puntando mediante 13 e forse più liste (in teoria pure antitetiche fra loro: Lega Nord/Grande Sud) apparentate fra loro di approdare più o meno al venti, venticinque per cento dell’elettorato. Se conquistasse inoltre Lombardia e Sicilia, il dato potrebbe migliorare e metterebbe in bilico la futura maggioranza al Senato.
In pratica punta ad ottenere il risultato del 2006, quando Romano Prodi vinse le elezioni solamente virtualmente.
Mancano quaranta giorni all’apertura delle urne. Gli elettori, soprattutto quelli scontenti (che siamo tantissimi), riflettano su chi votare. Non ci saranno purtroppo prove d’appello.
Il futuro è nelle loro mani. Poi (gli elettori) non si lamentino se le promesse berlusconiane degli ultimi venti anni resteranno ancora una volta promesse.
Nessuno dica, poi, di non avere ancora conosciuto Berluscone "pallista".

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