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sabato 22 settembre 2012

Il mio Diario dell’estate in paese ....... di Nicola Graffagnini

- L’indifferenza
Questa estate  ho tenuto un piccolo diario  per tracciarvi  quelle cose  che erano degne di esser ricordate, magari con un approfondimento  .. sul blog Il Contessioto, questo scritto  lo voglio intitolare così: l’indifferenza.
Penso non sia sfuggita a nessuno  la notizia  apparsa  in prima pagina  sul Giornale di  Sicilia di Giovedi 23  Agosto:
<  Bloccati 3 tombaroli con reperti dell’età ellenica. Arrivati da Paternò per saccheggiare l’area archeologica >.
Debbo ammetterlo, sono rimasto   doppiamente sorpreso  per questa notizia, primo -  per la ripetizione  di questi furti  da parte  della stessa squadra  di tombaroli provenienti dal catanese, secondo - per la totale indifferenza  con  cui  è stata  trattata  la notizia  dai   paesani, almeno da quelli da me osservati più  da vicino.
E rifletto sul fatto  che ancora una volta …siano  gente di fuori  che  in questo caso  hanno valutato o rivalutato il sito archeologico  di   Entella:  da un lato  i tombaroli addetti ai lavori  da tantissimi anni  nel nostro territorio  e dall’altro lato  i Carabinieri del  comando provinciale, che hanno voluto dare  comunicazione alla stampa di una loro brillante azione, a difesa del patrimonio  dello Stato.
Per la verità anche la più importante Istituzione nel campo degli studi in Archeologia  si è interessata  al sito di Entella, e si tratta del  Dipartimento di Archeologia della Normale di Pisa  che oltre  ai Volumi  sulle campagne di scavi hanno  lasciato  in paese  un Antiquarium, presentato su  una delle riviste  di archeologia  più lette: - Archeologia viva -   del ’96.  Il titolo  è  il seguente: 
<  Invito al Museo di Entella . >
< 
l’antiquarium di Entella, il centro elimo nel quale il Laboratorio di Topografia storico-archeologica della Scuola normale di Pisa, diretto da Giuseppe Nenci conduce indagini dal 1984. Si è svolta contestualmente la presentazione del Volume: Entella I, la seconda fatica editoriale  entellina  della Normale dopo il primo volume: - Alla ricerca di Entella  del 1992. …>>.
<< Dalla  definizione al percorso espositivo, all’allestimento finale, l’Antiquarium si deve direttamente all’equipe di archeologi impegnati sul campo>>.
E qui mi sorge un interrogativo  del tutto retorico  ma essenziale al senso del mio racconto  e cioè alla tipica indifferenza  che proviamo verso le nostre  cose importanti.
Perché si istituisce un Museo ?
Ce ne sono di tante categorie  anche di fantasia, io  possiedo   tre tavole sinottiche dell’Italia  con i Musei   locali  pubblicate da Panorama  e vi assicuro, ce ne sono per tutti i gusti.
Un Museo Archeologico, non si può inventare, occorre innanzitutto  una zona archeologica, una campagna di scavi certificata  e condotta da esperti  sotto il controllo della Sovrintendenza  dei beni archeologici della Regione interessata.
Poi occorrono tante campagne di scavi  che riportino alla luce  reperti da esaminare e catalogare  per inserirli nel contesto dell’ipotesi storica  fatta sul sito.
 Tutto ciò per  l’area  archeologica di Entella  è di già avvenuto e non solo …. per una serie  di avvenimenti e di coincidenze  fortunose, le campagne di scavi  sono state condotte, dicevo  poco fa , dal  più importante Istituto di Archeologia  d’Italia.
Mi ricordo come se fosse  ieri, la conferenza  del Prof.  Nenci, tenuta a Contessa, che annunciava l’avvio della campagna di scavi  sulla Rocca di Entella.
La notizia, data la rilevanza del fatto  a monte scaturito dal   trafugamento dei decreti entellini  battuti all’asta  antiquaria  di Londra  e il conseguente interessamento del Governo di allora, ebbe l’onore della prima pagina  e io  allora  colsi l’occasione di togliermi  qualche  sassolino dalla scarpa.
Come al solito succede in Sicilia, ormai da decenni, prima della campagne ufficiali arrivavano i tombaroli clandestini, muniti di strumenti  tecnologici all’avanguardia, per piazzare il colpaccio e a Contessa colpaccio fu.
Questa storia ogni volta mi richiama  alla memoria  la storia del trafugamento  della Dea Demetra  o  Venere di Morgantina, trafugamento avventuroso ma coordinato  da raffinati antiquari che seppero gestire i tempi e i modi per piazzare il reperto nella famosa asta  di Londra, divisa in tre parti  e poi   volata  in Texas   acquistata  da un grande  Museo  privato, che   ci guadagnava palate  di  milioni di dollari  per farlo visitare ….
Se  non l’abbiamo  già dimenticato, l’On Rutelli,   Ministro  dei Beni Culturali  ..  del tempo,   cercò  in tutti i modi, riuscendoci, di riportare in Italia, il maltolto.
 Stessa storia  per  la piale  d’oro  di Caltavuturo, tanto per citare solo due episodi emblematici della nostra cara Italia.
Ebbene   quei Sindaci … di  Aidone e di Caltavuturo non hanno smesso un solo istante   di battersi    non solo per ottenere  ciò  che era stato  sottratto al loro territorio ….. e cioè al nostro patrimonio  nazionale  … ma pretendendo la restituzione ….  e  via  via   il finanziamento per  la  costruzione del Museo  e   poi per  l’attenzione alla viabilità  stradale  ..
