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giovedì 27 dicembre 2012

Entro fine anno l'Assemblea Regionale deve concedere l'esercizio provvisorio. Ad oggi comunque non si conosce alcun numero finanziario

Giorni di lavoro fitto per la Giunta di Rosario Crocetta e per il Parlamento siciliano alle prese con i tagli – un miliardo di euro le somme da recuperare nelle pieghe della manovra finanziaria regionale  – e con l’esigenze di garantire maggiori entrate alle casse della Regione.
Fra le ipotesi allo studio c’è anche l’innalzamento di due punti dell’aliquota Irpef (l’imposta sui redditi per le persone fisiche) da applicare ai patrimoni sopra i 100 mila euro. Ma c’è anche la conferma di un annuncio già comunicato dal presidente Crocetta che ha previsto il taglio del 20% alle indennità aggiuntive riconosciute ai dirigenti (1800 in tutta la Regione siciliana). Norma questa che ha scatenato subito le polemiche fra gli stessi funzionari e da parte dei sindacati di categoria. Ma che Crocetta e lo stesso Bianchi rinviano al mittente convinti che eventuali contenziosi si risolveranno a favore della Regione per il fatto che i tagli riguarderanno le indennità e non le tabelle salariali.
Sul tavolo di Bianchi e del governatore c‘è poi la grossa e difficile questione degli enti locali: a causa di un effetto indotto che vede un ulteriore inasprimento dei tagli al trasferimento di fondi dallo Stato alla Regione, quest’ultima è in enormi difficoltà a reperire almeno 900 milioni di euro per rimpinguare un capitolo di spesa – quello appunto destinato ai comuni (moltissimi sull’orlo del dissesto) – che era stato lasciato completamente scoperto dal precedente governo.
Una finanziaria di lacrime e sangue, insomma nonostante la dichiarazione d’intenti dello stesso Crocetta che non intende attuare manovre di macelleria sociale. E quel miliardo di tagli finora evocato potrebbe rivelarsi insufficente.

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