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venerdì 26 ottobre 2012

Elezioni. La prossima legislatura regionale potrebbe non arrivare alla fine: non c'è più un soldo

Votare è un diritto ed è al contempo un dovere.
Ma in Sicilia siamo arrivati talmente a fondo, la classe politica è così scadente e poco onesta, per cui occorrerebbe non votarla per non legittimarla.
Ed in effetti in questa campagna elettorale si ha la sensazione che più o meno il 50 per cento degli aventi diritto al voto, non andranno a votare ed ad eleggere i 90 deputati, cosicchè questi potrebbero non avere alcuna legittimazione politica né morale a restare dove andranno a sedere.
Votare in effetti significa dare il proprio consenso a chi ti promette invano un posto di lavoro inesistente o una consulenza o un appalto. Insomma un atto di corruzione.
E la corruzione va estirpata con forza perché è un cancro che diffonde sempre di più le sue metastasi nel tessuto sano della società siciliana.

I deputati che saranno eletti avranno l'obbligo di fare approvare la legge che elimini i privilegi dei dipendenti e dei pensionati regionali, che percepiscono un terzo in più dei loro colleghi statali e comunali, e la legge che dimezzi il compenso di presidente, assessori, deputati e dipendenti dell’Ars.
Tutto ciò non vorranno e non potranno farlo ma è, per contro, assolutamente necessario farlo per il senso di giustizia che deve presiedere a qualunque cammino delle società civili. 
Da qui la sensazione che questa legislatura non arriverà alla sua naturale scadenza.
I 90 eletti assisteranno all'esplodere della rabbia sociale; essi non sono ancora consapevoli, ma lo diventeranno, che è passato il tempo delle vacche grasse. 
Essi verosimilmente assisteranno al rogo nel quale finiscono tutti coloro abituati alla cultura del favore.
La Sicilia cambierà perchè sperimenterà -sulla propria pelle- dove ci hanno condotto politicanti da quattro soldi ed insensibili al bene comune.

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