A noi,  a Contessa, per una serie di coincidenze  fortunate, a seguito della notizia  trapelata  negli ambienti antiquari di Londra, circa l’importanza  delle  cinque tavole entelline che  provocò  l’intervento  dell’addetto culturale dell’Ambasciata d’Italia   che  solo   in extremis  riuscì ad  assicurarsi  una delle  dette tavole ( oggi esposta  al Museo Archelogico  di Palermo – Sala Selinuntina ) ….  l’Antiquarium  ci piovve ….. dall’alto del   cielo …..a  seguito  di una campagna di scavi  ordinata  dai pezzi grossi del Ministero  dei Beni Culturali  e quindi …. non  l’abbiamo forse  sentito  come  nostro  … come tutte le cose  che  si strappano dopo molte  richieste  .. o molti scioperi … come  fu per le case costruite  … dopo venti anni dal terremoto ! E’ possibile   ed è una teoria sull’indifferenza  giustificata ?
A memoria  mia  ricordo  che  all’indomani  della costituzione della Pro-loco Entella,  nel 1968, protestammo vivamente  con l’Arma dei carabinieri, per una maggiore  attenzione  agli scavatori clandestini, infatti la   Stazione CC  in contrada Castagnola,  aveva   tra i  compiti d’istituto   la vigilanza periodica  intorno al sito della Rocca di Entella ..
Ho raccontato  di volata   la storia  delle campagne di scavo  di Entella, senza trascurare  quella  ufficiosa condotta da due  archeologi  tedeschi,  indirizzati  dal grande  intellettuale   Papas  Lo Iacono, Parroco della Martorana, nel lontano 1930 …  per inquadrare  il motivo  di queste righe … o meglio  il   senso e la natura  della nostra indifferenza  riguardante  le nostre cose importanti …  .. e aggiungo che   come   cittadino  orgoglioso di essere nato  a Contessa Entellina,  mi sento mortificato  per  lo stato di incuria, di indifferenza  in cui è tenuto il nostro Antiquarium.
L’abbandono è la prima parola  che è affiorata  dalla mia mente  durante  una rapida visita  al Museo di  qualche anno fa,  per accompagnare  dei parenti  che abitano in Francia.
Io abito di fronte al Museo e a volte  appena  arrivo da fuori per il mio mese  di Agosto in paese,  mi fa   arrabbiare  la sciatteria testimoniata  dalle  erbacce  lasciate crescere a dismisura  lungo i marciapiedi  del Museo, quasi  fossero  dei bei fiori   allevati   per abbellire il contesto.
Sinceramente l’anno scorso la visita al Museo  mi ha fatto dimenticare  le erbacce peraltro esistenti sempre   eliminabili in pochissimi minuti, l’abbandono che vi ho trovato   riguardava  ogni angolo  degli ambienti del Museo, attaccato dall’umidità  discendente  dal  tetto e quindi dal piano superiore ove era allocata  la Biblioteca,  perfino un pannello di una sezione a sinistra  dell’entrata  risultava  staccato, e un visitatore,  ho saputo,  vi è  letteralmente affondato ..
indifferenza
L’umidità  ha i suoi tempi di formazione e non credo sia  affiorata   l’anno scorso, penso che si tratti  di una sommatoria  di piccole manutenzioni  che  annualmente  non si sono  fatte, vuoi per dimenticanza, ma vuoi pure per quella indifferenza  verso le cose … preziose .. che  noi ci portiamo dietro e  per concludere  …. voglio ricordare   un convegno  da me seguito  per caso  a   Montevago.
Si trattava   della presentazione   in Consiglio Comunale, di una tesi  sulla storia  locale  e precisamente  della casata  del Cardinale  Don Pietro Gravina …. dei Gravina di Sicilia, duchi di S.Michele e principi di Montevago, casata    che  l’Amministrazione  ha voluto  ricordare  con  pubblicazioni  e  manifestazioni  durante l’estate … infatti affermava il Sindaco   Calogero Impastato,  nella presentazione:  << Un  popolo, un Territorio che ha dimenticato le proprie origini rinnega il legame indissolubile con le generazioni future. E’ necessario tenere vivo l’interesse per la nostra Storia  valorizzando il patrimonio artistico e culturale che ci appartiene …>>  e dico io che è rimasto  in piedi …
I Gravina che secondo lo storico  Mimmo De Gennaro  <<  amarono tanto il centro belicino da portarvi artisti importanti  >> iniziarono la costruzione  della Chiesa madre, portata a termine  dopo la morte  del Principe Don Giovanni Gravina, dal figlio, il Cardinale Pietro  Gravina,  cardinale arcivescovo di Palermo  <<  per questo va rivolto  un plauso  al Comune di Montevago e a coloro che dalle rovine  del sisma del ’68  hanno tratto la forza per riscoprire le origini e la storia della comunità >>.
 Ebbene  .. per  ricordare  le loro origini  … durante la  festa  annuale  di  San Domenico ..  una Associazione locale: -  La Smania addosso -  .. ha  preparato la sfilata in costume   della  Famiglia Gravina …. che annualmente  in estate  … faceva ritorno  in paese  .. . così  come  .. si vede  nel    film: Il Gattopardo , vi faceva  ritorno la famiglia del Principe di  Salina . … e nel contempo   veniva aperta la Mostra  su:  << Stoffe e argenti dei paramenti  … del  cardinale Don Pietro Gravina.>>
NG

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