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venerdì 14 dicembre 2012

Denaro pubblico affidato ai ladri. In Lombardia il denaro dei gruppi consiliari finiva in tasca a mascalzoni-politicanti

Se Roma e' ladrona Milano sotto l'amministrazione di Formigoni, del Pdl e della Lega-Nord, pare che non scherzi.
Cappuccino e brioche con i soldi del partito, quattro pizze d’asporto, ma anche cocktail offerti agli amici, spese per macellerie e agriturismi, senza dimenticare i ristoranti alla moda. E’ un lungo elenco di spese quotidiane quelle che gli uomini della Procura di Milano hanno acquisito in Regione Lombardia e che ha portato a indagare una quarantina di esponenti della Lega e del Pdl.
C’è chi rientra tra gli “over 100 mila euro”, e chi invece ha chiesto di inserire, tra i rimborsi del proprio gruppo politico, spese personali di poche centinaia di euro. Per 22 persone c’è l’invito a comparire degli inquirenti per essere interrogati dai titolari dell’inchiesta.
Le spese nel mirino della procura riguardano due legislature, tra il 2008 e il 2012, in cui si contestano l’utilizzo di soldi pubblici destinati all’attività politica.
Nicole Minetti  risulterebbe indagata per peculato. Secondo le prime indiscrezioni, gli uomini della Polizia tributaria avrebbero trovato a suo carico scontrini per consumazioni che arrivano addirittura a 800 euro all’hotel Principe di Savoia. In totale ammonterebbero a diverse migliaia di euro le spese sostenute da Nicole Minetti. Secondo le indagini la consigliera regionale, già imputata per il caso Ruby, avrebbe usato i soldi pubblici per pagare cene in ristoranti di lusso di Milano, oltre che, malgrado avesse già a disposizione un iPad in dotazione ai consiglieri regionali, per l’acquisto di un altro iPad da 750 euro. Tra le spese anche e 16 euro per acquistare il libro “Mignottocrazia” di Paolo Guzzanti.
L’ormai ex consigliere regionale lombardo Renzo Bossi, meglio conosciuto come “il Trota”, figura, da quanto si apprende, tra gli indagati nell’inchiesta della procura di Milano: anche per lui l’accusa sarebbe quella di peculato. Tra le spese che Renzo Bossi avrebbe effettuato coi soldi del gruppo consiliare lombardo della Lega Nord ci sono anche numerosi acquisti di videogiochi, sigarette e bibite, in particolare la “Red Bull”. 
Tra gli indagati ci sarebbe addirittura un consigliere che avrebbe comprato coi rimborsi regionali anche il pane.

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